MIGLIAIA DI MUSULMANI IN PIAZZA A MILANO CONTRO I TERRORISTI
“NO AL TERRORISMO, NO ALL’ISLAMOFOBIA: DOBBIAMO ISOLARE I VIOLENTI”
Tantissime ragazze, centinaia di partecipanti, migliaia, la piazza gremita.
I musulmani di Milano hanno risposto all’appello e sono scesi in strada per gridare “Not in my name”.
E’ la manifestazione dei musulmani ‘Not in my name’ che ha richiamato in piazza San Babila più di 80 fra associazioni e moschee contro il terrorismo.
“Facciamo appello a ebrei e cristiani per combattere assieme a noi il fanatismo e l’estremismo”, “bisogna isolare chi uccide in nome dell’Islam”, “l’Islam è pace”.
Domani alle 17, sempre a Milano, una preghiera interreligiosa ci sarà alla Casa della carità di via Brambilla, a Crescenzago, con don Virginio Colmegna e i leader di tutte le fedi.
Davide Piccardo, il giovane responsabile del Caim, coordinamento delle associazioni islamiche), ha convocato la manifestazione.
L’imam-architetto Asfa Mahmoud della affollata Casa della Cultura musulmana di via Padova 144 è invece a Roma alla manifestazione della Coreis e del deputato pd Khalid Chaoucki.
Ma Abdel Hamid Shaari, uno dei capi storici della grande comunità musulmana milanese, 120mila anime almeno che pregano al tendone davanti all’ex Palasharp dove si ritrovano i fedeli della moschea di viale Jenner, è in piazza San Babila a manifestare, anche se il suo Istituto culturale non fa parte del Caim.
“No al terrorismo sì alle moschee – ha detto Piccardo – con il riconoscimento delle moschee ci sarebbe maggiore sicurezza per tutti. Non c’è spazio per il terrorismo e questa escalation di violenza ci preoccupa molto”.
“La islamofobia – ha aggiunto – crea tensione e invece avremmo bisogni di convivenza e dialogo”.
La mobilitazione era iniziata già ieri, in tutti i luoghi di preghiera, dove gli Imam, come se si fossero messi d’accordo hanno pronunciato sermoni nei quali sono risuonate durissime le parole di condanna per le stragi di Parigi, Egitto, Libano, Siria.
Come un coro unanime, si è levato il grido di dolore per le vittime “quelle di tutte le fedi, di tutti i paesi colpiti, dalla Francia alla Siria, perchè il sangue innocente non ha nazione, nè religione”. Oggi questa preghiera è stata rilanciata con forza.
“Condanniamo il terrorismo, condanniamo di cerca di dividerci. C’è un’intera comunità criminalizzata per alcuni fanatici, no all’islamofobia”. “Il cosiddetto califfo è un criminale assassino. Dio ci salvi da chi uccide e fomenta odio”.
“Evitiamo di diffondere un clima di inquisizione verso i musulmani che sono prime vittime dell’estremismo violento”.
“Siamo soddisfatti della partecipazione, che è il miglior modo per far capire che siamo contro ogni forma di violenza” ha spiegato ancora Piccardo. “E’ fondamentale – ha aggiunto – il riconoscimento dei luoghi di preghiera. Ce ne sono 700, di cui 695 informali. Come possiamo istruire i nostri giovani ai valori dell’Islam in questo modo?”. Sul palco in piazza San Babila si sono alternati i rappresentanti delle altre associazioni islamiche. Brahim Baya, portavoce dell’Associazione Islamica delle Alpi, ha dichiarato: “No ai seminatori di odio e no al terrorismo, noi musulmani siamo cittadini di questo Paese e dobbiamo essere rispettati. I musulmani sono le prime vittime dei criminali dell’Isis”.
(da “La Repubblica“)
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