LO SPEZZATINO ELETTORALE: IN AUTUNNO CI SARANNO SETTE REGIONI AL VOTO, PRATICAMENTE UNA IN OGNI WEEKEND
MARCHE E VAL D’AOSTA APRIRANNO LE URNE A FINE SETTEMBRE, LA CALABRIA HA SCELTO IL 5-6 OTTOBRE , IL WEEKEND SUCCESSIVO SARÀ LA VOLTA DELLA TOSCANA… RESTA ANCORA DA STABILIRE IL VOTO IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA: LE TRE TORNATE POTREBBERO ESSERE ACCORPATE A METÀ NOVEMBRE (IL 15 E 16)
Sette regioni pronte all’elezione dei presidenti e dei consigli e il rischio concreto che oltre 21 milioni di italiani chiamati al voto siano sostanzialmente convocati ai seggi a fine settimana alterni. Per tutto l’autunno. Accantonata la proposta, più volte rilanciata dalle opposizioni, di un election day per Valle d’Aosta, Veneto, Toscana, Marche, Campania, Puglia e Calabria, lo scenario di uno “spezzatino” prende forma.
In assenza di una sintesi al tavolo del centrodestra, che non sembra avere interesse ad accorpare le date, i primi decreti di indizione dei comizi elettorali sono già partiti. Si inizierà con la Valle d’Aosta e le Marche: la prima ha convocato i propri elettori domenica 28 settembre, mentre nelle Marche i seggi resteranno aperti la stessa domenica, ma anche lunedì 29
Una settimana dopo sarà la volta della Calabria: il vice del dimissionario (e ricandidato) Roberto Occhiuto, Filippo Pietropaolo, ha firmato ieri il decreto per le elezioni il 5 e 6 ottobre, andando incontro anche alle richieste delle opposizioni, contrarie al voto a fine settembre, il weekend successivo sarà la volta della Toscana: l’uscente e ricandidato Pd Eugenio Giani ha indetto la consultazione regionale il 12 e 13 ottobre.
Resta ancora da stabilire il voto in Veneto, Campania e Puglia, le amministrazioni in cui permangono anche gli ultimi nodi da sciogliere sulle candidaturUna delle ipotesi in campo è l’accorpamento delle ultime tre tornate a metà novembre, verosimilmente il 15 e 16. Ma non è affatto certo. Per il co-portavoce di Avs, Angelo Bone non si tratta soltanto di una questione tecnica ma è soprattutto un tema politico: «Troppi presidenti di Regione, come Occhiuto e altri, usano la calendarizzazione del voto non per garantire un corretto esercizio democratico, ma per mettere in difficoltà le opposizioni».
(da agenzie)
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