NON SOLO PER LE POLTRONE, LITIGANO ANCHE PER GLI UFFICI DEL SENATO
IL M5S VUOLE TUTTO IL PRIMO PIANO CHE E’ STATO DEL PD (E DEI SUOI ANTENATI)
Che la legislatura non sia partita bene è sotto gli occhi di tutti. Ma, dopo il difficoltoso superamento del primo scoglio con l’elezione degli uffici di presidenza di Camera e Senato, vengono a mancare proprio i fondamentali per un avvio ordinato dei lavori parlamentari.
Al Senato infatti M5S e Pd stanno ancora litigando sugli uffici dei gruppi.
C’era una volta un accordo: il Pd, passato da 97 senatori a 52, si sarebbe tenuto solo una piccola parte degli attuali uffici, al M5S che ha conquistato 112 seggi a Palazzo Madama sarebbe andato il resto.
Sostanzialmente con questa intesa, per la verità solo abbozzata subito dopo il voto del 4 marzo, le due forze rivali di Pd e M5S sarebbero finite vicine di casa in Senato. Anzi vicinissime: separate solo dal busto di don Luigi Sturzo che sarebbe rimasto lì a limitare la parte dem, in gran parte i vecchi uffici che storicamente furono del Pci.
Il M5S si sarebbe preso la parte ex Dc. E invece no.
I locali in questione sono molto ambiti: sono situati al primo piano di Palazzo Carpegna, collegati al Transatlantico di Palazzo Madama dal breve corridoio dei busti. Sono i più vicini all’aula: comodi per quando si deve scappare a votare all’ultimo minuto, a un parlamentare capita spesso.
Bene: ora il M5s reclama tutto il piano che è stato del Pd e chiede di spedire i Dem al secondo piano.
Da qui lo scontro. I Dem stanno cercando di far valere i ‘diritti’ conquistati storicamente. Della serie: “Qui hanno abitato i nostri avi politici, dal Pci alla Dc ma in tempi più recenti anche i Popolari”.
Niente da fare: i pentastellati non mollano, dall’alto dei loro 112 seggi. È stallo e guerra anche sulla logistica del nuovo Parlamento uscito dal voto del 4 marzo: nemmeno la base per la convivenza condominiale.
(da “Huffingtonpost”)
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