NON ERANO 14 EURO MA 10: IL CALCOLO DELL’ISTAT SU QUANTO ARRIVERA’ IN BUSTA PAGA CON IL CUNEO FISCALE
IN 5 ANNI RADDOPPIATI I POVERI, OGGI SONO QUASI 5 MILIONI…. IN TRE ANNI TAGLIO DI 5,8 MILIARDI SUGLI STIPENDI DEI DIPENDENTI PUBBLICI
Per il governo è un uno-due micidiale.
Il taglio del costo del lavoro, misura cardine della legge di stabilità ora al vaglio del Parlamento potrebbe valere per i lavoratori soltanto 10 euro al mese.
La doccia fredda arriva dalle audizioni in Senato di Istat e Banca d’Italia, dopo che nei giorni scorsi il premier aveva contestato la stima inizialmente circolata di un beneficio di circa 14 euro parlando di “cifra inventata”.
E paradossalmente le ultime proiezioni indicano scenari ancora meno incoraggianti Per l’Istituto Nazionale di Statistica “Il taglio medio del cuneo fiscale, grazie all’aumento delle detrazioni irpef sui redditi da lavoro dipendente, sarà sulle buste paga meno di 10 euro al mese”.
Cifre confermate, e peggiorate anche dalla relazione della Banca d’Italia, secondo cui il beneficio sarebbe anche inferiore. : “Per un lavoratore senza familiari a carico, il risparmio massimo di imposta e’ di 182 euro l’anno in corrispondenza di un reddito annuo di circa 15.000 euro. Nel caso di una retribuzione lorda pari a quella media di contabilità nazionale (circa 29.000 euro), nel 2014 si determina un risparmio di poco meno di 100 euro”.
Si tratta, quindi, di meno di dieci euro al mese.
Brutte notizie che vanno ad aggiungersi al quadro drammatico dipinto dall’Istat. Secondo l’Istituto di Statistica, infatti, dal 2007 al 2012 il numero degli italiani in povertà assoluta è raddoppiato, passando da 2,4 a 4,8 milioni.
Lo ha affermato il presidente dell’Istat, Antonio Golini, aggiungendo che quasi la metà (2,347 milioni di persone) risiede al sud (erano 1,828 mln nel 2011).
Di questi, oltre un milione (1,058 mln) sono minori (erano 723 mila nel 2011) con un’incidenza in salita in un anno dal 7 al 10,3%.
“La recessione – ha detto – ha determinato gravi conseguenze sulla diffusione e sull’intensità del disagio economico del nostro paese”.
Poco prima in compenso una possibile buona notizia era arrivata dalla Corte dei Conti, che ha messo in evidenza un possibile “tesoretto” a disposizione del governo derivato dalla sottostima della spesa per interessi dovuta all’andamento dei tassi. 1,2 miliardi nel 2014 in crescita fino al 2016 (3,3 miliardi).
Dal presidente della Corte Raffaele Squitieri è arrivato però anche un allarme. Secondo Squitieri, il taglio delle tasse sul lavoro ha un perimetro “limitato” e comporta “problemi distributivi e di equità ” poichè esclude dal beneficio 25 milioni di persone.
“Oltre ai lavoratori autonomi – spiega Squitieri – sono esclusi dal beneficio gli incapienti e i pensionati, ossia circa 25 milioni di soggetti che comprendono evidentemente anche le categorie in maggiori difficoltà economiche. Ciò comporta evidenti problemi distributivi e di equità “.
(da “Huffington post”)
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