LITE BERLUSCONI-SALVINI: IL PARTITO UNICO E’ GIA’ FINITO ANCOR PRIMA DI COMINCIARE
TRA EREDI, DINASTIE ED ESTREMISMI: “CON SALVINI NON SI VINCERA’ MAI”
Il partitone unico del centrodestra, che non è mai nato, è già finito.
E il progetto, com’era prevedibile, naufraga sulla leadership, che Matteo Salvini immagina già sua e che Silvio Berlusconi non vuole in realtà cedere a dispetto dei voti che scemano e del tempo che passa.
«Non ci sono eredi e dinastie, ma i cittadini che dovranno scegliere programmi e candidati», avverte il capo del Carroccio all’indomani dell’uscita berlusconiana sul nuovo partito dei moderati.
«Ha detto di voler scegliere il suo erede, lui però non è la regina Elisabetta», lo sferza da Reggio Emilia senza alcuna remora ormai Salvini, il quale sogna di doppiare o quasi le percentuali di Forza Italia a queste regionali.
Il leader forzista sbarca dopo cinque anni a Napoli, prima delle due giornate campane al fianco di Stefano Caldoro.
Le bordate sono da campagna elettorale, ma come va dicendo Berlusconi ai suoi che chiedono spaesati lumi in queste ore, «dobbiamo ormai smarcarci da Salvini ».
E nel giro di un pomeriggio lui lo fa anche in pubblico: «In tutti i Paesi europei, non è con una destra provocatoria che si riesce a catturare il consenso per governare il Paese».
Il partito che verrà sarà un affare tutto interno a Forza Italia, al Ncd e a chi vorrà starci.
Lo conferma anche il coordinatore degli alfaniani Gaetano Quagliariello: «Nel centrodestra del futuro che siamo impegnati a costruire non c’è spazio per Salvini».
Si parte all’indomani delle regionali. Già , ma come? Il successore non c’è, non si vede all’orizzonte.
Il nuovo brand avrà un richiamo esplicito ai “Popolari”, antidoto al leghismo estremista.
«Ho deciso di dividere il partito in tre grandi aree – ha spiegato Berlusconi a pochi – Il Nord, il Centro e il Sud, ognuno con un suo coordinatore, io sovrintenderò il tutto».
Sarà la fase transitoria in attesa del vero leader. E le ipotesi già si sprecano su chi guiderebbe le tre branche.
Attenzione puntata sugli eurodeputati (eletti in più regioni) al Nord, da Giovanni Toti alla giovane ma già d’esperienza Lara Comi. Antonio Tajani, pur in corsa per la presidenza del Parlamento Ue l’anno prossimo, potrebbe coordinare il centro, in alternativa la già plenipotenziaria senatrice Mariarosaria Rossi. Mara Carfagna in pole al Sud.
Sull’erede a cui aveva fatto cenno il giorno prima, da Napoli Berlusconi non si sbilancia, con molta evidenza perchè ancora non c’è, come confermano i suoi.
Conferma, prima in conferenza stampa in hotel poi dal palco alla Mostra d’Oltremare, che a guidare i moderati sarà una figura non selezionata attraverso le primarie perchè quello è un sistema «manipolabilissimo che ha portato i sindaci peggiori in Italia» selezionati a sinistra. Già , ma allora come avverrà la selezione?
«In democrazia il leader viene scelto dal popolo, solo nelle monarchie il re sceglie il successore», tiene a precisare per spazzare via le voci tornate insistenti sul filo dinastico che porterebbe a Marina se non a Barbara.
Dunque, «ci sono già protagonisti del centrodestra che saranno in grado di proporsi come leader e saranno gli elettori a decidere».
Andrà da Fazio domani sera «grazie al cerchio tragico», dice con autoironia guardando Francesca Pascale, la Rossi sotto il palco.
«Renzi e Salvini vanno in televisione 6 ore a settimana noi abbiamo diminuito i consensi perchè per un anno a Berlusconi è stato impedito di partecipare a comizi e interventi tv per una legge applicata in maniera retroattiva », dice riferendosi alla legge Severino.
Peccato che quella norma non preveda affatto quel divieto.
«Io leader?», si schermisce la Pascale al suo fianco, «assolutamente no, l’unico leader è Berlusconi».
Carmelo Lopapa
(da “La Repubblica”)
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