L’ISPETTORE SALVINI “RIFIUTATO” DAL CENTRO RACCOLTA RIFIUTI DI ROCCA CENCIA: “NON MI FANNO ENTRARE”
IL CENTRO E’ PARZIALMENTE SOTTO SEQUESTRO DELLA MAGISTRATURA E NON POSSONO ENTRARE ESTRANEI PER RAGIONI DI SICUREZZA, COME RIBADITO GIA’ NOVE MESI FA… SOLO UN MODO PER POI FARE LA VITTIMA, LA PROSSIMA VOLTA PROVI A CITOFONARE
Rifiutato. Possiamo utilizzare questo gioco di parole per descrivere quanto accaduto a Matteo Salvini a Rocca Cencia questa mattina.
Il leader della Lega, insieme ad alcuni consiglieri comunali di Roma Capitale, si era recato per un blitz nel Tmb che, negli ultimi giorni, era stato posto parzialmente sotto sequestro. La procura di Roma, infatti, aveva sospettato che nel centro di conferimento dei rifiuti non fossero state rispettate le normative sulla stabilizzazione dei rifiuti. Matteo Salvini aveva annunciato la sua presenza in loco per vederci chiaro. Tuttavia, questa mattina gli è stato negato l’accesso.
«Verso le 10 sarò alla discarica di Rocca Cencia — aveva scritto questa mattina sui social Matteo Salvini —, con i consiglieri e i cittadini del quartiere, dove ieri è stata sequestrata una parte del trattamento meccanico biologico (Tmb).
Le 10 sono trascorse, ma Matteo Salvini non è stato fatto entrare a Rocca Cencia.
“È la seconda volta, segnalerò l’amministratore delegato di Ama alla magistratura perchè non si capisce il motivo del divieto di ingresso a ispettori pubblici. Forse hanno qualcosa da nascondere».
Matteo Salvini, infatti, sostiene — in quanto senatore e in quanto autorità pubblica — di avere il diritto di entrare anche nell’area sottoposta a sequestro dalla magistratura per effettuare delle ispezioni. Il resto dell’impianto, invece, è attualmente funzionante.
Matteo Salvini, a questo punto, ha chiesto al prefetto chiarezza sul perchè non sia stato fatto entrare. Eppure dovrebbe saperlo bene, visto che l’anno scorso gli è successa la stessa cosa, come ha ricordato lui stesso.
A ottobre si era recato in ispezione al Tmb di Rocca Cencia, ma non era stato fatto entrare per ragioni di sicurezza. Anche in quel caso avvisò il prefetto, ma la situazione si risolse in un nulla di fatto. Perchè perseverare, allora? Per poi fare la vittima.
(da “NextQuotidiano”)
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