NON SONO RIUSCITI A COMPRARSELI TUTTI: 55 PARLAMENTARI FIRMANO IL DOCUMENTO DI FINI
NASCE PER LA PRIMA VOLTA UNA MINORANZA INTERNA NEL PDL CHE SPACCA L’EX AN… MAI COSI’ ATTIVI IN VITA LORO I VECCHI CAPORALI DI GIORNATA NEL FAR FIRMARE IL DOCUMENTO DELLA SERVITU’… FINI AVREBBE I NUMERI PER FARE UN GRUPPO AUTONOMO, MA PER ORA CHIEDE UN “PARTITO LIBERO E ATTENTO ALLA COESIONE SOCIALE E UNA COALIZIONE NON PRONA ALLA LEGA”… CON QUESTI NUMERI IN PARLAMENTO SENZA INTESA NON PASSA PIU’ NULLA
Alla fine le truppe finiane hanno fatto quadrato: qualcuno forse si aspettava una
scissione o la creazione di un gruppo parlamentare e sarà rimasto deluso, ma Fini, da abile tessitore, ha scelto la strada della creazione di una “minoranza interna” legittimata a dire la sua ogni volta che se ne presenterà l’occasione e la necessità .
Ha così aggregato gli incerti che non avrebbero gradito una soluzione traumatica ed è riuscito a respingere il mercato delle vacche di chi con promesse e minacce ha cercato fino all’ultimo di comprarsi anime e corpi.
I sistemi peraltro sono noti e anche oggetto di iniziative giudiziarie, in base al sacro principio che “ogni uomo ha un prezzo”.
Onore al merito ai 55 coraggiosi che potranno costituire, se ne saranno all’altezza, un piccolo avamposto di una destra libera, sociale e democratica nel nostro Paese.
Oggi forse l’Italia si è avvicinata un minimo alle destre francesi e tedesche, a quelle che sanno trasmettere valori di libertà e di tolleranza.
In fondo si è assistito a uno spaccato tipico della politica italiana: quella specie di classe dirigente che Fini ha colpevolmente coltivato per anni, quei caporali di giornata che devono a lui poltrone e prebende, in parte lo hanno abbandonato di fronte a una tavolata ancora più imbandita, riuscendo a dare il peggio di sè.
Qualcuno li ricorda ai vecchi congressi del Msi, con il loro codazzo di corte, mentre raccoglievano consensi per Fini e per “mantenere dritta la barra” del “non restaurare e non rinnegare”.
Fini avrà rinnegato la sua parte, certo, ma almeno sa esprimere idee nuove, parla di politica, ha il coraggio del dissenso.
I caporali in livrea sono riusciti ad andare oltre, a rinnegare persino la loro esistenza di uomini liberi, le loro idee, i loro valori: continuano a servire il comandante supremo sul Titanic mentre la nave imbarca sempre più acqua, mentre l’elettorato li abbandona, mentre si brinda e si balla sparando cazzate un giorno contro la Piovra in Tv e un altro glorificando gli alleati razzisti.
Quella Lega che all’estero, per bocca di un dirigente leghista, è considerata peggio del Ku Klux Klan, ma a cui il premier augura lunga vita, visto che grazie alla Lega e ai servi di corte evita i suoi processi.
Pensate a La Russa che convoca a Milano diversi parlamentari ex An per far firmare loro il diritto al rancio berlusconiano “in nome della coerenza”.
Proprio lui che aveva giurato: “in Veneto il Pdl prenderà un voto in più della Lega, mi impegnerò di persona”.
La Lega ha sorpassato di vari punti il Pdl, ma la”coerenza” non ha portato Nosferatu a dimettersi.
Dove sta la sua dignità ?
E poi i presunti campioni del sociale come Alemanno, i vecchi sodali come Gasparri, gli ammennicoli locali che scodinzolano al nuovo padrone per farsi notare.
E’ quello che Fini in fondo ha meritato, visto che ha voluto una corte di servi e quando ai servi qualcuno prospetta aumenti di stipendi e comode poltrone cambiano casato facilmente.
Ma è tempo di guardare avanti, il passato è passato, è anche giusto valutare i cambiamenti nel corso della vita.
Ora Fini ha le carte per giocarsi la strada di una destra moderna e non quella ridicola del predellino.
Tra l’elettorato ci sono segnali importanti: metà dei pidiellini dà la colpa della crisi a Fini, metà a Berlusconi e il 25% è disposto a seguire Fini in ogni caso. In ballo c’è il futuro di un Paese che rischia di spaccarsi in due, un governo mono-incolore leghista e un premier incapace di fare politica.
E un partito che ha perso in due anni il 10% di consensi, motivo che in qualsiasi altro Paese al mondo avrebbe determinato la dipartita del primo ministro.
Noi non stiamo a priori con Fini, ne apprezziamo l’ultima e forse prima battaglia, sperando che per una volta la porti a fondo.
Certamente non stiamo con chi ha svenduto la destra per interessi personali e non riesce neanche a capire, nella sua megalomane presunzione, che sta consegnado il Paese a una latente guerra civile, a una accozzaglia di opportunisti che fomentano odio solo per moltiplicare le proprie poltrone. Continuate a ballare sul Titanic, fate pure finta che questo sia un governo di destra, che tutto vada bene: intanto l’acqua sale e quando raggiungerà il salone ascoltate pure le barzelletta del comandante.
Non c’è nulla di meglio che morire ridendo, dopo aver fatto ridere l’intero Paese.
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