MENTRE SALVINI ATTACCA A PAROLE “LA FINANZA CHE OPPRIME I POPOLI”, IL SUO UOMO DI VARESE E’ A LIBRO PAGA DI BANCA INTESA A PARIGI
IL CASO DEL FEDELE LEGHISTA, SENZA ALCUNA ESPERIENZA BANCARIA, NOMINATO NEL CDA DI FINANCIERE FIDEURAM, NON E’ IL SOLO… ALTRI ESPONENTI DELLA LEGA PIAZZATI IN SOCIETA’ FINANZIARIE CHE OPERANO IN SVIZZERA E A MOSCA
C ‘è un filo che unisce Intesa, il più grande gruppo creditizio italiano, con il partito di Matteo Salvini. Un filo verde in tinta Lega.
Si parte da Varese, la città dove nacque il movimento che fu di Umberto Bossi, per arrivare fino a Parigi. In un palazzo d’epoca affacciato su rue de la Paix, strada centralissima ad alta concentrazione di gioiellerie e negozi d’alta moda, si trova la sede di Financière Fideuram.
L’insegna non dice granchè neppure agli esperti di cose bancarie, ma la società francese gestisce un patrimonio importante, oltre 2 miliardi di euro investiti in titoli.
A fine 2016, data dell’ultimo bilancio disponibile, i profitti avevano superato i 90 milioni di euro.
Gli utili sono finiti per intero nella casse di Intesa, che tramite la controllata Fideuram, storico marchio nella gestione di patrimoni, possiede l’intero capitale della financière parigina.
Insomma, carte alla mano, si può dire che lo scrigno di rue de la Paix è un affare interno alla grande banca italiana guidata da Carlo Messina.
I documenti ufficiali raccontano però anche un’altra storia, una trama che porta alla Lega dell’aspirante premier Salvini.
Partiamo dalla fine, dal 14 marzo 2017, poco più di un anno fa.
Quel giorno a Parigi un nuovo amministratore esordisce nel consiglio di Financière Fideuram. Si chiama Carlo Piatti e di mestiere fa l’avvocato, ma a Varese, dove vive, è meglio conosciuto come segretario cittadino della Lega.
Piatti, 38 anni, vanta una militanza di lunga data, dal 2011 al 2016 è stato assessore nella giunta del sindaco Attilio Fontana, da poco eletto governatore della Lombardia, ed ha saputo destreggiarsi senza danni apparenti nella guerra interna che per anni ha opposto la fazione più estrema, i secessionisti duri e puri, a quella dei moderati, i sostenitori di Roberto Maroni, pure lui varesino.
Nel settembre 2016, dopo l’inattesa sconfitta del partito nelle elezioni cittadine, e la successiva resa dei conti tra correnti, Piatti si è tolto la soddisfazione di tornare a guidare la Lega nella sua città , incarico che aveva lasciato nel 2011.
Tempo qualche mese e l’esponente del partito di Salvini vola in Francia, designato nel board di Financière Fideuram. Una sorpresa. L’avvocato di Varese non ha competenze bancarie.
E nel curriculum personale può vantare al massimo un breve periodo da amministratore dell’Avt, l’azienda comunale che gestisce gli autobus della sua città .
Dal trasporto pubblico a Banca Intesa il salto è lungo, ma Piatti, a ben guardare, corre in scia di un altro leghista.
Ad aprire la strada che porta a Parigi era stato Dario Galli, già deputato tra il 1997 e il 2006, poi senatore fino al 2008 e infine rieletto nei giorni scorsi a Palazzo Madama dopo una parentesi (2008-2013) da presidente della provincia di Varese.
Nel 2009, Galli aveva fatto il suo esordio nel consiglio di Financière Fideuram. E anche lui, come il suo successore, era alla sua prima esperienza in campo bancario. L’ex senatore in trasferta ha conservato la poltrona fino al marzo 2017, quando ha passato il testimone al suo collega di partito.
La nomina di Piatti è passata sotto silenzio. Nessun comunicato ufficiale e non c’è traccia dell’incarico a Parigi neppure nella documentazione patrimoniale depositata al municipio di Varese dall’esponente leghista, che è anche consigliere comunale.
La staffetta in casa Lega resta al momento inspiegabile. Tanto più che gli altri quattro amministratori della società parigina vengono direttamente dalle fila del gruppo Intesa oppure sono esperti di fisco e finanza come l’avvocato francese Thierry Pons. Galli, ingegnere di formazione nonchè piccolo imprenditore del settore della plastica, a suo tempo aveva raccontato che la nomina in Francia era per lui un’occasione da non perdere per conoscere dall’interno il mondo bancario.
Sette anni fa, all’epoca dell’ultimo governo Berlusconi, le logiche della lottizzazione lo avevano invece portato fino al consiglio di amministrazione della holding pubblica Finmeccanica.
E nel 2013 l’allora governatore lombardo Maroni non aveva potuto fare a meno di assegnare a Galli un incarico di consulenza (50 mila euro l’anno di compenso) per lo “sviluppo di progetti speciali a livello macroregionale”
Altri tempi, quelli. Adesso comanda Salvini e la prima linea dei dirigenti d’estrazione varesotta, cresciuti accanto a Bossi e a Maroni, si è prudentemente schierata con il nuovo leader.
Un gradino sopra a tutti c’è il veterano Giancarlo Giorgetti da Cazzago Brabbia sul lago di Varese, in Parlamento dal 1996, l’eminenza grigia che in questi giorni convulsi cuce e ricuce la trama dei negoziati per la formazione del nuovo governo. Dietro di lui tutti gli altri, compresi Piatti e Galli, i due banchieri per conto di Intesa. Un incarico ben remunerato, il loro: 10 mila euro l’anno per partecipare a quattro riunioni del consiglio di amministrazione nell’arco dei dodici mesi.
Contattato da L’Espresso, Piatti spiega che il suo nome è stato «segnalato a Banca Intesa dalla Fondazione Cariplo», azionista influente dell’istituto di credito con una quota del 4,8 per cento.
«Ne ho parlato con Guzzetti», racconta il segretario varesino della Lega.
Giuseppe Guzzetti, classe 1934, è da due decenni l’intramontabile presidente di Cariplo, la cassaforte che distribuisce oltre 170 milioni l’anno sul territorio lombardo per finanziare i progetti più diversi, dalla ricerca scientifica, alla cultura fino al volontariato e all’assistenza sociale.
Guzzetti, quindi, tira le fila di un formidabile centro di potere. A ben guardare, però, ai piani alti della Fondazione milanese troviamo anche un altro esponente leghista, un altro varesino che negli ultimi anni si è scoperto la vocazione del banchiere.
Andrea Mascetti, questo il suo nome, nel 2013 è entrato nella Commissione centrale di beneficenza, l’organo che decide i criteri con cui l’ente assegna i propri contributi.
Mascetti è stato designato in Cariplo su segnalazione della provincia di Varese, all’epoca presieduta da Galli. Una nomina politica, quindi, come di regola per gran parte dei membri della Commissione centrale.
Tempo due anni e nel 2015 l’esponente leghista ha fatto il suo esordio nel gruppo Intesa, la stessa banca che ha messo a libro paga prima Galli e poi Piatti.
Anche per Mascetti, titolare di un avviato studio legale a Varese, erano pronte due poltrone all’estero, a Lugano e a Mosca. Nel Canton Ticino lo troviamo tra gli amministratori di Intesa San Paolo private bank. In Russia invece siede nel consiglio della locale filiale dell’istituto di credito italiano.
Mascetti, che ha un passato da militante di estrema destra con il Movimento sociale italiano, è un nome importante nella nomenklatura leghista e l’ascesa di Salvini sembra aver rafforzato la sua posizione.
Nel 2016 il capo del partito che fu di Bossi gli ha affidato il compito di creare un gruppo di lavoro per studiare i punti del programma su federalismo, autonomia e rapporti con l’Unione Europea, ma il potere dell’avvocato varesino, grande amico del governatore lombardo Fontana, si misura soprattutto in termini d’incarichi ricevuti da società con azionariato pubblico.
Eccolo, quindi, nel consiglio di Nord Energia, controllata dalle Ferrovie Nord, di proprietà della regione Lombardia e presiedute dal leghista Andrea Gibelli. Poi c’è il posto da amministratore in Autostrade Lombarde, partecipata da numerosi enti locali insieme a Intesa.
Ancora la banca, quindi, la stessa che gli ha aperto le porte anche oltreconfine.
A Lugano, del resto, Mascetti è di casa. Negli anni scorsi si è speso moltissimo per rafforzare i legami tra la Lega nostrana e quella dei Ticinesi, un partito che ha scalato il potere locale denunciando l’invasione degli stranieri, italiani compresi.
Intesa private bank, la società svizzera di cui Mascetti è amministratore, vende servizi di gestione patrimoniale. Il denaro viene in gran parte dal nostro Paese, ma i soldi, a differenza dei frontalieri, da quelle parti sono sempre bene accolti.
La Russia è un’altra delle mete privilegiate dall’avvocato di fede leghista, che oltre all’incarico in Banca Intesa a Mosca, gestisce anche un’agenzia specializzata nell’organizzazione di fiere nel Paese di Vladimir Putin.
Questione di affari, ma non solo. La Lega di Salvini, infatti, guarda al nuovo zar come un faro della politica internazionale.
Il bersaglio polemico è l’Unione Europea, la burocrazia di Bruxelles che opprime i popoli per favorire l’alta finanza. Mascetti è d’accordo, a quanto pare.
Quattro anni fa fu uno degli animatori di un convegno dal titolo “Contro l’Europa delle banche, per un’Europa delle Regioni”.
Proprio lui, lo stesso Mascetti che dopo alcuni mesi venne arruolato da Intesa, uno dei giganti bancari del continente.
(da “L’Espresso”)
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