MACERATA: “SI AUTORIZZI LA MANIFESTAZIONE DI DOMANI”
ANPI E ARCI FANNO MARCIA INDIETRO E LE “MADRI PER ROMA CITTA’ APERTA” ATTACCANO MINNITI
Colpo di scena. Dopo le polemiche di questi giorni, l’Anpi nazionale fa marcia indietro. O almeno si ritaglia uno spazio di cuscinetto tra l’appello del sindaco di Macerata, Romano Carancini, ad annullare tutte le manifestazioni sui fatti della scorsa settimana e il diritto a scendere in piazza contro ogni fascismo e razzismo.
Poco dopo anche l’Arci nazionale fa la stessa scelta.
“L’Anpi nazionale invita le autorità competenti ad autorizzare la manifestazione di domani e contestualmente invita tutti coloro che vi parteciperanno a far sì che essa si svolga in modo assolutamente pacifico”, recita una nota. Ma sulla manifestazione anti-razzista – confermata comunque da centri sociali, sezioni dell’Anpi e dell’Arci locali, Fiom, una parte di Leu e Potere al Popolo – prende parola con una lettera al sindaco di Macerata anche il comitato ‘Madri per Roma città aperta’, associazione nata dopo la morte di Renato Biagetti, giovane ingegnere romano ucciso a coltellate da due giovani neofascisti nel 2006.
“Signor Sindaco, insieme al Ministro degli Interni, lei sta impedendo nella sua città il libero manifestarsi delle idee antifasciste, riconosciute dalla nostra Costituzione”, scrivono le mamme di questo comitato. Ne fanno parte anche la madre di Dax, Davide Cesare, ucciso da giovani di ambienti di estrema destra a Milano nel 2003, e Heidi Giuliani, la madre di Carlo ucciso a Genova da un carabiniere negli scontri anti-G8 2001.
Quanto all’Anpi, le pressioni della base hanno prodotto questa nota:
L’ANPI Nazionale ha deciso di accogliere l’appello del Sindaco di Macerata per senso di responsabilità e per sensibilità nei confronti della comunità cittadina. E’ stata una scelta sofferta, ma ponderata e libera.
Altra cosa è il divieto di tutte le manifestazioni, che metterebbe di fatto sullo stesso piano quelle fasciste e quelle antifasciste. Per di più, vietare la manifestazione prevista a Macerata per domani che comunque sarà partecipata comporterebbe con ogni probabilità tensioni e incidenti. Proprio ciò che il Sindaco voleva evitare con il suo appello.
Per questa ragione l’Anpi nazionale invita le autorità competenti ad autorizzare la manifestazione di domani e contestualmente invita tutti coloro che vi parteciperanno a far sì che essa si svolga in modo assolutamente pacifico.
La presidente nazionale dell’Arci Francesca Chiavacci lancia un appello al ministro dell’Interno Minniti perchè la manifestazione che si terrà domani a Macerata contro il fascismo e il razzismo venga autorizzata.
Si faccia di tutto per evitare che a un corteo promosso per condannare la sparatoria
contro sei giovani stranieri, per riaffermare i valori della nostra democrazia e della
Costituzione, venga impedito di sfilare. Tanto più dopo la presenza in città ieri di Forza nuova e il giorno prima di esponenti di Casapound. Sono le forze neofasciste che devono essere condannate e fermate, non chi vi si oppone e vuole testimoniarlo pubblicamente.
Ora di fatto la palla passa al sindaco e al Viminale. Ieri il ministro Marco Minniti, in un’intervista a Repubblica, ha dichiarato:
Ringrazio l’Anpi per aver rinviato la manifestazione di sabato accogliendo l’appello del sindaco. Spero che facciano lo stesso le forze politiche. Se non succede, ci penserà il Viminale a vietarle
La lettera delle ‘Madri per Roma città aperta’ rivendica il diritto a manifestare domani a Macerata dopo i fatti della scorsa settimana: l’omicidio di Pamela e la sparatoria contro un gruppi di immigrati da parte dell’ex candidato della Lega, Luca Traini.
E arriva nel pieno delle polemiche per l’appello del sindaco Romano Carancini a non scendere in piazza per “farsi carico del dolore, delle ferite e dello smarrimento della mia città “.
L’appello è stato adottato da tutte le forze politiche – tranne una parte di Leu e Potere al Popolo – dalla dirigenza nazionale di Cgil, Anpi e Arci, ma non dalla Fiom, da moltissimi circoli locali dell’Arci, da alcuni dell’Anpi e dai centri sociali: che domani saranno in piazza.
Ecco cosa scrivono le ‘Madri per Roma città aperta’:
Signor Sindaco di Macerata,
Renato Biagetti, ingegnere di 26 anni, il 27 agosto 2006 moriva a Roma assassinato da due giovanissimi fascisti con otto coltellate, mentre usciva da un concerto di musica reggae. Il giudice che li ha condannati ha evidenziato nella sentenza la gravità del gesto perchè in esso c’era la rivendicazione di un territorio.”Questo quartiere è nostro tu sei un diverso e devi morire”.
Le parole che hanno decretato la morte di Renato hanno anticipato le parole che sono ogni giorno sulla bocca di cittadini, politici, media italiani ” L’Italia agli italiani” ” Fuori tutti gli immigrati”.
Signor Sindaco per un giudice queste parole sono un’aggravante di un reato. Lei non si è preoccupato che un suo cittadino con queste idee nella testa abbia tentato una strage di persone innocenti, la cui “colpa ” era solo quella di essere cittadini stranieri.
Lei non ha immediatamente raccolto i suoi cittadini intorno al dolore delle persone colpite, prendendo le distanze dal loro concittadino, dichiaratamente fascista e razzista, che li aveva feriti.
Signor Sindaco, il fascismo e il razzismo non sono opinioni che si possano manifestare liberamente nelle città italiane. Sono un crimine condannato dalla nostra Storia di Liberazione e dalla Costituzione che lei serve come Istituzione. Lei, signor Sindaco, ha preferito pronunciare questo appello: “«È il tempo della comunità , della nostra comunità . Si fermino tutte le manifestazioni».
Signor Sindaco lei vuol forse farci intendere: che la sua comunità è più importante della Costituzione, dei suoi principi antifascisti e antirazzisti?
che la sua comunità rimarrebbe turbata se i suoi concittadini antifascisti e antirazzisti, insieme ad altri cittadini antifascisti e antirazzisti riempissero le strade della sua città per ripetere che l’Italia ripudia il fascismo e il razzismo e la violenza?
Signor Sindaco , insieme al Ministro degli Interni, lei sta impedendo nella sua città il libero manifestarsi delle idee antifasciste, riconosciute dalla nostra Costituzione.
Signor Sindaco lei dovrebbe aver paura di quel silenzio che ha chiesto, non della voce degli antifascisti.
(da “Huffingtonpost”)
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