L’ARMA, I BAFFONI E LE ARRINGHE: CHI E’ IL GENERALE PAPPALARDO
AL CAMERAMAN DEL “CORRIERE” : “SEI UN AGENTE IN BORGHESE?”
Rieccolo. Megafono in mano, davanti a Montecitorio, chiedendo la liberazione dai parlamentari “tutti abusivi”, il generale Pappalardo è rientrato sulla scena politica, che ha calcato con abiti di diverse stagioni.
La divisa dell’Arma, che rivendica anche in queste ore di proteste di piazza.
“Sono un carabiniere, voglio il ripristino della legalità ”, dice, annunciando un sit-in ad oltranza finchè non ci sarà lo scioglimento del Parlamento come “esecuzione della sentenza della Corte Costituzionale”.
“Ho dato notizia al responsabile della sicurezza pubblica della decisione del popolo sovrano di fare eseguire la sentenza nei confronti degli abusivi. Noi non ce ne andiamo di qui fino a che la sentenza non venga eseguita», grida da quella piazza che in realtà , legalmente, spettava alla Lega, autorizzata a protestare in favore del referendum per l’autonomia.
Ma Pappalardo ha indossato anche i panni del sindacalista, guidando a più riprese il Cocer dei carabinieri. Del parlamentare, quando, dopo aver occhieggiato all’ex Msi, voltò le spalle a Gianfranco Fini ed entrò a Montecitorio con i voti del Psdi.
Dell’aspirante sindaco, che fallà l’obiettivo, facendo un magro raccolto di voti.
E del sottosegretario da cui dovette dimettersi a causa dei guai giudiziari procuratigli dalla sua verve accusatoria colorita che aveva rivolto contro i vertici dell’Arma.
Via via fino all’ultima veste: quella di leader del Movimento Liberazione Italia da lui stesso fondato, ed erroneamente definito nell’alveo del Movimento dei Forconi.
In realtà è dall’inizio dell’estate che Pappalardo è entrato in rotta di collisione con Danilo Calvani e gli altri leader del Movimento dei contadini arrabbiati.
Anche per loro erano divenute troppo indigeste le sue uscite plateali che impazzano sul web. Dalle arringhe contro i “cialtroni” della politica a quella che ha suscitato più sconcerto, “l’arresto” di Osvaldo Napoli (Fi).
Un attivismo che ai più sospettosi tra gli esponenti dei Forconi ha fatto ricordare quelle voci messe in giro sul suo conto, di vicinanza ai servizi. Cosa che, nella paranoia pre-elettorale del timore degli infiltrati, ha influito non poco nel divorzio con il movimento.
Baffoni da don Peppone e sguardo luciferino, Antonio Pappalardo però tira dritto.
Ribalta le accuse: “Io sono libero come l’aria. Non come taluni Forconi”, dichiara nei suoi post su Youtube. E denuncia di essere “sorvegliato dalla Digos”.
Diffida il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che non scioglie le Camere. E punta il tutto per tutto, chiedendo la rimozione dei parlamentari “abusivi”.
E giù slogan, tamburi, fischietti, grida di “ladri-ladri”.
Un clamore che ha attirato in piazza anche il Cinquestelle Alessandro Di Battista, subito acclamato da Pappalardo: “I cinquestelle sono nostri fratelli. se vorranno unirsi alla nostra battaglia li accoglieremo a braccia aperte, ma devono uscire da questo parlamento di abusivi».
Ma appena il deputato M5S ha prenso il megafono e ha citato a mo’ di esempio di “schifo”, Mussolini (”con la legge acerbo e De Gasperi con la legge truffa hanno messo la fiducia sulla legge elettorale”), è partita una raffica di fischi e di accuse: “Buffoni, dovete uscire, abusivi, ladri”.
Sereno il commento di Di Battista: “Dei fischi di Pappalardo non me ne frega niente”.
(da “Il Corriere della Sera”)
Leave a Reply