NIENTE ASSICURAZIONE PER PIAZZA SAN CARLO, ORA SUL COMUNE DI TORINO INCUBO RISARCIMENTI
NESSUNA POLIZZA STIPULATA… E IN PROCURA ARRIVANO DENUNCE PENALI, NON SOLO RICHIESTE DANNI
Non ci sono solo i feriti pronti a far causa al Comune. Sono decine e decine le persone presenti il 3 giugno in piazza San Carlo che adesso fanno i conti con gravi disagi psicologici.
E a Palazzo Civico c’è già chi dice, tra il sarcastico e l’amareggiato: «Se continua così, qua finiamo in bancarotta».
Il problema vero, la grana, se così si può chiamare, è di tipo assicurativo. Il Comune non ha fatto una copertura ad hoc per l’evento del 3 giugno, anche se ha una serie di assicurazioni ordinarie sulla responsabilità civile.
Polizze con cui risarcisce chi inciampa in una buca e si fa male, ma ci sono dubbi sul fatto che le compagnie possano intervenire rispetto a un evento che raccoglie 30 mila persone in una piazza per assistere alla finale di Champions League sul maxi schermo.
In passato coperture ad hoc, ad esempio sulle tappe del Giro d’Italia, si sono fatte.
In Comune si sottolinea che in caso di eventi particolari tocca all’organizzatore l’onere della copertura assicurativa.
Se si chiedono lumi rispetto alle possibili cause e richieste di risarcimento civile, senza nota polemica e nemmeno senza la volontà di scaricare, dall’ufficio stampa di Palazzo Civico si rimanda a Turismo Torino.
«L’organizzazione è loro», si dice. In effetti l’ente di promozione turistica partecipato dalla Città è stato scelto dal Comune, così come nel 2015, perchè più flessibile nella gestione della serata e con la possibilità di installare il maxischermo senza lungaggini burocratiche.
Turismo Torino ha una sua assicurazione di responsabilità civile, ma il massimale, considerando che non si tratta di una società che organizza grandi eventi, è di 6 milioni di euro.
Poca cosa di fronte alle richieste che potrebbero arrivare dopo i fatti tragici del 3 giugno. A meno che l’ente di promozione non riesca a sua volta a dimostrare la responsabilità organizzativa del Comune.
Gli enti potrebbero poi chiamare in causa le assicurazioni. Insomma, si profila comunque una bagarre legal-giudiziaria.
Oltre a chi è ricorso alle cure mediche dei diversi ospedali nella notte della finale di Champions League, c’è chi deve fare i conti con lo shock.
«La sera non riesco più a dormire – ha raccontato in evidente stato di agitazione una ragazza di 25 anni – Mi sveglio all’improvviso con quelle immagini davanti agli occhi. È terribile». Anche lei ha rischiato grosso: «Continuavo a cadere. Appena mi rialzavo, ecco di nuovo le persone che mi veniva addosso. Finivo di nuovo a terra». Ha riportato ferite visibili, escoriazioni, tagli, ematomi, ma i danni più gravi sono quelli psicologici. Nella sua situazione ci sono diversi cittadini. Una ragazzina di 11 anni non trovava più i genitori: è rimasta da sola, smarrita, in mezza alla calca. Un’altra giovane tifosa ha perso il fidanzato per ore. Insomma, danni morali, per cui potrebbero aver diritto a un risarcimento e per i quali si stanno rivolgendo a diversi studi legali torinesi.
Le prime denunce da parte di persone coinvolte negli incidenti del 3 giugno sono state presentate in procura dove è apeto un fascicolo per omicidio colposo, in relazione alla morte di Erika Pioletti, e lesioni.
(da “La Repubblica”)
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