NON DISTURBARE IL MANOVRATORE: DIETRO LA SOSTITUZIONE DI FELTRI CON SALLUSTI L’INTERESSE DEL RE DELLE CLINICHE PRIVATE ANGELUCCI
L’EDITORE VUOLE UNA LINEA PIU’ SOFT CHE VENGA INCONTRO AL NUOVO CORSO DI DRAGHI
Non è difficile prevedere che appena eletto a Milano con Giorgia Meloni, la prima dichiarazione di Vittorio Feltri sarà: mi sono già rotto le balle.
Perché un consiglio comunale può essere tutto tranne che l’estremo rifugio dalla noia. Lì vi si trova infatti (per chi non maneggia la materia e il relativo materiale) il vellutato ricettacolo delle scartoffie, degli sbadigli, dell’ aria viziata, dei passi perduti nel tedio.
Fatti suoi si dirà se non fosse che la ritirata del giornalista più famoso (e meglio pagato) della destra è un segnale dell’insofferenza verso la svolta draghista imposta a Libero e al Giornale da proprietà interessate a non disturbare il manovratore.
Nel primo caso, non è certo un mistero che la famiglia Angelucci chiamando Alessandro Sallusti a sostituire Feltri (e ad accantonarlo, dice lui citando varie scortesie sopportate anche perché quella testata è una sua creatura) abbia inteso garantirsi una linea meno diciamo così spericolata rispetto ai nuovi padroni della vapore e della Sanità pubblica sotto il cui ombrello essi da tempo immemore prosperano.
Non un problema nuovo visto che nel 2016 l’allora direttore Maurizio Belpietro, non graditissimo al premier dell’ epoca Matteo Renzi, e dunque ai cordoni della borsa, fu costretto a fare le valigie e a fondare La Verità
Mentre al Giornale l’arrivo di Augusto Minzolini al posto di Sallusti non sembra aver turbato più di tanto il soporifero clima di unità nazionale (altra cosa il sobrio entusiasmo del Foglio che ieri titolava: “Viva il pragmatismo di Draghi”, hip-hip-hurrà, lo aggiungiamo noi).
Insomma, lo spirito del tempo, e di SuperMario, ha fatto lo shampoo a quel giornalismo sovranista
Cosicché Feltri, non potendo più dare cattivo esempio con i celebri titoli sulle “patate bollenti” procurandogli grandinate di querele e denunce, adesso annuncia campagne contro monopattini e piste ciclabili.
Dal codice penale al codice della strada.
(da Il Fatto Quotidiano)
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