LEGA, ELEZIONE FARSA A VARESE: ELETTO UN SEGRETARIO VICINO A BOSSI, MA NESSUNO L’HA VOTATO
IL SENATUR LO NOMINA PER ACCLAMAZIONE DOPO AVER FATTO RITIRARE GLI ALTRI DUE CANDIDATI… MA NELL’ELEZIONE DEL NUOVO DIRETTIVO VINCONO I MARONIANI 6-3
Era rimasto l’unico candidato in gara dopo l’investitura pubblica ricevuta una settimana fa da Umberto Bossi, che ha spinto al ritiro in extremis gli altri due pretendenti.
E Maurilio Canton, 44 anni, sindaco di Cadrezzate, è diventato senza sorprese il nuovo segretario provinciale della Lega Nord di Varese, nel congresso celebrato a porte chiuse in un grande albergo della città .
La sua nomina, però, rischia di costare parecchio al Carroccio, che per la prima volta in anni recenti ha assistito a un acceso confronto di umori nella base davanti ai dirigenti, per una nomina risultata indigesta (sulla carta) ad almeno la metà degli oltre 300 delegati.
Bossi – intervenendo fuori scaletta, dopo aver atteso un’ora prima di entrare in sala e uscendo subito dopo – ha applaudito l’esito dicendo di aver voluto portare “aria nuova” nella Lega di Varese e liquidando le contestazioni come qualcosa di “organizzato” e animato da “alcuni ex fascisti” seduti nelle prime file (in ogni caso iscritti e delegati leghisti).
Eppure a nessuno dei partecipanti è sfuggito che appena dopo che il Senatùr aveva parlato a favore di Canton, all’indicazione del presidente Andrea Gibelli di procedere per acclamazione, una parte consistente dei delegati ha replicato rumoreggiando in crescendo al motto di “voto, voto”, come avevano già di prima mattina alla presentazione dell’ordine del giorno.
Passati i minuti più accesi, però Canton è stato proclamato segretario provinciale formalmente per acclamazione.
Col risultato che dopo quattro ore di congresso decine di militanti si sono allontanati di corsa, avari di sorrisi e ostentando irritazione (“è stato il giorno più brutto della Lega”, ha urlato un sindaco davanti alla stampa; “Un voto sovietico”, ha detto un altro), lasciando solo un terzo dell’assemblea a festeggiare il neoeletto.
Canton, ritenuto vicino alla famiglia Bossi e sponsorizzato dal capogruppo Marco Reguzzoni, ha garantito di lavorare “per tutta la Lega e non per dividere”.
Un compito comunque difficile, perchè l’elezione del direttivo provinciale ha portato alla scelta di sei maroniani contro i tre vicini al neosegretario, che aggiunti ai componenti di diritto mantengono la stessa proporzione.
Roberto Maroni e il segretario della Lega Lombarda, Giancarlo Giorgetti, hanno partecipato ai lavori, essendo militanti varesini, ma non hanno mai preso la parola, allontanandosi senza incrociare nemmeno i giornalisti.
Del resto con la presenza inattesa di Bossi, accompagnato dal figlio Renzo e Rosi Mauro, rimanevano pochi margini di manovra.
Il leader ha criticato la gestione uscente del maroniano Stefano Candiani, invocando “gente nuova” per “rilanciare la Lega sul territorio”.
“La Lega? E’ unita intorno a Bossi”, ha chiosato Reguzzoni, l’unico dirigente a parlare davanti alle telecamere in una sala ormai deserta.
Sembra vero…
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