LE TV DI TUTTO IL MONDO RACCONTANO L’AGONIA DI “SPELACCHIO”, LA GIUNTA RAGGI RENDE RIDICOLA L’ITALIA
CHE SI PAGHINO 48.000 EURO PER UN ALBERO DI NATALE IN QUELLE CONDIZIONI E’ DIVENTATA LA BARZELLETTA DEI MEDIA NEL MONDO
«Hanno ammazzato Spelacchio, Spelacchio è vivo»: l’ennesima troupe televisiva presentatasi a Piazza Venezia per un servizio sull’albero di Natale della Giunta Raggi ieri è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Mentre i media di mezzo mondo, complice anche lo svuotamento di notizie del periodo natalizio, si concentra sull’albero della Val di Fiemme — Russia Today l’ha battezzato “toilet brush” — il Comune di Roma “ammette” che Spelacchio è morto e fa sapere che partirà un’indagine per accertare le responsabilità del decesso prematuro.
Secondo il dipartimento Ambiente del Comune, quello di «Spelacchio» è un destino comprensibile: «Da sempre gli alberi di Natale sono recisi e dopo le feste vanno buttati. Nessuno è mai stato ripiantato. Trasportarli con le radici comporterebbe costi spropositati e l’utilizzo di un macchinario speciale che si trova in Germania».
Nel caso specifico dell’abete rosso addobbato in queste festività 2017, «una pianta certificata Fsc (di origine sostenibile) continuano dal dipartimento capitolino — andava abbattuta per consentire la manutenzione del bosco, perchè era diventato troppo fitto».
Dall’altra parte c’è la versione del Trentino, che è ovviamente lontana da quella del Campidoglio: «Come tutti gli anni l’abete è stato tagliato, legato, trasportato, una volta sulla piazza è stato slegato e addobbato — ha spiegato al Corriere Roma Stefano Cattoi dell’Ufficio tecnico forestale della Magnifica comunità di Fiemme -. Noi non puntiamo il dito contro nessuno ma qualcosa a quell’albero è successo. È evidente. Ha subito uno stress troppo grande. In genere in quelle condizioni, come è sempre successo, un abete rosso resiste tranquillamente un mese, un mese e mezzo. E invece questa volta…».
Per questo c’è chi in Campidoglio vuole fare chiarezza. La sindaca ha chiesto ai tecnici comunali un rapporto sull’accaduto, per cercare di accertare le eventuali responsabilità . Qualche punto fermo, gli “007” del Dipartimento Ambiente, lo hanno già stabilito.
Per esempio è stato accertato che l’abete di 22 metri in Trentino era perfettamente sano, come dimostrano le varie schede tecniche vagliate alla vigilia del trasporto dagli esperti del Campidoglio. E anche le fotografie scattate prima che iniziasse il viaggio verso la Capitale mostrano un albero in piena salute.
Qui, spiega il Messaggero, dev’essere avvenuto il fattaccio: secondo le prime ricostruzioni del Comune, lungo il viaggio sarebbe stato coperto solo parzialmente, lasciando la chioma senza protezione. E per questo il grosso delle foglie sarebbe poi venuto giù.
Se così fosse, Palazzo Senatorio potrebbe davvero chiedere di applicare una penale alla ditta che si è occupata del trasporto e del montaggio, al prezzo di 48mila euro (tre volte tanto rispetto all’anno passato).
All’origine di tutto questo caso, anche se molti fanno finta di nulla, c’è The Dark Side of Spelacchio.
Ovvero il fatto che l’amministrazione, quella che “fa le gare e per questo si va lenti” secondo Virginia Raggi, ha fatto un affidamento diretto per l’albero.
L’abete avrebbe dovuto essere posizionato in Piazza Venezia appena venti giorni dopo, il 1 dicembre. Motivo per cui nella determina era prevista la possibilità di procedere d’urgenza con una procedura di affidamento diretto senza gara.
Cosa che pare essere puntualmente avvenuta.
Il giorno successivo alla determina che prevedeva l’indizione della gara è stata avviata la procedura di Trattativa Diretta che ha poi consentito l’affidamento all’Impresa “ECOFAST SISTEMA S.r.l.” del “Servizio di ritiro, trasporto eccezionale, posizionamento di n. 1 abete di 20/22metri circa per il Natale 2017 da collocare a Roma — Piazza Venezia, comprensivo di rimozione e smaltimento al termine delle festività natalizie”. Importo dei lavori: 39.899,24 IVA esclusa.
Curiosamente sotto la soglia dei 40mila euro che per legge obbligherebbero il Comune a indire una gara pubblica.
Non che per il M5S questa sia una novità , visto che qualche tempo fa nell’XI Municipio lavori per un importo complessivo pari a 270mila euro vennero affidati opportunamente frazionando gli importi in contratti di 39.900 euro per rimanere sotto la soglia dei 40 mila euro che permette di poter affidare i lavori senza gara.
A rendere ancora più interessanti le cose c’è il fatto che anche lo scorso anno fu proprio la ECOFAST ad aggiudicarsi l’affidamento per il servizio di allestimento e ritiro dell’albero di Piazza Venezia.
Anche l’anno scorso il Comune a 5 Stelle ha indetto con un certo ritardo (il 10 novembre) la gara. Gara che andò deserta e così il 25 novembre 2016 Roma Capitale si vide costretta dall’urgenza ad affidare il servizio alla ECOFAST.
Ancora una volta procedura di affidamento diretto (perfettamente legale e legittima) e senza gara d’appalto.
Senza nulla togliere alla competenza dell’azienda la decisione di ricorrere a quelli che i 5 Stelle a parti invertite chiamerebbero “i soliti noti” non è certo il segnale della “chiusura della mangiatoia”. Anche perchè dopo aver visto le condizioni dell’albero alla partenza dal Trentino c’è chi ha sollevato il dubbio che il trasporto non sia stato svolto correttamente.
(da “NextQuotidiano”)
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