L’ITALIA NON SARA’ GIALLA FINO A MAGGIO: SULLE RIAPERTURE SOLO UN TAGLIANDO
DRAGHI CONFERMA LE RESTRIZIONI, SI STUDIA UN CHECK A FINE APRILE, MA NESSUN AUTOMATISMO COME CHIESTO DA LEGA E FORZA ITALIA
Un meccanismo per un tagliando sulle riaperture nella seconda metà di aprile, ma senza alcun automatismo.
È questa la decisione di Mario Draghi in vista del vare del nuovo decreto Covid che domani il Consiglio dei ministri dovrebbe licenziare. “Decidere oggi che sulle riaperture se ne riparla a maggio è un discorso scientificamente e culturalmente sbagliato”.
Continua a martellare su Palazzo Chigi Matteo Salvini, che non si rassegna: per la Lega è inconcepibile che le zone gialle siano sospese per un altro mese da dopo Pasqua, chiede un meccanismo automatico che a partire da metà aprile sblocchi i territori dove il contagio è più sotto controllo.
“Non se ne parla”, rispondono i rigoristi di governo, “la Lega eviti gli slogan, non è più all’opposizione”, replica l’eurodeputata Pina Picierno.
Venerdì scorso, al vertice convocato da Draghi, Giancarlo Giorgetti si è ritrovato in minoranza. Sostenuto sì da Mariastella Gelmini, ma con dall’altra parte il muro eretto da Roberto Speranza, Dario Franceschini e pure da Stefano Patuanelli.
Il premier nei contatti di queste ore continua a ripetere come un mantra che le chiusure o le aperture dipendono dalla situazione epidemiologica, una corsa in avanti potrebbe vanificare tutti gli sforzi fatti finora.
Ecco che nel testo del decreto che domani intorno alle 17.30 approderà in Consiglio dei ministri al momento l’automatismo per consentire le riaperture a partire dal 20 aprile al momento non c’è.
Ma nè Draghi nè la struttura che lavora al testo hanno derubricato la richiesta con una scrollata di spalle. Quello che sostiene l’ex governatore della Banca centrale europea dopotutto è un governo estremamente composito, e le istanze di una buona metà della maggioranza non possono essere semplicemente ignorate.
“L’automatismo? Non ci sarà , ma stiamo studiando una soluzione tecnica per una verifica dei dati”, spiega una fonte che sta lavorando al testo. Una girandola di telefonate attraversa tutti i partiti di governo, al momento non è previsto un supplemento di confronto dei ministri interessati al tema. La perplessità del presidente del Consiglio sul fare un passo che potrebbe essere più lungo della gamba alla fine dovrebbe prevalere.
Il punto di caduta sarà quello di un meccanismo che permetta di fare un tagliando della situazione nella seconda metà del prossimo mese, e che conduca a un ritorno di zone gialle rinforzate nei territori laddove i dati dovessero essere molto buoni. Un segnale politico alla Lega e a Forza Italia, ma che difficilmente avrà un’applicazione pratica.
È l’Istituto superiore di sanità a infliggere un colpo alle posizioni degli aperturisti. Scrive l’Iss in un’indagine condotta con il ministero della Salute e alla Fondazione Bruno Kessler che in Italia “al 18 marzo scorso la prevalenza della cosiddetta ‘variante inglese’ del virus Sars-CoV-2 era del 86,7%, con valori oscillanti tra le singole regioni tra il 63,3% e il 100%”. Con una trasmissibilità del 37% superiore a quella del comune ceppo del coronavirus e con una diffusione così elevata, “le zone gialle sono praticamente inutili a fronteggiarla”, spiegano fonti di governo.
Le stesse fonti che prendono ad esempio il caso britannico: il Regno Unito, il senso del ragionamento, dopo tre mesi di misure restrittive ha annunciato le riaperture con meno di 5mila contagi al giorno, programmandole in maniera scaglionata a partire da maggio.
E il nostro tracciamento, che riporterebbe la situazione in controllo, è efficace se i positivi giornalieri non superano i 7/8mila.
Ne consegue che, salvo un crollo improvviso della curva, almeno per tutto aprile la penisola sarà colorata di rosso e di arancione, e a maggio si vedrà .
Altri pilastri del dl saranno le sanzioni per il personale sanitario che rifiuta di vaccinarsi, sulla cui entità è al lavoro il ministro della Giustizia Marta Cartabia, e uno scudo penale per chi somministra i vaccini, al netto del dolo o della colpa grave.
Potrebbe poi rientrare nel testo una norma che vieterebbe ai presidenti di Regione di chiudere le scuole fino alla prima media, indipendentemente dalle fasce di colore in cui sono collocate.
(da “Huffingtonpost”)
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