“MINETTI FECE SESSO A PAGAMENTO ALLE FESTE DI ARCORE, FEDE E MORA ERANO ASSAGGIATORI”
SECONDO IL PM DEL PROCESSO PER SFRUTTAMENTO DELLA PROSTITUZIONE A FEDE, MORA E MINETTI “RUBY TENTA DI SCREDITARE SE STESSA PER UN VANTAGGIO ECONOMICO”
«I nostri imputati sapevano che Karima El Mahroug era minorenne». Lo ha detto il pm Antonio Sangermano in un passaggio della sua requisitoria al processo sul caso Ruby a carico di Lele Mora (presente in aula), Emilio Fede e Nicole Minetti.
«Non è credibile – è la tesi dell’accusa – ritenere che la persona che presenta la minore al Presidente del Consiglio e la mette nelle mani di Mora taccia la minore età ».
Quando Emilio Fede ha visto Ruby nell’ormai famoso concorso di bellezza in Sicilia, nel 2009, «non si è certo limitato alla solidarietà morale per la sua storia di disagio, ma ha rilevato la sua gradevolezza estetica e l’ha ritenuta idonea e perfetta per le serate di Arcore».
Secondo il pm, «è Emilio Fede che porta Ruby ad Arcore, da quel momento in poi Mora si prende cura della minore, come un segugio che la segue e la protegge».
Sangermano definisce «un apparato militare quello che si scatena per salvare e accudire il soldato Ryan che è Ruby».
MINETTI
A margine dell’«apparato complesso per remunerare giovani donne» l’ex consigliere regionale Nicole Minetti «non svolgeva solamente un’attività di intermediazione con loro, ma partecipava attivamente alle serate di Arcore compiendo atti sessuali retribuiti», ha sostenuto il pm Sangermano.
«Non rifarò il processo a Berlusconi. – ha aggiunto il pm. – Qui Berlusconi è la persona a favore della quale viene apparecchiato un sistema».
Nicole Minetti non era presente in aula, ma ha annunciato dichiarazioni spontanee nella prossima udienza.
BUNGA BUNGA
«Il bunga bunga non è il parto della torbida mente degli inquirenti, ma un contesto dell’ attività di prostituzione», ha affermato Sangermano.
«Le prove dimostrano irrefutabilmente come le cene di Arcore fossero espressione di un sistema prostitutivo organizzato per il soddisfacimento del piacere di una persona, Silvio Berlusconi, e che abbia potuto funzionare grazie alla intermediazione fornita da Fede, Minetti e Mora. Era un sistema, un apparato complesso volto a individuare, reclutare, compattare e remunerare un nucleo di giovani donne dedito al compimento di atti sessuali a pagamento con Berlusconi, che elargiva direttamente o tramite Nicole Minetti esborsi in denaro».
Le ragazze che partecipavano alle serate di Arcore, secondo il pm, erano assatanate di soldi» e «avevano l’esatta percezione del favor economico di cui beneficiava Ruby» ed erano gelose perchè prendeva più di loro.
FEDE E MORA
«Non diciamo compari, perchè è un termine dispregiativo, ma definiamoli sodali e complici», ha detto Sangermano riferendosi a Fede e Mora.
Secondo il pm, i due seguivano sempre lo stesso schema nell’individuare le ragazze da portare ad Arcore e nell’inserirle all’interno del circuito.
Si comportavano «come assaggiatori di vini pregiati» che valutavano la gradevolezza estetica delle giovani, poi le facevano «un minimo esamino di presentabilità socio-relazionale» e le immettevano nel circuito.
«A volte la disperazione rende gli uomini pericolosi e capaci di tutto», ha detto il pm, riferendosi al fatto che Mora avesse necessità di procurarsi denaro per fare fronte alle difficoltà imprenditoriali in cui versava.
Il pm ha sottolineato la «valenza pressoria nei confronti di Berlusconi» che i due imputati potevano avere, anche perchè «conoscevano tutti i segreti» delle serate di Arcore.
Emilio Fede e Lele Mora avrebbero ottenuto anche «vantaggi economici in danno, e sottolineo in danno, di Berlusconi», ha detto il pm.
BERLUSCONI
«Ad altre sedi democratiche spettano i giudizi su Silvio Berlusconi, la vicenda di quest’uomo la giudicheranno le urne e la storia, qua si tratteranno i profili comportamentali in relazione alla valenza probatoria in questo processo», ha detto il pm.
Per il pm «il fulcro del processo non è affatto la riservatezza delle persone o la libertà dell’individuo di vivere come meglio crede. In gioco c’è il primato della legge Merlin.
La legge Merlin è la madre di questo processo che nasce da una sequela di azioni anomale». «Nella vicenda Ruby – sono le sue parole – la legge è stata violata e la dignità di una minorenne è stata violentata».
«SCREDITA SE STESSA»
Quanto alle dichiarazioni fatte dalla stessa Karima El Mahroug nel processo «parallelo» contro Silvio Berlusconi, Sangermano è stato tagliente: «Ruby ha tentato una impresa ragguardevole, e cioè di screditare se stessa miscelando verità e bugie, come in un videogame».
La ragazza infatti ha ritrattato i suoi precedenti racconti definendoli «cavolate, panzanate, fandonie, bugie e balle». «Ruby ha mescolato verità e menzogna» ha affermato il pm aggiungendo che nella ragazza «hanno agito diversi impulsi, tra cui la prospettiva utilitaristica di ritrattare e trarne un vantaggio economico. Può avere pesato un calcolo».
«Ha sempre negato dichiaratamente di avere avuto rapporti sessuali tanto meno a pagamento con Silvio Berlusconi, ha sempre negato di essersi prostituita».
SPIONI –
«Questo processo «è stato dipinto come una farsa e una maxi intrusione nella vita di una persona e i magistrati sono stati dipinti come accaniti spioni», ha esordito il magistrato, ma «noi abbiamo adempiuto con onore al nostro dovere istituzionale».
Il pm ha più volte ribadito che gli inquirenti hanno indagato «per dovere istituzionale» e basandosi «sulle prove».
«Abbiamo ricevuto una macroscopica notizia di reato, riguardante una ragazza minorenne che girava per le strade di Milano con pacchi di denaro, che frequentava alberghi di lusso, che viveva con una prostituta e andava a casa di un uomo ricco e potente da cui diceva di ricevere denaro dopo essere fuggita da una comunità », ha detto Sangermano, per sottolineare il «nostro dovere di indagare».
Il bunga – bunga «non è il parto della mente degli inquirenti» ma «un contesto ambientale» nel quale si svolgeva «un complesso sistema prostitutivo».
(da “il Corriere della Sera“)
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