MACRON, OGGI I MINISTRI: SARANNO SIA DI DESTRA, CHE DI SINISTRA CHE DI CENTRO
PRIMA DELLA NOMINA LI FA CONTROLLARE TUTTI DALL’AUTORITY SULLA TRASPARENZA E DAL MINISTERO DELLE FINANZE: NON DEVONO AVERE CONFLITTI DI INTERESSE
Ancora poche ore prima di conoscere i nomi dei ministri che comporranno la squadra di governo di Emmanuel Macron.
Inizialmente previsto per oggi, l’annuncio è slittato alle 15:00 di domani. In un comunicato diffuso dall’Eliseo si legge che “il Presidente della Repubblica, insieme al Primo ministro, ha voluto introdurre un tempo di verifica affinchè la direzione generale delle Finanze pubbliche e l’Alta Autorità per la trasparenza della vita pubblica possano realizzare i controlli necessari” per verificare che le personalità designate non abbiano “conflitti di interessi”.
Un controllo fiscale, dunque, già annunciato domenica dal settimanale Le Journal de Dimanche, che a quanto pare ha richiesto più tempo di quanto inizialmente previsto. La paura è che si verifichi un caso simile a quello del 2014, quando Thomas Thevenoud fu investito da uno scandalo riguardante una presunta evasione fiscale solamente nove giorni dopo essere stato nominato Segretario di Stato da Hollande.
Intanto, continua il toto ministri sui possibili nomi in lizza.
Come annunciato dallo stesso Macron a marzo, il gruppo che andrà a formare il governo sarà composto da non più di quindici ministri, provenienti da diversi schieramenti politici, con un numero uguale di donne e uomini.
Tra i criteri annunciati, c’è quello riguardante il cumulo dei mandati, che esclude dalla corsa tutti coloro che hanno “più di tre mandati identici consecutivi”. Un governo eterogeneo, composto da diverse figure che, secondo lo stesso Macron, dovranno incarnare “il rinnovamento” e “la ricomposizione politica”.
Nel gruppo dei favoriti ci sono i fedelissimi della prima ora, coloro che hanno scommesso sulla candidatura di Macron durante la campagna elettorale.
Tra questi il socialista Jean-Yves Le Drian, uno dei nomi di spicco della sinistra francese, già ministro della difesa sotto il governo di Hollande. Schieratosi lo scorso marzo al fianco del candidato di En Marche!, Le Drian dovrebbe mantenere il suo posto all’Hotel de Brienne, garantendo così stabilità in uno dei ministeri più importanti.
Nella schiera dei socialisti c’è poi Gerard Collomb, il sindaco di Lione che la scorsa domenica non è riuscito a trattenere le lacrime dopo l’investitura di Macron all’Eliseo. Collomb è stato il primo rappresentante socialista a dare il suo endorsement a Macron.
Secondo alcuni media francesi, dovrebbe andare a capo del Ministero dell’Interno, anche se per Place Beauveau ci sono altri deputati della sinistra come Richard Ferrand e Cristophe Castaner.
Ai blocchi di partenza c’è poi Franà§ois Bayrou, sindaco di Pau e presidente del partito centrista dei MoDem che ha sostenuto la candidatura di Macron a discapito del repubblicano Franà§ois Fillon. Secondo quanto promesso da Macron, alle prossime legislative En Marche! dovrebbe presentare almeno un centinaio di candidati provenienti da MoDem.
Per il quotidiano Sud Ouest il leader centrista diventerà il prossimo Ministro della Giustizia, notizia smentita dal diretto interessato che commentato l’informazione definendola come “totalmente sbagliata”.
Bayrou potrebbe portare con se altri centristi, come l’eurodeputata Sylvie Goulard, che inizialmente veniva vista come possibile Primo Ministro e adesso aspirante Ministro degli Esteri.
Tra i futuri membri del prossimo governo sono previste anche alcune figure di rilievo provenienti dai Rèpublicains. La nomina del juppeista Edouard Philippe alla carica di Primo Ministro potrebbe aver spianato la strada ad altri personaggi, pronti a schierarsi al fianco del nuovo Presidente della Repubblica.
Secondo una fonte citata dall’agenzia francese Afp, Bruno Le Maire sarebbe pronto a dirigere il Ministero degli esteri o quello della Difesa. L’ex candidato alle primarie di novembre e deputato nella regione della Normandia in queste ultime settimane ha lanciato diversi messaggi mostrandosi disponibile a collaborare con il nuovo governo.
Anche la deputata Nathalie Kosciusko-Morizet sarebbe in corsa per un posto da Ministro. Ex portavoce di Sarkozy e deputata nella regione dell’Ile-de-France, NKM è tra le firmatarie di un appello lanciato ieri da alcuni deputati della destra e del centro, nel quale si richiede ai partiti di “rispondere alla mano tesa” da Macron. Il quotidiano Le Figaro la darebbe alla Difesa, ma lei stessa ha smentito ogni indiscrezione dichiarando di non aver “chiesto nulla” e che “nulla è stato proposto”.
Tra i deputati repubblicani c’è poi Jean-Louis Borloo, ex ministro dell’Economia e dell’Ambiente sotto Sarkozy, che potrebbe tornare ad occuparsi di Ecologia, o Jean Pierre Raffarin, Primo Ministro sotto Jacques Chirac e candidato alla direzione del Quai d’Orsay.
Tra i pretendenti a caccia di un posto circolano inoltre molti nomi provenienti dalla società civile, come quello di Thierry Breton, ex ministro dell’economia sotto Jacques Chirac e attualmente dirigente del gruppo Atos, che secondo BFMTV potrebbe tornare a dirigere Bercy, o Christiane Lambert, presidente della Federazione Nazionale dei sindacati agricoli, possibile ministro dell’Agricoltura. La lista comprende anche Nicole Notat, ex segretaria del sindacato nazionale della CFDT eventualmente al Ministero del Lavoro, e Jean-Pisani-Ferry, economista vicno al Partito Socialista tra i realizzatori del programma economico di En Marche! e quindi candidato per un posto al Ministero dell’Economia.
Nel nominare i prossimi ministri del suo governo, Emmanuel Macron sarà costretto ad un delicato esercizio di equilibrismo tra le varie parti politiche, in bilico tra il rinnovamento e la stabilità .
Le nomine dovranno consolidare l’immagine dell’esecutivo agli occhi dell’elettorato che l’11 e il 18 giugno si recherà alle urne per le elezioni legislative. Per questo, sarà necessario confermare quel superamento tra destra e sinistra diventato la pietra angolare su cui costruire una maggioranza stabile e convincente.
(da “Huffingtonpost”)
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