“LEI CI HA FATTO DIMENTICARE DI ESSERE IN CARCERE”: L’ABBRACCIO DEL PAPA A SAN VITTORE TRA PIANTI E SORRISI DEI DETENUTI
“E INVECE VOI MI AVETE FATTO SENTIRE A CASA, GRAZIE”… LE TESTIMONIANZE DEI RECLUSI
«In ciascuno di voi vedo Gesù», ha detto lui a loro. «Lei ci ha fatto dimenticare di essere in carcere», hanno detto loro a lui. «E voi invece mi avete fatto sentire a casa: grazie».
La tappa di Francesco tra le detenute e i detenuti di San Vittore è stata l’unico (lungo: quasi due ore) momento veramente privato della visita del Papa a Milano: voglio incontrarli e guardarli negli occhi, aveva chiesto fin dall’inizio, e non solo passar lì di sfuggita. Così è stato: loro hanno pianto ma anche riso con lui, che ha stretto più di mille mani e pranzato con un centinaio di loro, dividendo infine anche la sua cotoletta con un ragazzo musulmano di fronte a lui.
Accolto dalla direttrice Gloria Manzelli e dalla sua vice Teresa Mazzotta, dal provveditore Luigi Pagano, dal comandante Manuele Federico, dal cappellano don Marco Recalcati, oltre che tra gli altri dal presidente dei giudici di sorveglianza Giovanna Di Rosa, Francesco ha incontrato prima le detenute madri di bimbi piccoli venute dall’Istituto di custodia attenuata.
Poi quasi tutti i 900 ospiti della casa circondariale, compresi i «protetti» del sesto raggio. Queste sono le testimonianze scritte direttamente da alcuni di loro.
Fatjon Marku – Non ci credo ancora, penso di aver sognato. Fino a poco fa ero seduto a tavola con il Papa. Lo vediamo sempre da lontano e invece oggi abbiamo condiviso il cibo, era così vicino e umile. Un uomo tra gli uomini. Un grande esempio di vita e speranza
Antonio Caputo – Quando sapevo che ero in lista a mangiare con il Papa saltavo di gioia. Alle 12 scendiamo e ci sediamo nei nostri posti già assegnati. All’improvviso sento silenzio e poi la sua voce. Mi sono emozionato come un bambino. Lo vedo. Stringe la mano a tutti e arriva il mio momento. «Mi benedica», e lui mi mette una mano sulla fronte. Non ci sono parole, me lo ricorderò per sempre.
Josè Alberto – Mi ha fatto capire che non siamo dimenticati anche se siamo detenuti. Col suo gesto mi ha detto che c’è sempre una opportunità per ricominciare una nuova idea di vita futura.
Boudlar Khalid – Mi chiamo Khalid, sono stato il ragazzo più fortunato perchè ho potuto mangiare proprio di fronte al Papa. Una emozione indescrivibile. È un uomo molto aperto e socievole. Gli ho anche scroccato metà della sua cotoletta. E ho fatto contenti tre miei compagni portando loro il suo autografo.
Sekouri Mustapha – Oggi avuto fortuna di salutarti, guardarti negli occhi e vedere quanto sei una persona buona e forte. Trasmetti voglia di vivere ma soprattutto di costruire per chi come me si trova in difficoltà . Grazie infinite.
Paloka Melsed – Ho 29 anni, sono sposato, ho sempre desiderato venire da te e invece sei venuto tu da me: che regalo bellissimo. Tutte le sere prego per rivedere presto la mia famiglia che non vedo da 5 anni. Se ogni abitante del mondo potesse guardarti anche una sola volta non esisterebbe il male.
Alessandro Di Luzio – Ho 23 anni e mi chiedo quanti alla mia età possono dire di avere sentito il cuore davvero colmo di gioia. A me paradossalmente è successo tra le grigie mura di un carcere che oggi con l’arrivo del Papa non aveva più muri ma solo sentimenti.
Ivan Accordi – Mi si è avvicinato e mi ha preso le mani. Gli ho chiesto di perdonare me e i miei compagni di sventura mentre i nostri sguardi si incontravano. Mi ha messo le mani sulla testa e mi ha benedetto. Non so quale forza mi ha spinto a dargli un bacio di gratitudine.
Alessandro Frongia – È stato indescrivibile stringergli la mano. Quando è passato giustamente c’era la sicurezza penitenziaria ma lui ha voluto che non ci fosse nessuno tra noi e lui. Un grande momento, un grande uomo. Grazie Francesco.
Mohamed Makkassi
Sono un ragazzo arabo. Il Papa a San Vittore non è stata una festa solo per i cattolici ma anche per noi musulmani perchè Francesco è un Papa di pace per tutto il mondo. Con una sua stretta di mano mi ha commosso e poi dal nulla mi ha preso anche l’altra. Ho sentito un grande calore.
Gennaro – Non credo nella Chiesa, nella religione, ma credo negli eventi e nei segni. In questo giorno vedo negli occhi di molti una nuova luce. Forse è questo ciò che porta quest’uomo. Nuove speranze. Spero che possiate sentire anche voi quanto la semplicità a volte sia la soluzione di ogni cosa.
Salvatore Piccoli – Oggi mi sento libero, nella mente e nell’anima, oggi so che anche qui in questo inferno di peccatori non siamo dimenticati, non siamo solo un numero di matricola ma di nuovo uomini, donne, madri, padri e figli. Grazie Francesco.
Massimo Scarpat – Ho sentito il Papa che diceva «mi sento a casa». L’emozione è esplosa.
Ghanim larbi – Sono musulmano. Ogni tua parola oggi era densa di amore. Hai ricordato che tutti sono un po’ peccatori. Oggi un po’ di male che c’è dentro di me ha lasciato lo spazio al bene.
Pillola Pinna Salomon – Siamo tre ragazzi delle periferie di Milano. Oggi per noi è stato il primo bel giorno di carcere da quando siamo reclusi. Grazie.
(da “il Corriere della Sera”)
Leave a Reply