LO STRANO TWEET DEL LEADER XENOFOBO DI PEGIDA A DUE ORE DALL’ATTENTATO DI BERLINO: “E’ STATO UN TUNISINO”
LUTZ BACHMANN SOSTIENE DI AVERLO SAPUTO DA FONTI DI POLIZIA… MA DOPO DUE ORE SI CERCAVA ANCORA IL PAKISTANO, NON CERTO UN TUNISINO… LA POLIZIA LO SMENTISCE: COME FACEVA A SAPERLO?
Mentre continua febbrile la ricerca dell’attentatore di Breitscheidplatz, scoppia il caso Lutz Bachmann.
Il capo del movimento anti islamico e xenofobo Pegida ha twittato due ore dopo l’attentato – alle 22:16 – di avere informazioni riservate della polizia che puntavano a un “musulmano tunisino” e ha aggiunto che il fatto che del caso si fosse incaricata la procura generale confermava “la veridicità ” della soffiata.
Va ricordato che nella notte dell’attacco era stato arrestato un profugo pachistano e che il tunisino Anis Amri è emerso tra i sospettati soltanto il giorno dopo.
E quando è venuto fuori, Bachmann ha twittato, compiaciuto, “insomma la mia informazione era giusta? La polizia cerca un tunisino…”.
A chi gli ha chiesto spiegazioni su Twitter, il leader islamofobo ha risposto “è semplice, basta avere i contatti giusti e un whistleblower che ne ha abbastanza delle bugie”.
La polizia nega categoricamente.
Il portavoce, Winfrid Wenzel, ha detto che Amri è entrato nel mirino della polizia soltanto il giorno dopo: il documento che puntava ad Amri si trovava nell’abitacolo del tir ed è spuntato ufficialmente ore e ore dopo l’attacco.
Tanto che qualcuno si è lanciato anche in un commento macabro, come il profilo fake del bonzo della DDR Willi Stoph: “Se cercate altri due giorni nel tir, sicuramente ci trovate l’attentatore”.
Resta la domanda: come faceva Lutz Bachmann a sapere che l’attentatore era davvero un tunisino?
(da agenzie)
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