MILANO, RAZZISMO SUL TRAM CONTRO L’INFLUENCER DI ORIGINE INDIANA: “SEI NERA, TORNA AL TUO PAESE”
LEI LE FA VEDERE LA CARTA D’IDENTITA’: “SONO ITALIANA ALMENO QUANTO TE”… IL SISTEMA IDEALE CONTRO I RAZZISTI? FARLI SCENDERE DAL BUS A CALCI NEL CULO, VEDRAI CHE LA PROSSIMA VOLTA NON ROMPONO I COGLIONI
«Torna al tuo Paese, cosa fate qui». Un insulto fin troppo comune rivolto da una signora all’influencer Elizabeth Algo, 41enne di origini indiane che da piccola è stata adottata, e per questo di cittadinanza italiana. Assieme a lei, tre giorni fa sul tram 14 di Milano, intorno alle 14.30, i suoi due figli, di 8 e 10 anni, che avrebbero come unica colpa quella di aver messo i loro monopattini in un punto «in cui non davano fastidio a nessuno», racconta Algo nl suo sfogo all’edizione meneghina de la Repubblica.
«Deve far spostare i monopattini, qui non si passa» le avrebbe detto la signora in tono brusco per poi fare riferimento alle origini della donna tra «i lacrimoni» dei figli.
Algo si è sentita ferita. «Ho tirato fuori la carta d’identità e le ho fatto vedere che sono italiana almeno quanto lei», continua l’influencer. «Ma la signora ha continuato a insultarmi» – racconta sul quotidiano -. «”Voi stranieri pensate sempre di avere ragione voi”» le avrebbe detto la donna. Che alla fine le avrebbe dato anche uno spintone.
«Attaccata per il colore della mia pelle»
«Mi ha attaccata solo per il colore della mia pelle, per la mia diversità», denuncia Algo. «Sono stata adottata da piccola da una famiglia italiana, ma sono di origini indiane e da sempre mi scambiano per una persona di nazionalità indiana. Per me va benissimo», spiega l’influencer, che aggiunge «non mi crea alcun problema. Lo diventa quando ci sono episodi di razzismo che mi fanno stare male e su cui non voglio più soprasedere». «Ho solo la pelle diversa», ribadisce la donna. «Non racconto a uno sconosciuto il motivo e perché sono italiana, ma il Paese dove mi dicono di andare con l’arroganza della pelle chiara è lo stesso loro», continua.
La lotta contro la discriminazione
La discriminazione per Algo non è una novità. Diversi episodi le sono capitati quando era più piccola: «Mi hanno spento una sigaretta sul braccio per il colore della mia pelle», denuncia. «Nonostante questo» – spiega – «ho avuto la forza di non chiudermi a riccio ma di parlare con serenità». E ancora: «Spesso vengo scambiata per la tata dei miei figli. Non è un problema, ma mi disturba l’arroganza». Il problema che riguarda le persone adottate è che «chi come noi non ha i tratti europei viene considerato di serie B, siamo italiani ma un po’ meno rispetto agli altri». «Io cerco di cambiare questa mentalità» afferma Algo, «sono una donna, una mamma, una compagna, un’amica come tante altre. Si deve avere il coraggio di affrontare questi atti con saggezza ma anche di denunciarli».
(da agenzie)
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