L’ORA DEL SOSPETTO: I VELENI M5S SU GIORGETTI, I NUOVI “RESPONSABILI”, LE VOCI DI CRISI
SI LAVORA SOTTOTRACCIA A UN GOVERNO DI CENTRODESTRA CON SALVINI PREMIER E CON L’APPOGGIO DI UNA CINQUANTINA DI ASCARI CHE TEMONO LE ELEZIONI
Più indizi non fanno una prova, però danno un’idea.
E il primo è la sigaretta di Salvini, che ha ricominciato a fumare. In cortile gira su se stesso come un leone in gabbia, attaccato a telefono. Scontroso. Chiede di stare da solo. Esce, entra. Nervoso.
Perchè sull’Anticorruzione si gioca la tenuta della maggioranza.
E chissà se un altro indizio è ciò che Luigi Di Maio ripete ai suoi analizzando, per l’ennesima volta, la dinamica dell’incidente di martedì sera, quando una fronda nella Lega ha mandato sotto il governo sull’emendamento ribattezzato come “salva-corrotti”: “Io di Matteo mi fido, degli altri invece…”.
Quando si parla di trame, giochi d’aula, manovre sottotraccia i sospetti si addensano sempre su Giancarlo Giorgetti, il terminale dell’insofferenza del partito del Nord su questo governo gialloverde.
Quotidianamente riceve decine di telefonate in cui si sente ripetere che così non si va avanti. E, in fondo, non la pensa tanto diversamente.
Tutti quelli che parlano con lui, e non sono pochi nè a palazzo Grazioli nè dalle parti della Meloni gli attribuiscono una frase diventata un cult: “Dopo la manovra può succedere di tutto”.
Frase, così raccontano, sempre detta in modo scontroso, con l’aria sempre più pessimista. Perchè ormai non solo è finita la luna di miele, ma la questione è sdoganata nelle stanze che contano, in un clima di crisi strisciante: se e come andare avanti.
È una scena surreale, per un osservatore qualsiasi. La bocciatura europea della manovra è la grande rimozione, perchè “si sapeva”, annunciata come la “letterina di Natale”.
Invece c’è il problema dell’incidente da ricomporre, con tutto il governo che piomba a presidiare l’Aula, in un clima di reciproca diffidenza, attraverso una photo opportunity che immortala Conte, Di Maio e Salvini ai banchi del governo.
Uniti, ma gelidi, con i volti tirati.
Salvini, grande matador dell’Aula, si muove, parla coi relatori, va tra i banchi della maggioranza e dell’opposizione, si mostra collaborativo, leale sul provvedimento bandiera dei Cinque Stelle. Come a dire che tutto è stato un incidente di percorso, un gigantesco equivoco.
È impensabile, dicono i suoi, che “Giancarlo possa fare un’operazione senza che Salvini lo sappia”, troppo comodo, troppo facile.
Al limite i due giocano al poliziotto buono e poliziotto cattivo, ma il sodalizio non è in discussione. Però c’è un’aria strana, fatta di segnali e voci che ancora non fanno una trama.
I Mr Wolf dei vari partiti, si sa, si conoscono, si sentono. E Luca Lotti, il Mr Wolf del Pd, parlando con qualche deputato dei suoi, la vede così: “Guardate che non si vota, l’operazione è un’altra. Un governo di centrodestra, allargato ai responsabili, che porti Salvini a palazzo Chigi. Lo farà dopo le Europee. Giorgetti ha già gli elenchi, anche se non sono completi”.
La regola dei due mandati crea un ampio bacino di pesca tra chi non vuole andare a casa, dopo essersi coccolato nei velluti dei Palazzi.
A ben vedere, proprio sull’incidente, si è manifestata quest’altra maggioranza, con gli ex Cinque Stelle nel ruolo dei nuovi responsabili.
Ecco Salvatore Caiata, presidente del Potenza calcio, ex M5s, ora nel misto, che parla fitto con la Gelmini: “Le vie del Signore — dice — sono infinite”.
L’altro è Catello Vitiello, l’autore dell’emendamento, che si aggira in Transatlantico con l’aria di chi la sa lunga. Sorrisi, parlamentari che si prendono sottobraccio, abboccamenti più o meno discreti. Nei panni dell’osservatore, Ettore Rosato dice: “C’è già la fila — dice Ettore Rosato — e se Salvini dice ‘ragazzi, prendo solo i primi cinquanta, inizia la corsa…”.
E chissà se è un caso che proprio la parola “responsabili” è stata pronunciata da Antonio Tajani in un’intervista al Corriere: “Il centrodestra — ha spiegato — può governare con Salvini e i responsabili”.
Proprio a Tajani Salvini quale giorno fa aveva inviato un messaggio collaborazione, assai distensivo. Non è ancora un disegno compiuto. E forse nemmeno abbozzato, ma certo un’opzione sul tavolo che dà grandi margini di manovra a Salvini: due tavoli su cui giocare, alimentando sospetti, retropensieri e nervosismi.
Anche Silvio Berlusconi si è risvegliato dal suo letargo se, negli ultimi giorni, ha invitato baldanzoso i suoi a “stare pronti”, perchè con la manovra, non con l’anticorruzione, può succedere di tutto.
Un po’ come dice Giorgetti. Indizi.
(da “Huffingtonpost”)
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