“NIENTE INCIUCI, LO IUS SOLI VA APPROVATO”: PERSINO IL 70% DI ELETTORI DI FORZA ITALIA E IL 53% DELLA LEGA SONO FAVOREVOLI
RIVOLTA NEL PD CONTRO LE VOCE DI UN BARATTO: SCAMBIO DI FAVORI CON LA LEGGE ELETTORALE TRA PD E LEGA?
“Se un partito di sinistra, il Pd, il mio partito, contrabbandasse una legge di civiltà come lo “ius soli” con un accordo sulla legge elettorale, quella sarebbe una delle ragioni per abbandonare quel partito”.
Gianni Cuperlo, leader della sinistra interna, esprime il disagio che cresce tra i democratici.
Il rischio che la riforma della cittadinanza ai nuovi italiani finisca nella palude, in cambio di un assist della Lega sulla legge elettorale per andare alle elezioni a giugno, agita il Pd.
E la rivolta non è solo della minoranza dem contro la realpolitik renziana, ma si allarga dentro il partito.
Sarebbe un “pactum sceleris”, un patto scellerato: lo definisce Roberto Cociancich, senatore renzianissimo, che ha guidato il comitato per il Sì al referendum costituzionale. “Lo stesso Matteo ha sempre detto che la riforma della cittadinanza era insieme con quella sulle unioni civili, uno dei provvedimenti che dà dignità a questa legislatura. Una legge elettorale non sta sullo stesso piano di una legge di civiltà come questa”.
Il Pd ha ritenuto la cittadinanza ai bambini nati in Italia figli di immigrati, uno spartiacque di modernità e di diritti.
Così da archiviare lo “ius sanguinis”, la cittadinanza italiana per diritto di sangue. Pierluigi Bersani, l’ex segretario del Partito democratico, ne aveva fatto il cavallo di battaglia della sua campagna elettorale.
Adesso lo ricorda: “Alla domanda su cosa avrei fatto per prima cosa se fossi andato a Palazzo Chigi, io rispondevo: “Se tocca a me si comincia dal primo giorno a chiamare italiani i figli di immigrati che studiano qui e che oggi non sono nè italiani, nè immigrati”.
Avverte: “Questo è l’impegno che avevamo preso con gli elettori”. Dal quale non si può derogare. Del resto era stato riconfermato da Enrico Letta diventando premier (“Sarà un provvedimento dei primi 100 giorni del mio governo”) e rilanciato da Renzi.
E ora? Ieri nell’ufficio di presidenza della commissione Affari costituzionali del Senato il dossier “ius soli” è stato aperto da Doris Lo Moro.
Relatrice della riforma, capogruppo in commissione, Lo Moro ex magistrata, dice di essere determinata: “Porterò a casa la legge sulla cittadinanza a tutti i costi. I lavori vanno velocizzati”.
Ammette che sì, “in questi giorni si sente che c’è qualcosa che non va. Credo sia collegato alla sentenza della Consulta e alle sue conseguenze: se si va al voto prima dell’estate o meno. Comunque non mi sembra credibile l’ipotesi di voto anticipato con tutti i problemi sul tavolo. E con la Lega non abbiamo nulla che ci accomuni, non vedo neppure affinità sulla legge elettorale”.
Capitolo Lega. Roberto Calderoli, leader del Carroccio e vice presidente del Senato, è convinto che la riforma della cittadinanza non vada più da nessuna parte.
“Se approda in aula presenterò non gli 8 mila emendamenti già depositati in commissione, ma milioni. Faremo su questo la campagna elettorale”.
Per novecentomila ragazzi, italiani di fatto, nati, cresciuti in Italia, la speranza è appesa al filo della politica. La commissione Affari costituzionali al Senato è senza presidente, perchè Anna Finocchiaro, che la guidava, è diventata ministra dei Rapporti con il Parlamento.
Anche questo non aiuta a portare avanti i provvedimenti. Salvo Torrisi, alfaniano, in queste settimane presidente temporaneo, commenta: “Il tema è la durata della legislatura. Se si va a votare a giugno, sarà molto difficile approvare una riforma così divisiva”.
Il 13 ottobre del 2015 la Camera dei deputati ha dato il primo via libera allo “iu soli”, dopo un decennio di annunci bloccati. La comunità di Sant’Egidio aveva presentato una proposta di legge nel 2004.
Al Senato la riforma della cittadinanza si è impantanata. Partecipando al convegno organizzato da Emma Bonino sull’immigrazione, il presidente Pietro Grasso ha assicurato il suo impegno: “È una priorità “.
Il sondaggio
E’ favorevole a dare la cittadinanza italiana ai figli di immigrati nato in Italia il 73% degli italian. La apparente sorpresa è che l’elettorato di centodestra a maggioranza è anch’esso favorevole, dimostrando maggiore lucidità dei vertici dei loro partiti di riferimento. Il 70% di elettori di Forza Italia e il 53% di chi vota Lega è favorevole.
Percentuale che sale rispettivamente all’82% e al 67% di favorevoli nei due partiti a concedere che votino alle elezioni politiche e amministrative.
Con buona pace di Calderoli e dei suoi emendamenti che servono solo a lui per dimostrare che respira aria dal naso.
(da agenzie)
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