NELLA MAGGIORANZA ORA ESPLODE IL CASO DELLO SCUDO PER I GOVERNATORI L’IDEA L’HA LANCIATA SALVINI PRIMA DI INCONTRARE L’EX PRESIDENTE DELLA LIGURIA, TOTI, IMPUTATO PER CORRUZIONE E SCARCERATO DAI DOMICILIARI DA QUALCHE GIORNO
I MELONIANI SONO IN IMBARAZZO, E ANCORA NON SI TROVA IL CANDIDATO PER LE REGIONALI: CICCIO-TOTI SPINGE ILARIA CAVO PER POI PRENDERE IL SUO SEGGIO ALLA CAMERA
Il ritorno in grande stile di Giovanni Toti nei palazzi della politica porta con sé dibattiti e apre scenari e non solo per la Liguria. Ci sono le regionali da organizzare, c’è un candidato da trovare, ma anche la Lega da tenere a bada.
La visita dell’ex governatore a Roma era stata, infatti, anticipata da Matteo Salvini che, in un’intervista a La Verità, aveva proposto uno scudo penale per i presidenti di Regione. Ieri ha rincarato la dose: «Credo che la sinistra giudiziaria, la sinistra politica, la sinistra sindacale, in Liguria abbia fatto un test per poi poterlo replicare a livello nazionale e provare a buttare giù questo governo».
E ancora: «La magistratura – ha attaccato – è l’ultima vera casta di questo Paese». L’idea dello scudo è ancora tutta da definire, ma che ha creato un certo scompiglio nella maggioranza, oltre alle ovvie critiche dell’opposizione, che rievoca il Lodo Alfano ideato per proteggere dai processi Silvio Berlusconi e poi bocciato dalla Corte Costituzionale.
Se i governatori si dicono favorevoli, grande perplessità si registra in Fratelli d’Italia. Nel partito della premier il primo fastidio arriva dal fatto che l’uscita di Salvini non fosse concordata.
Ma quello che più colpisce i dirigenti di FdI interpellati è l’inopportunità politica della proposta della Lega, giudicata fortemente impopolare, tanto più a ridosso di un’inchiesta che ha riguardato un governatore di centrodestra.
o stesso Toti, pur apprezzando, evita di calcare la mano: «Credo sia un po’ complesso, certamente andrebbe rivisto il sistema delle garanzie della politica, ma non si può fare un tanto al chilo». L’ordine di scuderia di Fratelli d’Italia, come spesso in questi casi, è evitare di intervenire per smentire l’alleato e aspettare che il dibattito evapori con il caldo d’agosto.
L’unico a rispondere è il senatore Raffaele Speranzon: «[Non credo che la soluzione sia dare scudi a chi svolge importantissime funzioni a garanzia di tutti i cittadini». I governatori del Carroccio, invece, rilanciano: «Una proposta condivisibile», dice il presidente del Friuli-Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, che è anche il presidente della Conferenza delle Regioni.
Il Pd attacca: «Sarebbe definitivamente inguardabile una destra che sfascia l’impalcatura della giustizia creando aree di impunità che non sono passate nemmeno in altre epoche e con ben altri conflitti di interessi» dice la responsabile Giustizia del Pd Debora Serracchiani. [….] In Forza Italia, invece, convive il richiamo garantista con la diffidenza verso le intenzioni di Salvini (e dello stesso Toti). Antonio Tajani resta in equilibrio, «vediamo nel concreto la proposta», ma sa che non è quello il terreno sul quale confrontarsi con i colleghi.
La questione più urgente per la coalizione è quella di trovare un nome da schierare per il voto ligure di fine ottobre. I colloqui di Toti con Salvini, Maurizio Lupi, Giovanni Donzelli e Maurizio Gasparri hanno evidenziato la difficoltà nella scelta. Nei resoconti ufficiali degli incontri si segnala la priorità di «non disperdere il lavoro fatto». Per farlo però serve un successore credibile.
La ricerca di un esponente della società civile al momento non pare essere andata a buon fine, mentre il sottosegretario leghista alle Infrastrutture e ai Trasporti Edoardo Rixi, in teoria il nome più forte da spendere, conferma di non essere disponibile […] e così l’idea resta quella del vicesindaco di Genova Pietro Piciocchi.
Tajani a questo punto getta nella mischia Carlo Bagnasco, ex sindaco di Rapallo, molto legato a Pier Silvio Berlusconi. Resta in piedi l’ipotesi di schierare Ilaria Cavo, deputata di Noi moderati. Toti la spinge, («con lei si può vincere») e c’è chi ci vede un interesse: un suo successo alle Regionali libererebbe un seggio in Parlamento, che andrebbe assegnato con un’elezione suppletiva nel collegio Genova Ponente. In molti nella maggioranza sono convinti che Toti, nonostante le smentite, punterebbe proprio a quel posto, che darebbe, questo sì, uno scudo per gli anni che restano di legislatura. Ma da Forza Italia si segnala che in questo modo si rischia di perdere sia la presidenza la Regione che un seggio alla Camera.
(da agenzie)
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