IL PD AL QUIRINALE SI TIRA FUORI DAL GOVERNO MA PROPONE QUATTRO PUNTI, A PARTIRE DAL RADDOPPIO DEL REI
PROVE DA OPPOSIZIONE PROTAGONISTA PER MARTINA AL COLLE
Una proposta di legge per raddoppiare le risorse per il reddito di inclusione.
È questa l’idea che spiega il lungo discorso del reggente del Pd Maurizio Martina davanti alla stampa al Quirinale, dopo mezz’ora circa di colloquio con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Affiancato dai capigruppo del Pd Graziano Delrio e Andrea Marcucci e dal presidente del partito Matteo Orfini, dopo il turno dei dem nelle consultazioni con Mattarella sul governo, Martina si è dilungato in un vero e proprio intervento per i media che è sembrato ai più irrituale, date le circostanze. E invece no.
Stamane prima di salire al Colle, i quattro rappresentanti del Pd si sono incontrati al Nazareno e hanno deciso la linea.
Opposizione, certo, perchè, ha spiegato Martina, “la sconfitta elettorale non ci permette di avanzare ipotesi di governo che ci riguardino in coerenza con il nostro programma elettorale”. Ma quel programma, hanno deciso i 4 prima di salire da Mattarella, non deve restare lettera morta visto che secondo i dem va a sfatare i miti propagandistici costruiti da 5 Stelle e Lega.
Primo ‘mito’ il reddito di cittadinanza. “Si renderanno conto che non esiste, i conti non lo permettono”, spiega all’Huffpost una fonte dem dopo il colloquio con Mattarella. “Esiste invece il nostro reddito di inclusione che vogliamo allargare”, come ha spiegato lo stesso Martina in conferenza stampa.
E allora l’idea è di presentare subito una proposta di legge per “raddoppiare le risorse” destinate al reddito di inclusione, misura già avviata dal governo Gentiloni. L’obiettivo è di prendere in contropiede Lega e M5S dall’opposizione ed esercitare in Parlamento un ruolo di opposizione “propositiva”. Una sorta di prova della verità sulle proposte leghiste e pentastellate, questo è il ragionamento Pd.
Stessa ratio sugli altri punti indicati da Martina: Europa, tenuta dei conti pubblici e immigrazione. I quattro rappresentanti del Pd ne hanno parlato anche nello Studio alla Vetrata con Mattarella, ben consapevoli che il rispetto dei trattati europei e l’equilibrio dei conti sono temi cari al presidente, veri e propri paletti per il conferimento di un incarico di governo
Mattarella si è limitato ad ascoltare, come sta facendo con tutti i gruppi ricevuti al Quirinale in questo primo giro di consultazioni a un mese dal voto. Il Pd ha circostanziato la scelta di stare all’opposizione rappresentando al presidente l’allarme su come sono state gestite le elezioni degli uffici di presidenza di Camera e Senato: “Centrodestra e M5S si sono presi tutto, a conferma che esiste già una maggioranza parlamentare: la devono solo circostanziare sul governo…”.
Il punto è che l’incarico di governo a chicchessia non è all’orizzonte. “Siamo soggetto protagonista del dibattito nazionale e possiamo essere utili all’Italia in questa fase nuova”, ha detto Martina. Significa che se Lega e Cinquestelle non dovessero formare un governo, se fosse messa in campo l’ipotesi di un governo di tutti, il Pd sarebbe disponibile? Questo è un film che per ora dal Nazareno non vogliono vedere. Del resto non è in proiezione nemmeno al Colle per ora. E se dovesse finire in campo, “ci saranno altre consultazioni”, ci dice una fonte dem. Si vedrà .
Per ora Martina ha tenuto un discorso che prepara sia l’opposizione parlamentare che l’assemblea congressuale del Pd: il 21 aprile infatti il reggente Martina verrà eletto segretario del partito, con il sostegno dell’ex segretario Matteo Renzi.
(da “Huffingtonpost“)
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