“OMICIDIO DI SARA, UN CAPOLAVORO ORRENDO DI INDIFFERENZA”
INTERVISTA A FRANCA LEOSINI: “C’ERA CHI POTEVA SALVARLA E NON L’HA FATTO”
“Siamo davanti a un capolavoro orrendo di indifferenza”. Sono queste le prime parole di Franca Leosini, autrice e conduttrice del celebre Storie maledette su RaiTre, sentita da HuffPost a proposito dell’omicidio di Sara Di Pietrantonio.
La ragazza di 22 anni bruciata viva dall’ex fidanzato, Vincenzo Paduano, a Roma.
Di fronte a questo orrore, l’elemento che più ha colpito la giornalista è che nessuno si sia fermato o abbia lanciato l’allarme mentre la ragazza chiedeva aiuto, scappando per un tratto di via della Magliana, prima di essere ripresa dal suo carnefice.
Il procuratore aggiunto di Roma, Maria Monteleone, ha detto che se qualcuno degli automobilisti si fosse fermato davanti alle richieste d’aiuto della ragazza, probabilmente Sara non sarebbe morta
Il grande peccato del nostro secolo è l’indifferenza. Non avere alcun interesse per il destino degli altri è un peccato mortale. Stigmatizzo in maniera più assoluta chi poteva dare una mano e non l’ha fatto. Davanti a questa tragedia è proprio quello che più mi indigna.
Pare che le persone passate in quel momento sul luogo del delitto abbiano riferito agli inquirenti di non aver capito la situazione. Si poteva fare qualcosa di più?
Assolutamente sì. Non voglio dire che bisognava per forza fermarsi o intervenire fisicamente. Non sempre ce la si sente e soprattutto c’è il rischio di aggravare la situazione. Però tutti oggi possediamo un telefonino: quanto ci vuole a comporre il numero della polizia e denunciare una situazione perlomeno sospetta? Perchè diciamocelo, non è affatto normale che a quell’ora tarda una ragazza sia sola per strada.
Il capo della squadra mobile di Roma, Luigi Silipo, ha confessato che in 25 anni di lavoro non ha mai visto una cosa così atroce. Lei che nella sua carriera ha affrontato tante storie maledette, cosa ne pensa?
Rispetto le parole del capo della squadra mobile e nella conferenza stampa ha probabilmente voluto sottolineare il suo impatto personale sulla vicenda. Per quanto mi riguarda non voglio catalogare l’orrore o farne qualche gerarchia. Soprattutto perchè sarebbe sbagliato nei confronti degli altri casi di cronaca che racchiudono sempre nella loro specificità un certo tipo di orrore.
Oltre all’indifferenza, c’è un altro elemento che ha colpito. C’è stato di nuovo un omicidio passionale, dove un uomo non ha accettato la fine della propria relazione e, dopo aver perseguitato l’ex fidanzata, ha deciso di ucciderla.
Vorrei subito mettere in chiaro che la parola femminicidio non mi piace. Siamo davanti a una tipologia di delitto che esiste da sempre. Per fortuna negli ultimi anni c’è stata una maggiore sensibilizzazione a riguardo con sacrosante campagne informative ed educative. Detto ciò sono molto pessimista sulla prevenzione contro il reato di stalking che tante volte poi sfocia in tragedia. Questo perchè non si possono mettere delle guardie del corpo a tutte le donne che sono oggetto di attenzioni morbose. Non basterebbe l’esercito. Lo stalker è poi difficilissimo d’arginare, perchè ormai è una persona che non ragiona più, è in preda alla follia. Perciò, anche se so che può non bastare, alle donne consiglio sempre di non vergognarsi e di denunciare subito. E non al primo schiaffo, ma al primo gesto che può preludere lo schiaffo.
(da “Huffingtonpost”)
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