MARONI PARTE PER TUNISI COL TURBO E TORNA A CAVALLO DEL CAMMELLO… ENNESIMA FIGURACCIA
AVEVA GARANTITO CHE I 1.000 TUNISINI SBARCATI A LAMPEDUSA SAREBBERO STATI RIMPATRIATI IMMEDIATAMENTE… “MARTEDI’ VADO A TUNISI E SISTEMO TUTTO IO”… ALLA FINE LA TUNISIA ACCETTERA’ IL RIENTRO DI SOLI 500 CONNAZIONALI E PURE SCAGLIONATI IN DUE MESI…PER GLI ALTRI NON SE NE PARLA… IN CAMBIO L’ITALIA CACCIA ALTRI SOLDI AL GOVERNO TUNISINO… NEL FRATTEMPO CHE NE RIMPATRIAMO 500 SU 1.000 NE ARRIVERANNO MAGARI ALTRI 2.000 A LAMPEDUSA
Mentre a Lampedusa la popolazione continua la protesta contro la politica governativa di voler fare dell’isola la sede non solo del Centro di prima accoglienza, ma anche del Centro di identificazione ed espulsione, facendo così diventare il centro turistico una piccola Guantanamo, mentre il sindaco dell’isola chiede a gran voce le dimissioni per incompetenza del ministro leghista Maroni, restano sull’isola, dopo gli inevitabili trasferimenti a Bari dei minori e dei richiedenti asilo politico, circa 1.200 clandestini sbarcati nelle ultime settimane.
Di questi, circa 1.000 sono tunisini e su di loro si è concentrata l’attività del ministro Maroni che, prima di partire martedì per Tunisi, aveva proclamato: “Vado a Tunisi per far firmare l’accordo al governo tunisino per l’immediato rimpatrio dei 1.000 clandestini di Lampedusa”, facendo intendere che la questione si sarebbe risolta entro fine settimana anche per i lampedusani.
Addirittura Bossi aveva garantito che “era già pronta la nave” per imbarcare i mille tunisini… dove l’avesse vista non si sa, scherzi degli eccessi di coca cola forse.
Passa martedì e di Maroni non si sa nulla, lui, sempre così sollecito a informarci dei suoi “successi”, da Tunisi tace, passa quasi l’intera giornata di mercoledì … silenzio, cominciamo a preoccuparci, poi finalmente sul far della sera uno stringato dispaccio di agenzia, con una dichiarazione solo di parte italiana, nel silenzio di quella tunisina.
Dei mille tunisini bloccati a Lampedusa e che avrebbero dovuto ripartire entro 24 ore dalla firma dell’accordo, solo 500 verranno rimpatriati e pure gradualmente nell’arco di ben due mesi.
La Tunisia, scherzo del destino, non vuole rimpatri di massa per evitare forti impatti mediatici interni. L’opposto di quello che fa normalmente Maroni, in pratica, che ama la grancassa pubblicitaria dei media ogni volta che “sputa controvento”.
Una missione fallimentare sia per il numero che per i tempi: a questo punto, ci si chiede, che si farà con i 500 tunisini che invece rimarranno a Lampedusa?
Tanto valeva spostarli in altre strutture subito come si è sempre fatto, o si pensa di creare un penitenziario permanente sull’isola, sapendo che non ci sono sbocchi per un rimpatrio?
Ovviamente per far riprendere i 500 connazionali, abbiamo dovuto garantire al governo di Tunisi altri aiuti strutturali nella lotta all’immigrazione clandestina, assistenza tecnica e contributi economici.
Sorge spontanea un’osservazione: in questi due mesi in cui gradualmente verranno rimpatriati 500 tunisini, quanti ne arriveranno a Lampedusa con le carrette del mare? Magari altri 2.000 come avvenuto ultimamente?
E li stiperemo tutti nel nuovo centro di espulsione, senza poi poterli espellere? Causando ulteriori conflitti con la popolazione dell’isola?
Ma che mente geniale è riuscita a infognarsi in una situazione del genere solo per l’arroganza di voler imporre e vendersi in Tv una “linea dura” che nella realtà è un colabrodo senza senso e costrutto?
Invece di tessere la rete con pacatezza e umiltà , sobrietà e rispetto dei valori umani, si è lasciata libera una componente che rappresenta un misero 8% degli elettori italiani di cazzeggiare su un fronte primario come la sicurezza della nazione e dei cittadini tutti.
Per soli fini elettorali, spacciando per successi delle ritirate patetiche su tutti i fronti, riuscendo persino a far ribellare un’isola che aveva votato centrodestra a stragrande maggioranza. Complimenti al cuoco.
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