LAMPEDUSA: CENTRO DI ACCOGLIENZA O GUANTANAMO?
MARONI E’ RIUSCITO NELL’INTENTO DI FARSI CRITICARE DAGLI ABITANTI DELL’ISOLA CHE NE CHIEDONO LE DIMISSIONI E A FARE IL GIOCO DEI CLANDESTINI CHE HANNO APPICCATO IL FUOCO ALLA STRUTTURA…ORA E’ STATO COSTRETTO A SPOSTARLI IN ALTRI CENTRI: BASTAVA FARLO PRIMA
Alla fine quello che si temeva è successo: siamo finiti sulle prime pagine dei giornali internazionali per la rivolta dei circa 900 immigrati clandestini che da poco prima di Natale sono trattenuti a Lampedusa dalla propaganda leghista e dall’ignavia delle altre forze di Centrodestra.
Le norme internazionali sono chiare: i centri di prima accoglienza sono luoghi di transito, non di detenzione. Puoi cambiar loro il nome ma non cambia la sostanza.
A Lampedusa vi è un centro per circa 350 persone, si è arrivati a ospitarne 1.800 e ora sono 978, quasi tutti tunisini.
Gli abitanti stessi di Lampedusa hanno attaccato duramente Maroni, chiedendone le dimissioni: sta facendo diventare l’isola una prigione a cielo aperto, pregiudicando l’economia turistica dell’isola, per vendersi mediaticamente la linea dura del “verranno immediatamente rimpatriati tutti”.
Quando sa che è impossibile visto che il recente accordo con la Tunisia, da lui firmato, prevede il rimpatrio di non più di 500 tunisini, scaglionati pure in diversi mesi.
Invece che preoccuparci di rimpatriare il tunisino che, uscito di galera a gennaio, ha violentato la 15enne di Bologna sotto casa, facciamo i duri con chi reati non ne ha ancora commessi. Non solo: ci impuntiamo sul trattenere in un centro inadeguato un elevato numero di clandestini, quando si poteva fare prima quello che ora si sta facendo, ovvero spostarli in altri centri di identificazione.
Già 900 erano stati indirizzati altrove, considerando anche coloro che hanno chiesto asilo politico. In realtà i rimpatriati sono poche decine. Questo tanto per non farsi prendere per i fondelli.
Parlano i dati ufficiali: si è passati da 20.500 clandestini sbarcati nel 2007 ai 36.900 del 2008.
In generale in Italia sul totale di ordini di espulsione ne viene realizzato solo il 29%.
L’Italia è soggetta, come tutti, a precise norme internazionali nella gestione dei flussi migratori, esiste una prassi burocratica da seguire che non si risolve coi berci da osteria.
Occorre semmai agire in sede europea per snellirle la pratica, è necessario stipulare trattati coi paesi di origine dei flussi e renderli operativi, occorre un potenziamento degli organici delle forze dell’ordine, bisogna costruire decorosi centri di identificazione che sono ancora nel mondo dei sogni in molte regioni italiane.
Una politica permissivista del centrosinistra non giustifica il fatto di accostarsi al problema da “apprendisti stregoni” del centrodestra.
Semmai occorre ancora più intransigenza sostanziale ma unita a una flessibilità formale e al rispetto dell’individuo. Insieme al coinvolgimento di tutte le forze politiche di fronte a un’emergenza fino a ieri negata.
Tante castronerie non le diciamo, visto che il Governo parla ora della necessità di assumere 2.000 agenti in più. Poteva farlo prima, ammesso che lo faccia veramente ora.
Invece che vedere “il nemico ovunque” e dare credito ai “fucili a salve” leghisti che sparano sono bolle di sapone a Lampedusa, il Governo dovrebbe dare una nuova svolta alla politica della sicurezza, affidandola non a demagoghi, ma a persone serie.
Che rispondano a semplici domande dei cittadini come le seguenti.
Come mai era libero, nonostante due arresti, di cui uno per droga, l’albanese che ha violentato una 15enne a Bologna?
Perchè contestualmente alla libertà non è stato prelevato sull’uscio del carcere, accompagnato alla Malpensa e rispedito al suo Paese? Una ragazzina soffrirà tutta la vita per l’incapacità dello Stato di tutelare i cittadini e applicare la legge.
Parliamo dei due romeni che hanno violentato a Roma la 14enne il giorno di San Valentino al parco.
Perchè il più giovane era stato condannato per rapina in Italia ma un magistrato aveva annullato l’espulsione decretata dal prefetto di Roma? Quel giudice ora risponderà del suo atto?
Perchè il secondo violentatore, pur avendo scontato tre anni di carcere in Romania, è potuto entrare tranquillamente nel nostro Paese e non è mai stato espulso nonostante fosse stato coinvolto nelle indagini su un altro stupro a Roma?
Perchè se erano senza fissa dimora e vivevano di espedienti, cosa ben nota, non sono stati rimpatriati sula base della normativa sull’ordine pubblico?
Che controlli reali ci sono se i romeni che vivono in Italia ( ormai circa 1 milione) hanno precedenti penali nel loro Paese?
E non sarebbe questo un valido motivo per respingerli alla frontiera come “indesiderati”, stipulando accordi con il governo romeno?
Potremmo riempire pagine e pagine di domande, le stesse che fareste voi che ci leggete.
Perchè dalla parte dei cittadini vi è il buon senso, dalla giustizia invece sovente gli ostacoli e i cavilli che tutelano i delinquenti, invece che gli onesti.
Ecco perchè ci vuole una revisione organica della materia, altro che squilli di tromba e logori tromboni.
Il Centrodestra deve saper recuperare un giusto equilibrio, altrimenti non ne esce.
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