MA CERTI VIROLOGI DOVE LO TROVANO IL TEMPO DI ANDARE SEMPRE IN TV?
IL CASO BASSETTI E NON SOLO
Succede una cosa molto strana. Io sono una persona abbastanza impegnata. Diciamo anche molto. Ho la radio, il giornale, il sito, un programma tv nel weekend con trasferta annessa, un figlio adolescente, un fidanzato, se avanza tempo un parrucchiere ogni tanto, più varie ed eventuali.
Però insomma, non eseguo operazioni a cuore aperto e se faccio qualcosa così così il mondo se ne fa una ragione. Mi è però difficile incastrare altro, nelle mie giornate. Ricevo, ogni settimana, diversi inviti in tv in qualità di opinionista/intervistata, ad eventi ed altro.
A qualcosa mi piacerebbe anche dire sì, ma mi trovo nella spiacevole condizione di dover dire quasi sempre no o “più in là ” attendendo tempi migliori, per un semplice, banale motivo: non ho tempo.
Qualcuno si è anche offeso e me ne dispiaccio, ma fare l’opinionista di professione e spalmarsi su tre, quattro, cinque programmi a settimana in orari diversi, interrogati su tutto, richiede tempo ed energie che puoi avere se non fai altro, o quasi.
Perchè se vai in studio devi arrivare almeno mezz’ora prima, farti microfonare, tornare a casa. Partono ore. Se fai il collegamento da casa, ti si piazza qualcuno in salotto un’ora prima, prove luci e audio e così via.
Il collegamento Skype è più rapido, ma insomma, fai la prova, ti trucchi, ti dai una sistemata e va via sempre un sacco di tempo. E qui vengo al punto.
Osservo con stupore la massiccia presenza di miei colleghi in tv, anche direttori di giornali e mi chiedo come facciano. Ma vabbè, sono giornalisti, diciamo che esprimere opinioni può rientrare nella sfera degli impegni lavorativi. E’ anche promozione per le proprie testate, quindi capisco.
Mi chiedo però come facciano, nel mezzo di un’epidemia, alcuni virologi/epidemiologi/infettivologi/medici, a stare sempre in tv, in radio, intervistati sui giornali.
Me lo chiedo seriamente. Matteo Bassetti negli ultimi venti giorni è stato da Porro, a Cartabianca, a Domenica In, Quarta Repubblica, Tagadà , Non è l’Arena, Barbara D’Urso, L’aria che tira, Coffee Break, nel programma della Fagnani, da Formigli a Piazzapulita, più interviste a tutti i giornali da La Stampa a Cuneo24, compresa la consegna del Carciofo d’oro ad Albenga.
Cioè, un infettivologo, direttore della clinica malattie infettive San Martino di Genova, presidente del Sipa e pure dello Yacht Club Tigullio 1916, nel pieno di una pandemia, con casini inimmaginabili da risolvere e questioni di una certa complessità di cui occuparsi, con pazienti, colleghi da gestire, ascoltare, monitorare, con una situazione sanitaria in rapida evoluzione e una famiglia a casa, ha più tempo di me? Di me?
Se la mia vita è più piena di quella di un infettivologo durante un’epidemia mondiale, è evidente che la mia sia un’autentica vita di merda.
E mica solo Bassetti, sia chiaro. Così molti altri suoi colleghi ed esperti. Ma anche il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri, a quanto pare, è meno impegnato di me. Ripeto, DI ME.
Negli ultimi dieci giorni è stato a Porta a Porta, da Giletti, due volte a L’Aria che tira, da Formigli, da Del Debbio, da Mario Giordano, a Cartabianca, da Floris e così via, roba che uno dice: va bene andare in tv a informare il Paese, ma non so se il Paese si sente tranquillo nel sapere che un viceministro della Salute passa più tempo con Myrta Merlino che col Comitato tecnico scientifico.
Selvaggia Lucarelli
(da TPI)
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