L’INCONTRO TRA MORTI VIVENTI SUL BALLATOIO: RENZI E I SINDACATI CELEBRANO IL RITO SATANICO
SOLITA SCENA: RENZI ALTERNA BATTUTE A CAZZATE, CISL E UIL MEDIANO PER L’ALDILA’, LA CAMUSSO FINGE DI DISPORRE LE TRUPPE
Tra il “dissenso totale” di Susanna Camusso e la “svolta possibile” della cislina Annamaria Furlan la distanza tra i due principali sindacati pare aumentata dopo il vertice con Renzi nella Sala Verde di palazzo Chigi.
“Non voglio dividere il sindacato”, dice il premier in premessa, ma il risultato pare l’opposto.
Cgil in piazza il 25 ottobre, Cisl e Uil no, e persino sulla “notizia del giorno” Camusso e Furlan si dividono: “C’è una sola notizia, che ci rivedremo il 27 ottobre. Per il resto cambia poco o nulla”, scandisce la prima.
“La notizia è che il dialogo c’è stato”, precisa la seconda, che nel corso della conferenza stampa modifica il suo giudizio da “spiraglio” a “svolta possibile”, nelle relazioni tra governo e parti sociali.
Per Camusso, accanto al “dissenso totale” sull’articolo 18, l’incontro con Renzi ha confermato in negativo “tutte le ragioni per la nostra manifestazione del 25 ottobre”: “Non è emersa nessuna disponibilità a discutere delle riforme con le organizzazioni sindacali, la stagione della concertazione non si è riaperta, la politica decide in modo unilaterale, ma noi reagiremo”.
Renzi parla di “sorprendenti punti d’intesa tra governo e sindacati”.
Sfida la Cgil al tavolo, annunciando un nuovo incontro per il 27 ottobre: “Ci vediamo dopo i tre milioni in piazza”, riferendosi alla manifestazione di Cofferati del 2002 sull’articolo 18. “Non non ci sentiamo all’angolo, questa partita merita di essere giocata”, replica la leader Cgil.
La riapertura della Sala Verde non segna neppure un timido disgelo tra Renzi e il sindacato rosso.
Il suo ufficio stampa twitta una foto in bianco e nero, rievocando i tavoli del passato. La Camusso ricorda beffarda che “la Sala è piena di lavori in corso, ci hanno accolti sul ballatoio”.
E alla sincadalista che aveva citato “Un’ora sola ti vorrei” per stigmatizzare la brevità del vertice, il premier replica con Bennato: “Una settimana, un giorno, solamente un’ora a volte vale una vita intera”. “Bennato mi piace tantissimo anche se ora suona per i Cinque Stelle”, ironizza Renzi.
I temi annunciati dal premier restano sullo sfondo: legge sulla rappresentanza, contrattazione di secondo livello, salario minimo.
Solo titoli da sviluppare in un secondo momento, nessuna sfida del governo sul modello Marchionne, per ora.
“Una legge sulla rappresentanza ora è inopportuna, abbiamo fatto degli accordi che devono essere applicati”, scandisce Furlan, scettica anche sul salario minimo: “Non ce n’è alcun bisogno, basta estendere i contratti a quel 15% di lavoratori che ora è scoperto”.
Tutti e tre d’accordo i sindacati sulla necessità di mettere il Tfr in busta paga “solo a zero tasse e senza intaccare la previdenza complementare”.
“Renzi ci ha detto che non lo farà se sarà un problema per le piccole imprese”, sintetizza Angeletti. “E mi pare che questa sia l’unica risposta chiara che abbiamo ottenuto”.
Il leader della Uil non smette i panni del mediatore tra i due sindacati maggiori, battibecca col premier sul numero eccessivo di sindaci (”Ci sono anche troppi sindacalisti”, replica Renzi) e spiega che “l’incontro ha avuto più una valenza politica e simbolica che di sostanza”.
“Vediamo, forse è l’inizio di un cambiamento nei rapporti tra governo e parti sociali…”.
Sull’articolo 18 per partiti e sindacati Angeletti si leva un sassolino: “Non c’è per tutte le organizzazioni di tendenza, solo il qualunquismo dilagante permette di oscurare questo. L’ho detto al premier e lui è stato zitto…”.
Dura Camusso: “Noi lo diciamo dal 2001 che si può estendere l’articolo 18 anche ai sindacati”.
Proprio su questo tema Angeletti evoca lo sciopero generale: “L’avremmo fatto se l’avessero tolto anche ai contratti in essere, bisogna ricordare che è una questione di potere nelle aziende, mica di psicologia degli investitori, stiamo parlando di licenziamenti illegittimi, e questo non lo ricorda mai nessuno”.
Secondo il leader Uil, “il premier si è accorto che i problemi sono tali da non poter essere risolti a colpi di fiducia e leggi delega. Questo schema mostra la corda, per questo ci ha convocato”.
E tuttavia, “noi confederali abbiamo un problema con l’opinione pubblica, i nostri messaggi non passano. Per questo dovremmo trovare una sintesi tra noi e fare una campagna unitaria, non solo una manifestazione…”.
Camusso annuisce: “Stiamo lavorando per questa campagna…”.
Furlan ammorbidisce le spaccature: “Avere sensibilità diverse è la forza del sindacato italiano, tra noi c’è rispetto…”.
(da “Huffingtonpost”)
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