NUOVA LEGGE ELETTORALE: DAL WEB UNA RAFFICA DI NO
“LA SOLITA SPARTIZIONE DEMOCRISTIANA”…QUASI TUTTI I COMMENTI SONO NEGATIVI: LE MAGGIORI CRITICHE RIVOLTE AL NON RITORNO DELLE PREFERENZE E ALLA NON COMUNICAZIONE PREVENTIVA DELLE ALLEANZE
Dal Porcellum al “Casinum”. In rete la discussione sulla riforma elettorale pende proprio sul Casinum: perchè la nuova riforma non è molto intuitiva (“è una supercazzola”), e poi perchè – si dice – è tagliata su misura rispetto alle ambizioni del leader Udc.
“Con la nuova legge elettorale saremo sempre alla mercè di uno Scilipoti qualsiasi”, scrive Luigi su Twitter. “Le preferenze sono l’elemento indispensabile per una riforma della legge elettorale”, dice Roberto.
E Mario: “La nuova legge elettorale è una vergognosa tutela per le nomenklature di partito senza manco la governabilità “.
A conti fatti, le stesse cose che accadevano (e accadono) e si dicevano (e si continuano a dire) riferendosi al vecchio Porcellum.
Insomma, cambiare tutto per non cambiare nulla?
È davvero difficile trovare un solo commento positivo in giro, compreso tra quelli di chi non nascondono la propria vicinanza a uno dei tre partiti che si stanno mettendo d’accordo, cioè Pd, Pdl e Udc.
“Torna la vecchia spartizione in salsa democristiana per la coalizione”, commenta Adolfo. “Dalla padella alla brace”; “tutti candidati premier, poi in una cantina si decide chi guida il governo”; “è un assist per il Monti bis”; “dal Porcellum alla supercazzola”; “i capi-Casta e il loro motto: resistere resistere resistere”.
E poi Matteo ironizza: “Ritorno al passato: legge elettorale da Prima Repubblica; economia indietro di 15 anni; torna Lotta Continua in edicola. E i miei capelli?”.
Ecco invece un paio di valutazioni positive.
Geremia commenta su un blog: “Cerchiamo di avere fiducia. Una buona notizia è la volontà di seppellire il Porcellum; l’altra notizia non è buona, non è chiara, ma intanto chissà , il fascino di certi capipopolo scema, scema, e forse emerge un pochino di classe dirigente”.
E Antonio, pragmaticamente: “Siamo tutti a lamentarci del Porcellum, ma chi lo deve cambiare, o provare a cambiare, se non questo Parlamento?”.
Il problema più sentito, prima ancora delle analisi su maggiore o minore governabilità , è quello delle preferenze.
La bozza non prevede la possibilità di scegliere il proprio candidato, ma saranno le segreterie dei partiti – ancora una volta – a decidere chi entrerà in Parlamento.
“Ecco che il solco tra cittadini e politica continua ad aumentare”, sottolinea Michele. Luca: “Credo che con questa nuova legge elettorale l’astensione aumenterà ancora”.
Tutti i sondaggi politico-elettorali danno come primo partito tra gli italiani quello dell’astensionismo, “a parole i politici si stracciano le vesti, ai fatti a loro va benissimo così”, ragiona Sandro. Giovanni, sulla pagina Facebook del Popolo della Libertà : “Ha vinto Casini, ha perso il bipolarismo e han perso i cittadini che non sceglieranno chi li governa”.
Arturo, sulla bacheca fb di Bersani: “I tre affamatori degli italiani si sono accordati per poter continuare a farlo”.
Seconda questione, le alleanze.
Votare al buio un partito, senza sapere con chi eventualmente si alleerà il giorno dopo le elezioni, non sembra gradire a nessuno.
“È peggio delle Prima Repubblica. Perchè lì, almeno, c’era il proporzionale puro, che è la forma più democratica che ci sia”, spiega Giacomo.
Infine, quello sbarramento che dovrebbe essere fissato al 4 o 5%: “Stritoleranno definitivamente ogni dissenso, lasciando milioni di cittadini senza rappresentanza”, scrive Alessandro.
Il coro, alla fine, è praticamente unanime: la nuova legge elettorale, così com’è, sembra incorporare in sè un po’ di Prima e un po’ di Seconda Repubblica.
La parte peggiore di entrambe.
Matteo Pucciarelli
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