GUERRA INTERNA NEL PDL: SPUNTA IL DOCUMENTO DEI RIBELLI
L’IPOTESI DELLA NASCITA DI GRUPPI AUTONOMI E I MALPANCISTI DEL PDL… LE RICHIESTE DI SCAJOLA E PISANU: SVOLTA IN ECONOMIA E PARTITO APERTO
Lo descrivono «amareggiato e deluso» per il trattamento ricevuto dal «quotidiano di proprietà del premier», Il Giornale , che ieri titolava spietato «Un’altra casa di Scajola».
Ma assicurano anche, i suoi amici più stretti, che l’ex ministro non ha alcuna intenzione di tornare sui propri passi.
«Serve un governo dei migliori allargato ai centristi», ripete nelle cene e negli incontri con i fedelissimi Claudio Scajola, all’uniscono con Beppe Pisanu con il quale cammina affiancato, sostenuto da 30-40 fedelissimi che – giurano – sono pronti a seguirlo sulla strada che alla fine si deciderà di intraprendere.
Per andare dove? L’approdo finale non è chiaro, ma le prime tappe del cammino sono state stabilite.
Si sta infatti lavorando a un documento (la cui esistenza al momento è smentita dagli interessati) che dovrebbe vedere la luce tra qualche giorno, e che dovrebbe sostanzialmente contenere la richiesta di un partito più aperto, rappresentativo di tutte le anime, che torna a discutere e decidere in sedi prestabilite visto che – dicono gli scajoliani – finora «di Alfano si può dire solo che si presenta bene…»; una «svolta» in economia, a partire dal decreto sviluppo che sarà il vero banco di prova per la sopravvivenza del governo; la disponibilità ad «allargare il governo ai centristi» per fare un «esecutivo dei migliori che affronti la crisi globale».
L’idea è quella di sottoporre allo stesso premier il documento, o comunque di discuterlo, spiega Paolo Russo, nelle «sedi più opportune del partito, perchè non è possibile che non esistano più luoghi di confronto. I temi che noi poniamo sono di metodo in primo luogo, poi di merito».
Se non si riuscirà ad avere risposte in tempi brevi, potrebbe diventare realtà quella che per ora è solo una sorta di minaccia sottintesa: la creazione di gruppi parlamentari autonomi.
È l’extrema ratio: «Scajola e Berlusconi si sono sempre trovati, sono sicuro che succederà ancora», confida Abrignani, ben sapendo che l’esposizione di muscoli fatta in questi giorni qualche risultato potrebbe portarlo.
Perchè è chiaro che, con il malessere che nel Pdl è ormai ben oltre il livello di guardia e il rischio di incidenti a ogni voto, anche solo l’annuncio della creazione di nuovi gruppi avrebbe un effetto devastante.
Ma da via dell’Umiltà mostrano di non credere alla minaccia: «Ma dove vanno? Se rompono, chi li garantisce? Casini può offrire 2-3 posti nelle sue liste, noi un po’ di più. Non conviene a nessuno rompere, perchè si finirebbe dritti al voto, altro che governo di transizione».
Ipotesi verosimile se Renato Schifani – tirato in ballo come possibile premier in caso di governo istituzionale – smentisce qualsiasi manovra.
Da Palazzo Madama infatti rimandano a quanto detto a settembre alla festa di Atreju dal presidente del Senato: «Non esistono governi istituzionali, qui c’è un governo voluto dagli italiani».
(da “Il Corriere della Sera”)
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