OCEAN VIKING SALVA 218 PROFUGHI E ASPETTA INDICAZIONE PORTO SICURO, CONTINUANO I MINI-SBARCHI (CHE PRIMA VENIVANO NASCOSTI AI MEDIA)
IL SINDACO DI LAMPEDUSA: “PRIMA TUTTI ZITTI, MA I BARCHINI ARRIVAVANO COME ADESSO”
Quarto soccorso per la Ocean Viking. Ieri sera, su richiesta della sala operativa di Malta, la nave di Sos Mediterranee e Msf ha preso a bordo altre 36 persone che erano su una piccola barca di legno con il motore in avaria. Adesso i migranti in salvo e in attesa di un porto sono 218.
Continuano senza sosta gli sbarchi a Lampedusa. Sull’isola, questa notte un altro barchino con 27 persone (tra cui 15 uomini, 4 donne e 8 bambini) che hanno detto di essere partite da Zwara, la spiaggia libica piu’ vicina alla Tunisia.
Anche questa volta a bordo migranti tunisini ma anche pakistani e siriani, la conferma dell’ipotesi dell’intelligence italiana che i trafficanti di uomini abbiano cambiato metodo e rotta e utilizzino ora i barchini in partenza dalle spiagge tra Tunisia e Libia per raggiungere in breve tempo Lampedusa senza essere intercettati.
Ieri erano giunti in 28. Restano critiche le condizioni all’hotspot dell’isola con un numero di migranti oltre il doppio della capienza di 95 persone.
“Il fenomeno degli sbarchi – ha spiegato Salvatore Martello, sindaco di Lampedusa – è identico a prima, con una differenza che prima non se ne poteva parlare. Nessuno poteva raccontare se c’era o non c’era uno sbarco. Oggi invece gli arrivi vengono comunicati a tutti gli italiani”.
Il sindaco di Lampedusa ha chiarito di non avere il numero degli sbarchi fantasma “perchè non teniamo più il conteggio, ma abbiamo assistito – ha ribadito – a una diminuzione delle persone che arrivavano in Italia già nel 2017. Io, però, ho sempre detto che il numero delle imbarcazioni nel 2018 era aumentato rispetto all’anno precedente, mentre il numero delle persone era in continua diminuzione. C’è stata un’assenza dell’informazione nel 2018 e nel 2019. Ora che è cambiato il governo tutti vogliono documentare, tutti vogliono sapere. Ma il problema degli sbarchi è rimasto lo stesso, è uguale a prima”.
E sono piu’ di 500 i migranti che invece sono stati riportati indietro dalla Guardia costiera libica. Uno di loro, di origine sudanese è stato ucciso da un colpo di arma da fuoco ieri a Tripoli: lo denuncia l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) che era presente con il proprio staff sul luogo della tragedia.
Nel centro di Abusitta, riferisce l’Oim, erano appena sbarcati 103 migranti che hanno opposto resistenza al trasferimento nei centri di detenzione. Un gruppo di uomini armati ha aperto il fuoco dopo un tentativo di fuga. Il migrante sudanese, colpito allo stomaco, è deceduto nonostante l’intervento immediato dei medici Oim.
“L’uso di armi da fuoco contro civili inermi è inaccettabile in ogni circostanza”, ha detto il portavoce dell’Oim, Leonard Doyle. L’organizzazione considera la morte del migrante sudanese un “severo promemoria delle gravi condizioni in cui si trovano i migranti raccolti dalla Guardia costiera libica dopo aver pagato trafficanti per essere portati in Europa, solo per poi ritrovarsi nei centri di detenzione”, dove ci sono condizioni “disumane”, come denunciato dall’Onu.
L’Oim stima siano 5.000 i migranti, inclusi donne e bambini, detenuti in Libia, oltre 3.000 nelle aree di conflitto tra le forze governative e quelle di Haftar.
(da agenzie)
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