NELLA LEGA MONTA LA RIVOLTA DOPO CHE SALVINI HA LASCIATO ALLA MELONI LA CANDIDATURA DEL GOVERNATORE IN LOMBARDIA IN CAMBIO DEL VIA LIBERA A STEFANI IN VENETO
VOCI DAL CARROCCIO: “DA OGGI SI APRE UNA CAMPAGNA ELETTORALE PERMANENTE TRA ALLEATI” … L’AMBIZIONE DI GIORGIA MELONI È DI PUNTELLARSI ANCHE AL NORD, A SCAPITO DEL CARROCCIO. È UNA COMPETIZIONE FEROCE ALL’INTERNO DELLA DESTRA, PRIMA CHE CON LE SINISTRE
“Certamente sì”. Così l’europarlamentare di FdI Carlo Fidanza, a margine del Forum del Commercio internazionale in corso a Milano, rispondendo a chi gli chiedeva se Fratelli d’Italia potesse rivendicare la guida della regione Lombardia, in vista delle elezioni del 2028.
“L’accordo tra i leader – ha continuato – prevede che il partito che sarà fra due anni il partito più votato in Lombardia potrà esprimere il candidato governatore, Fratelli d’Italia ha avuto nell’ultima elezione in Lombardia il 30%, quindi legittimamente può ambire a questo ruolo”.Secondo Fidanza, “avendo una prospettiva di due anni, due anni e mezzo, è importante comunque continuare a lavorare nel governo attuale della regione Lombardia, con il presidente Fontana che noi sosteniamo lealmente e con un ruolo anche accresciuto nelle proposte e nella concretezza di Fratelli d’Italia, che già oggi è il partito di maggioranza relativa in regione Lombardia e che certamente farà sentire il suo peso nelle politiche”.
“Poi tempo al tempo, quando si arriverà più vicino alle elezioni, si valuteranno i pesi, le proposte, i candidati e si deciderà
Se alle prossime elezioni politiche Fratelli d’Italia sarà il primo partito in Lombardia, «avrà tutto il diritto di rivendicare la guida della Regione». Matteo Salvini sigilla così l’accordo stretto con Giorgia Meloni e Antonio Tajani.
Lo fa per silenziare i malumori interni alla Lega lombarda, capeggiata da Massimiliano Romeo, ma mettere sul tavolo un patto del genere, a quasi due anni dal voto, significa squassare gli equilibri del centrodestra nella Regione: «Da oggi – ragiona preoccupato un leghista lombardo – si apre una campagna elettorale permanente nella quale ci combatteremo tra alleati, invece di scontrarci con il centrosinistra».
I numeri, al momento, danno lo scettro in mano a Fratelli d’Italia. Tanto che già circolano i nomi dei loro possibili candidati. Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, ha declinato pubblicamente l’investitura circolata ieri: «Smentisco le voci che circolano di un ipotetico impegno in politica. Voglio onorare il mio impegno con gli agricoltori», assicura.
Ipotesi più concreta, invece, quella di Carlo Fidanza, eurodeputato e capo delegazione FdI a Bruxelles. La primavera del 2027 è lontana, però, e i leghisti non sembrano intenzionati a mollare: «Saremo noi a scegliere il nome. Non è una questione di numeri, ma di radicamento», punta i piedi Romeo.
«In Regione ci sono ancora due leggi di bilancio da approvare», avverte un fedelissimo del governatore Attilio Fontana. Lo strumento principale attraverso il quale vengono finanziati
progetti e stanziati fondi – detta in altro modo, lo strumento con cui si prendono i voti – può diventare ostaggio delle faide interne alla coalizione.
In questo senso, la garanzia della Lega è soprattutto Fontana, mentre FdI è tutelata dal “suo” assessore al Bilancio. Forza Italia, invece, su questo fronte è scoperta. Continua allora a rosicchiare numeri alla maggioranza: «Il nostro radicamento è cresciuto molto, a partire dal Pirellone dove siamo saliti da 6 a 10 consiglieri regionali», sottolinea il coordinatore azzurro Alessandro Sorte.
La Lega lombarda discuterà la strategia per difendere la Regione nel prossimo direttivo del 20 ottobre e Romeo già lavora alla festa del partito che si terrà, guarda caso, nello stesso finesettimana in cui si vota in Veneto.
Coincidenza per dare più forza al messaggio: «Se è stata ottenuta una candidatura leghista per il dopo Zaia, si faccia lo stesso in Lombardia». Il problema è che non tutti i lumbard sono così agguerriti. C’è chi è convinto che il leader abbia preferito «l’uovo oggi (il Veneto) piuttosto che la gallina domani (la Lombardia)», ora si dice deluso, ma consapevole della crisi profonda della Lega, e spera di riuscire a strappare almeno qualche assessorato di peso.
(da agenzie)
Leave a Reply