L’INTESA CON LA UE CI COSTA 38 MILIARDI
LA CLAUSOLA DI SALVAGUARDIA IVA: A FINE 2019 IL GOVERNO DOVRA’ TROVARE 24 MILIARDI PER EVITARE L’AUMENTO DELL’IVA DI 4 PUNTI
Le parole magiche sono clausola di salvaguardia IVA: grazie al meccanismo che prevede l’aumento dell’Imposta sul Valore Aggiunto il Governo dell’Avvocato del Popolo Giuseppe Conte ha ottenuto dall’Europa l’ok alla Manovra del Popolo.
Ma è importante soprattutto il prezzo che è costato l’accordo: il conto totale ammonta a 38 miliardi di euro.
Le variazioni alla manovra prevedono un risparmio di spesa di circa 38 miliardi spalmati sul prossimo triennio. I risparmi saranno pari a 10,2 miliardi nel 2019, a 12,2 miliardi nel 2020 e a 15,9 nel 2021.
Anche le stime di crescita del PIL sono state riviste al ribasso e le nuove previsioni di crescita ipotizzano un aumento della ricchezza dell’1% per il prossimo anno e dell’1,1% nei due anni successivi.
Per realizzare i risparmi di spesa previsti per quest’anno (2,7 miliardi dalle pensioni e 2 miliardi dal reddito di cittadinanza) verranno introdotte le «finestre» per il pensionamento e un tetto Isee e di 5.000 euro sul conto in banca per il reddito di cittadinanza.
Altri risparmi verranno dalla creazione di un fondo di accantonamento di 2 miliardi di euro e da un taglio di 2,2 miliardi agli investimenti. Queste misure permetteranno un risparmio complessivo di circa 8,9 miliardi.
Per arrivare alla correzione del saldo di bilancio di 10,2 miliardi è previsto un gettito di 0,5 miliardi di euro dall’introduzione della web tax, di 0,5 miliardi dalla tassa sui giochi e di 0,3miliardi dai tagli alle pensioni d’oro e agli incentivi alle imprese.
Nel 2020 dovranno aggiungersi altre misure, perchè la sforbiciata rispetto alla versione originale della manovra sale a 12,2 miliardi, e altre nel 2021, quando ne serviranno 15,9.
Oltre all’eventuale sterilizzazione dell’Iva che scatterà nel 2020, portando l’aliquota fino al 26,5% nel 2021. Ma non basta, perchè bisogna anche tagliare il debito: i 18 miliardi di dismissioni preventivate, obiettivo già molto ambizioso, diventano 19 per il prossimo anno.
A fine 2018 quindi la maggioranza di governo sa che dovrà in qualche modo reperire la cifra-monstre di 24 miliardi di euro per scongiurare gli aumenti dell’IVA e sterilizzare le clausole di salvaguardia.
L’alternativa è l’aumento dell’imposta più importante sui consumi, con conseguente (e probabilissimo) crollo dei settori dell’economia più esposti al problema.
Si parla di un aumento non di due, ma almeno di tre o quattro punti: è stato concordato infatti un rafforzamento delle clausole di salvaguardia che passano per il 2020 dalla attuale e prevista cifra di 13,7 miliardi a 23,1 miliardi e nel 2021 da 15,6 a 28,7 miliardi. O li troveremo o aumenterà l’Iva.
Spiega oggi Il Sole 24 Ore che a offrire i numeri precisi sono le tabelle allegate alla lettera a Bruxelles.
Rispetto alla versione di ottobre, l’Iva cresce di 9,41 miliardi nel 2020 e di 13,183 nel 2021.
Sommati alle clausole che erano ancora presenti nella vecchia manovra, significa che il tutto poggia su aumenti da 51,9 miliardi in due anni (22,9 il primo e 29 il secondo). Si tratta di un’incognita pesante sui saldi, di cui Bruxelles ha scelto di tenere conto a differenza del passato. Proprio la freddezza europea sulle clausole, fin qui bloccate dall’Italia, ne aveva evitato l’inserimento nel primo dossier mandato alla commissione. Ma la mossa si è poi rivelata indispensabile per far quadrare i conti almeno sulla carta.
(da “NextQuotidiano”)
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