MUORE CADENDO DA UN DIRUPO, IL CANE LEON LO VEGLIA E ASPETTA I SOCCORSI
IL CANE E’ RIMASTO PER ORE AL GELO ACCANTO AL CORPO, GRAZIE AL BAGLIORE DEI SUOI OCCHI E’ STATO RITROVATO… SE IMPARASSIMO QUALCOSA DA LORO, MAGARI IL MONDO ANDREBBE MEGLIO
È stato il riflesso dei suoi occhi. Le lampade frontali dei soccorritori hanno illuminato un dirupo e improvvisamente eccoli, gli occhi di Leon. Brillavano nel buio.
Era rimasto lì per ore e ore, al gelo, a vegliare il corpo senza più vita dell’uomo che lo aveva amato come nessun altro al mondo.
Leon è un golden retriever, l’uomo che ha vegliato – il suo umano di riferimento – si chiamava Marco Scrimaglio, aveva 56 anni, era ligure e quasi certamente è finito in fondo al pendio dov’è stato trovato per uno scivolone sul giaccio. Tutto questo a Limone Piemonte, in provincia di Cuneo.
Marco aveva organizzato un weekend solitario a Limonetto, frazione di Limone dove aveva una casa di vacanza. Ma domenica era atteso per pranzo dai familiari che vivono a Ventimiglia. Giuliana, la sua compagna di vita e di lavoro (gestivano assieme un’impresa edile specializzata in sicurezza autostradale), non vedendolo arrivare ha dato l’allarme.
I carabinieri che sono andati a cercarlo a casa hanno trovato le valigie già pronte all’ingresso, le stanze chiuse, l’auto parcheggiata lì vicino. E hanno ipotizzato la dinamica più probabile.
Marco deve aver preparato tutto per partire ma prima di mettersi al volante avrà pensato di portare Leon a fare una passeggiata lungo uno dei sentieri che partono dalla sua frazione.
E infatti lo hanno poi ritrovato a circa mezz’ora da casa. Gli è stato fatale il ghiaccio che si è formato nei giorni scorsi anche a bassa quota. Proprio perchè l’intenzione era quella di una passeggiata facile, Marco non aveva addosso nessuna delle attrezzature antighiaccio che usava in montagna da escursionista esperto quale era.
È scivolato per circa duecento metri, non ha avuto scampo.
Leon deve aver piantato le unghie nel ghiaccio per raggiungere il corpo senza ferirsi.
Quando gli uomini del Soccorso Alpino Piemonte e della Guardia di Finanza hanno individuato i suoi occhi era quasi mezzanotte di domenica. Il cane non ha nemmeno abbaiato, solo qualche lamento «che sembrava quasi un pianto», per dirla con i soccorritori.
Si è lasciato accarezzare, gli hanno parlato con dolcezza mentre le sue pupille luccicanti nella notte seguivano le operazioni per riportare sul sentiero il corpo di Marco Scrimaglio, l’umano della sua vita.
Ha seguito a testa bassa quella specie di corteo funebre fino a quando la salma non è partita per l’obitorio.
Marco non si muoveva mai senza Leon, lo portava con sè anche quando il sentiero era ben più impegnativo di quello affrontato per l’ultima volta. Era un appassionato di montagna e a Limonetto non c’è persona che non lo conoscesse, anche perchè – nonostante vivesse a Ventimiglia – da un paio d’anni era attivo nella Pro Loco di cui era tesoriere.
Era anche un delegato, per la provincia di Imperia, della Federazione italiana sport invernali. Insomma, non uno sprovveduto.
(da “Il Corriere della Sera“)
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