“L’INNOCENZA DEI MUSULMANI”, IL FILM CHE INFIAMMA EGITTO E LIBIA
MAOMETTO RITRATTO COME IMPOSTORE E MENTRE FA SESSO… GIRATO DA UN EBREO CALIFORNIANO, PRODOTTO DA EGIZIANI COPTI RESIDENTI NEGLI USA
«L’innocenza dei musulmani». Si chiama così il lungometraggio che ha scatenato l’attacco in Libia in cui sono morti l’ambasciatore Usa Chris Stevens e tre funzionari americani.
Girato dal regista californiano Sam Bacile – che descrive se stesso come ebreo israeliano -, prodotto da egiziani coopti emigrati negli Stati Uniti, il film è stato postato su YouTube e accusa Maometto di essere un impostore, lo mostra mentre fa sesso, invoca «massacri» e denuncia le stragi dei cristiani in Egitto.
IL FILM
Il regista – 56 anni, agente immobiliare che ora si trova in un luogo segreto -, aveva parlato prima dell’attacco di Bengasi al Wall Street Journal
Il film, che dura due ore, è costato circa 5 milioni di dollari ottenuti – ha spiegato Bacile – grazie alle donazioni di un centinaio di persone di origine ebraica.
Realizzata in circa tre mesi nell’estate del 2011 in California, alla pellicola hanno lavorato circa 60 attori e uno staff tecnico di 45 persone.
Obiettivo del film, aggiunge Bacile, è presentare il personale punto di vista del regista, secondo il quale «l’Islam è una religione piena d’odio, un cancro». «La pellicola è un film politico, non un film religioso» ha detto ancora Bacile.
RESPONSABILITA’
Contattato al telefono dopo l’attacco, Bacile ha ammesso che non si aspettava una reazione così furiosa e si è detto dispiaciuto per la morte del funzionario Usa ucciso nel consolato di Bengasi.
Ma ha attribuito la responsabilità per l’accaduto alla mancanza di adeguate misure di sicurezza. «Penso – ha affermato – che il sistema di sicurezza nelle ambasciate non funziona. L’America dovrebbe fare qualcosa a questo proposito».
Bacile ha anche aggiunto che per il momento ha respinto le offerte di distribuzione del filmato: «Il mio piano è di produrre una serie di 200 ore».
IL REVERENDO
Tra i promotori del film – evidenzia la stampa Usa – c’è anche il pastore Terry Jones, che in passato ha diverse volte bruciato copie del Corano innescando proteste in tutto il mondo arabo.
Il pastore Jones, ha reso noto di voler mostrare uno spezzone di 13 minuti nella sua chiesa di Gainesville, in Florida.
(da “Il Corriere della Sera”)
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