MARINE LE PEN ADDITA LA MELONI COME TRADITRICE DEL SOVRANISMO: “SI È SENTITA OBBLIGATA A DIVENTARE VITTIMA DEL CORDONE SANITARIO IN EUROPA”
“GIORGIA MELONI NON HA VOLUTO UN GRUPPO COMUNE. È STATA VON DER LEYEN A DIRLE CHE SAREBBE STATA TRATTATA COME UN PARIA E NON AVREBBE AVUTO UNA VICEPRESIDENZA E LEI HA ACCETTATO”… MARINE LE PEN ATTACCA MELONI ANCHE SUI CPR IN ALBANIA: “NON E’ QUELLA LA STRADA”
“Io sono profondamente euroscettica. Non sono contro l’Europa, ma credo che il suo funzionamento attuale sia anti-democratico, anti-nazionale e completamente contrario alle sovranità delle nazioni”: lo ha detto Marine Le Pen, leader del Rassemblement National (Rn) in Francia, in un’intervista concessa al giornale spagnolo El País.
L’idea di un gruppo comune al Parlamento europeo con dentro sia il Rassemblement National (Rn) francese sia Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni non è andata a buon fine in quanto l’attuale premier italiana “non ha voluto”: è quanto sostenuto dalla leader del partito transalpino, Marine Le Pen, in un’intervista rilasciata a El País.
“Non è che non avremmo potuto trovare elementi comuni, ma è stata la stessa Von der Leyen a dirle che, in caso di alleanza con noi, sarebbe stata trattata come un paria, senza vicepresidenze in Commissione, senza presidenze, senza niente. E Meloni si è sentita obbligata a diventare vittima di questo cordone sanitario”, ha aggiunto la politica francese.
Le Pen ha anche detto che la premier italiana ha “un rapporto con Von der Leyen” che lei non vuole “appoggiare”, in quanto l’attuale Commissione europea rappresenta “tutto ciò” a cui è contraria. E ha osservato che “l’Italia ha bisogno di appoggiarsi sull’Ue” per motivi economici, come dimostra il Pnrr “essenziale per la sua stabilità finanziaria”, mentre il suo partito “non è nella stessa posizione”.
Alla domanda su cosa pensi del modello proposto da Meloni per gestire gli arrivi dei migranti, consistente nel creare centri in Paesi terzi come l’Albania, Le Pen ha risposto: “Non credo che quella sia la soluzione. Bisogna implementare politiche di dissuasione. Bisogna trattare i casi di asilo in consolati e ambasciate straniere. Nessuno dovrebbe poter mettere piede in Europa senza la dovuta autorizzazione”.
(da agenzie)
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