MELONI ALL’ANGOLO AGITA IL NO
A FORZA DI GIOCARE SU DUE TAVOLI PER LE POLTRONE, RISCHIA DI PERDERE PURE I CONSERVATORI POLACCHI E ORBAN
Meloni capisce di non aver avuto torto ad anticipare il suo arrivo a Bruxelles di qualche ora. In tasca ha un pre-accordo con Ursula. Le assicurerà i voti di Fratelli d’Italia ma in cambio vuole ottenere un riconoscimento politico, avere una vicepresidenza con deleghe di peso – preferibilmente economiche – nella futura Commissione. Sembra più facile di quanto lo sia nella realtà.
Prima Donald Tusk, poi Olaf Scholz la freddano dichiarando di non avere bisogno dei suoi voti. Sono dichiarazioni nette, chirurgiche che Meloni legge come dirette a umiliarla.
Il premier polacco è uno dei due negoziatori del Ppe, il cancelliere tedesco ha lo stesso incarico per i socialisti di S&D.
«Se pensano di farcela da soli, senza di noi facciano pure. Se la vedranno in Parlamento» commenta Meloni secondo quanto riportato dai suoi. È tattica, ma è anche l’unica strada che le sembra possibile. Meloni sa di non avere molte leve, per incidere sulle nomine dei vertici di Commissione, Consiglio e Parlamento europeo.
Si rivede il gruppo di Visegrad, solo che adesso, almeno per un giorno, ne fa parte anche l’Italia. Quando dall’albergo escono, da soli, uno dopo l’altro, Orban e Morawiecki sembrano tranquilli, sorridono, scherzano, si fanno avvicinare dai cronisti italiani. Entrambi hanno poco da perdere.
Meloni invece è nera in volto, accelera il passo verso l’auto, si fa circondare dalla sicurezza, non risponde a nessuna domanda. Non sono ore entusiasmanti per Meloni. E a poco a poco, si capisce che c’è anche una ragione in più per agitare il no a Ursula. Morawiecki le comunica di essere pronto a lasciare Ecr, il gruppo dei conservatori europei che la premier presiede.
Il polacco ammette di essere in contatto con Marine Le Pen, leader del Rassemblement National. L’idea è di far nascere un nuovo gruppo di ultradestra, ripulito rispetto alle scorie xenofobe di Identità e democrazia, dove siede anche la Lega di Matteo Salvini. Ci entrerebbe anche Orban, espulso dai popolari e, da mesi, in trattative per entrare in Ecr, dove non tutti lo vorrebbero.
L’effetto immediato, però, sarebbe anche lo sgretolamento dei conservatori e, forse, per Meloni la perdita della corona di regina della destra europea. Anche la premier italiana è invitata a far parte di questo nuovo gruppo. Anche lei si sta tenendo in contatto con Le Pen. Ma per il momento Fratelli d’Italia resta dov’è, a metà tra l’Europa degli europeisti, e l’internazionale nera che cresce, ma resta irrilevante negli equilibri presenti dell’Unione.
(da La Stampa)
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