L’EX TRADER GARY STEVENSON: “SISTEMA INSOSTENIBILE: TASSINO I RICCHI O SI TORNA ALLA RIVOLUZIONE FRANCESE”
ALLA GENTE ORMAI E’ CONSENTITO DI CONSUMARE SOLO A CONDIZIONE CHE CEDA LA SUA RICCHEZZA ALL’ELITE”
Tassare i ricchi per arginare la disuguaglianza che avanza inesorabile. Lo ripete come un mantra Gary Stevenson, ex trader di successo per Citigroup, oggi attivista e divulgatore con oltre un milione di iscritti al suo canale Youtube e un libro autobiografico da poco pubblicato in Italia da Hoepli. Il Fatto lo ha incontrato a Milano al Festival dell’Economia Critica organizzato dalla Fondazione Feltrinelli con la curatela di Emanuele Felice. La sua profezia? Se la classe media non si sveglia torneremo indietro, molto indietro. A prima della Rivoluzione francese.
Come vengono accolte le sue proposte?
Da un lato c’è un consenso sempre più unanime nell’opinione pubblica sul fatto che abbiamo bisogno di un cambiamento e conosce me e le mie idee, specie nel Regno Unito. Dall’altra c’è una sorta di classe elitaria, che in molti casi comprende la sinistra e il centrosinistra in politica e nei media, che è tremendamente resistente e penso che sia in parte dovuto al fatto che semplicemente non vogliono cambiare, non vogliono rischiare di modificare un ordine sociale che li premia al vertice.
In Italia la Cgil propone una patrimoniale sopra i 2 milioni, in Francia si pensa agli over 100 milioni. Ma Tax the rich è solo
una questione di raccogliere soldi?
No. Ci troviamo in una situazione in cui la disparità di ricchezza sta aumentando rapidamente. Le persone non riescono a rendersi conto di ciò che sta accadendo e pensano che tassare i ricchi serva solo a raccogliere fondi. In realtà serve a impedire che la disparità di ricchezza aumenti ancora. Se non si tassano i ricchi molto di più di quanto si faccia ora, ciò che si vedrà sarà la loro ricchezza continuare a crescere, mentre quella di altri settori della società diminuirà. Questo significa livelli di indebitamento più elevati per le famiglie e livelli più bassi, ad esempio, di proprietà immobiliari. Sta succedendo in modo relativamente rapido. Nella stragrande maggioranza dei casi, le proposte sostenute da attivisti fiscali come me o economisti come Gabriel Zucman in Francia non sarebbero sufficienti, anche se avessero successo, a fermare l’aumento della disparità di ricchezza, ma solo a rallentarla.
Quindi pensa che torneremo come all’epoca precedente la Rivoluzione francese?
Sì, ne sono molto convinto. Ci sarà una classe molto elitaria e straordinariamente ricca. E una media molto piccola al servizio della classe ricca. Il 90-95% delle persone vivrà in condizioni di povertà estrema.
Com’è iniziata questa storia?
La disuguaglianza è aumentata in modo significativo e via via più rapido negli ultimi decenni. Il primo colpo è stato
probabilmente la crisi finanziaria del 2008. Quando ero bambino, la famiglia britannica media possedeva una casa di proprietà con un piccolo mutuo. Oggi, nessuna possiede una casa e quelle che ce l’hanno, hanno un mutuo molto, molto elevato. Il patrimonio delle famiglie medie sta diminuendo e non è possibile che continui all’infinito, alla fine si è costretti a ridurre i consumi. È possibile mettere un cerotto sulla ferita prestando del denaro che colmi il divario, ma in modo insostenibile. Il 2008 ha segnato la fine dei prestiti dei ricchi alla classe media per spendere. Poi nel 2011, e ora sempre di più, i ricchi hanno iniziato a prestare soldi ai governi per spendere in un modo che è chiaramente e ovviamente insostenibile e non sarà sostenibile. Quello che sta succedendo ora ai governi è esattamente quello che è successo ai consumatori nel 2008, ovvero abbiamo un modello di trasferimento di ricchezza in cui alla gente comune è permesso di consumare a condizione che ceda la propria ricchezza ai ricchi, e questo funziona solo finché non si esaurisce la ricchezza, finché i ricchi ti considerano un credito garantito. Cosa succederà? I governi saranno costretti a fare una scelta.
Ma quello laburista inglese non ha iniziato a tassare i ricchi tanto da metterli in fuga?
Penso che l’idea che i milionari stiano lasciando Londra a causa dei cambiamenti nella politica fiscale sia sbagliata. Innanzitutto, i dati sul numero di milionari che stanno lasciando il Paese sono discutibili. In ogni caso la politica fiscale per i milionari non è
cambiata e onestamente penso che si tratti solo di una voce messa in giro dai ricchi: le tasse sui ricchi non sono alte in Inghilterra. Penso che le persone stiano lasciando l’Inghilterra per una serie di motivi legati ai rapporti con la Russia, alla Brexit e al fatto che semplicemente lo Stato, inteso come servizi pubblici, sta cadendo a pezzi. Le persone se ne vanno per questi motivi.
(da ilfattoquotidiano.it)
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