M5S CAMBIA LA PROPRIETA’? A GRILLO SUCCEDE BEPPE, IL NIPOTE ENRICO E IL SUO COMMERCIALISTA
AL VIA LE COMUNARIE PER ROMA SOTTO LA REGIA DI CASALEGGIO
Una svolta pratica e politica nel giorno in cui inizia una settimana decisiva per il Movimento 5 Stelle in vista delle amministrative.
La scelta di Beppe Grillo di trasformarsi in “elevato”, ovvero in colui che guarda dall’alto il Movimento 5 Stelle, ha il primo effetto concreto.
Da oggi, ufficialmente, il nome del leader non sarà più nel simbolo: il passaggio era stato già deciso dalla Rete tre mesi fa attraverso un sondaggio, ma adesso è diventato effettivo. La differenza non è soltanto grafica, come è ovvio.
Nel nuovo logo, formalmente registrato, non appare più la scritta “beppegrillo.it” ma “movimento5stelle.it”.
La diretta conseguenza è che il nuovo simbolo non è più di proprietà di Beppe Grillo, come lo era quello precedente, su cui il leader infatti ha sempre rivendicato il potere di togliere il logo alle amministrazioni dissidenti.
D’ora in poi sarà dell’associazione Movimento 5 Stelle, con sede in via Roccataglia Ceccardi n.1/14 a Genova, studio legale di Enrico Grillo, nipote del più famoso Beppe.
L’Associazione è stata fondata, con atto notarile, da Beppe Grillo, che è il presidente, dal nipote-avvocato Enrico, che ha la carica di vicepresidente, e dal commercialista Enrico Maria Nadasi.
Dettaglio da non sottovalutare riguarda il fatto che il mandato di Beppe Grillo come presidente scade tra meno di un mese e, se davvero il leader è intenzione a mettersi da parte, non è escluso che Grillo junior possa avere un ruolo sempre più di primo piano essendo già socio fondatore dell’associazione.
Per questo i prossimi mesi, a partire già da questa settimana, saranno determinanti per le sorti del Movimento, che deve uscire dal caos territori.
In bilico, in un momento così delicato, è anche l’incarico di Luigi Di Maio attualmente responsabile degli Enti locali.
L’ultimo caso, come se non fosse bastato quello di Quarto, riguarda il Comune di Bagheria e l’abuso edilizio del sindaco pentastellato, con annesse dimissioni dell’assessore all’urbanistica.
Ma scottati dalla cacciata del sindaco di Gela e dalle varie spine territoriali nel fianco, adesso i grillini vogliono conquistare Roma.
Sotto il Colosseo per giorni si è attesa la pubblicazione dei video dei 200 aspiranti candidati al Comune di Roma. E poi, ecco il post firmato da Roberta Lombardi: “Per la prima volta a Roma cittadini onesti potranno scegliere altri cittadini onesti come propri portavoce nelle istituzioni. Niente stanze segrete dei partiti, niente nomine dirette. In una parola: democrazia diretta. Quello di oggi è il primo passo”.
I candidati sono di tutte le età (la media è 47 anni), con curriculum diversi e il più variegati possibile. C’è la ortodermista, un project manager di Telecom, ma anche un docente di statistica, una insegnante con 4 lauree e un attivista che dichiara di aver avuto la tessera di Forza Italia “ma solo per un anno”.
Presenti anche tanti avvocati, un agente della Guardia di finanza, un poliziotto e altro ancora.
Ci sono anche i quattro ex consiglieri comunali, due di questi e cioè Marcello De Vito e Virginia Raggi vengono dati per favoriti nella corsa per la poltrona più alta, quella del candidato sindaco. Sarà possibile votare da venerdì.
Per adesso invece i 9500 iscritti al blog e con diritto di voto possono visionare i profili dei candidati. Candidati che, una volta eletti, se dovessero cambiare casacca dovranno pagare una multa di 150mila euro. Provvedimento, per adesso, preso solo per la Capitale dove il rischio trasformismo viene considerato più alto rispetto a Torino e Milano.
Comunque sia ora la macchina romana è in moto, eppure la partenza è stata a rilento. La causa? “Problemi tecnici”, hanno ripetuto come un mantra dalla Casaleggio Associati. Circostanza che ha fatto spazientire, e non poco, i grillini capitolini dal momento che il Movimento ha sempre fatto della democrazia in Rete, della tecnologia e della comunicazione online i suoi tratti distintivi.
Alla base, tuttavia, non ci sarebbero stati solo problemi tecnici ma anche dubbi nel quartier generale di Milano sulla solidità dei candidati.
Nessuno di questi ha infatti folgorato Casaleggio, tanto che sarà un mini-direttorio, formato dai romani Alessandro Di Battista, Roberta Lombardi e Paola Taverna, a condurre la campagna elettorale.
A Napoli il quadro è ancora incerto. Gianroberto Casaleggio e Roberto Fico hanno in mente un candidato per uscire dall’alta marea delle liste campane: la storica attivista locale Francesca Menna, docente di igiene e sanità pubblica veterinaria all’università Federico II. Ma come ha confidato alcuni giorni fa il componente del Direttorio ad alcuni deputati: “Finchè non vedo la lista non so neanche se correremo”.
(da “Huffingtonpost”)
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