OPEN ARMS: “SALVINI ABUSO’ DEI SUOI POTERI, DA CONTE PRESSIONI PER FAR SCENDERE ALMENO I MINORI”
LA GIUNTA DECIDE IL 27 FEBBRAIO SULLA SECONDA AUTORIZZAZIONE A PROCEDERE
Salvini ha abusato dei suoi poteri, violato le convenzioni internazionali e privato della libertà i circa 160 migranti che, a bordo della nave Open Arms, si erano avvicinati alla costa di Lampedusa a metà agosto 2019.
È la dura accusa che i giudici del tribunale dei ministri di Palermo formulano nei confronti dell’ex ministro dell’Interno.
Nelle carte con cui si chiede l’autorizzazione a procedere nei confronti del leader della Lega anche i riferimenti al carteggio tra il leader del Carroccio e Conte: dalle email citate si nota come il premier fece pressione, in un primo momento invano, sul titolare del Viminale per far sbarcare i minori.
Il caso Open Arms, a poco più di una settimana dalla decisione definitiva dell’Aula sulla vicenda Gregoretti, approda oggi in Senato, sul tavolo della Giunta per le immunità . Salvini è accusato di “plurimo sequestro di persona aggravato” e omissione d’atti d’ufficio.
“Negando lo sbarco, Salvini ha provocato consapevolmente l’illegittima privazione della libertà personale dei migranti. Avrebbe dovuto rispondere alle richieste senza ritardi”
I magistrati competenti ricostruiscono in più di cento pagine i fatti accaduti in quei giorni, quando il primo governo Conte era sulla strada del tramonto e i naufraghi a bordo dell’imbarcazione dell’Ong spagnola attendevano di poter sbarcare in un porto sicuro. Salvini, si legge nel documento, ha agito “in violazione di convenzioni internazionali e di norme interne in materia di soccorso in mare e di tutela dei diritti umani ed abusando dei poteri allo stesso rimessi quale autorità nazionale di pubblica sicurezza, ometteva, senza giustificato motivo”.
Le accuse continuano. L’ex vertice del Viminale rispondendo negativamente, per tre volte, alle richieste “di Place of safety inoltrate al suo Ufficio di Gabinetto dall’Italian maritime rescue coordination center” ha provocato, consapevolmente, “l’illegittima privazione della libertà personale dei migranti, costringendoli a rimanere a bordo della nave per un tempo giuridicamente apprezzabile, precisamente dalla notte tra il 14 e il 15 agosto sino al 18, quanto ai soggetti minorenni, e per tutti gli altri sino al 20 agosto”, quando la Procura di Agrigento pose l’imbarcazione sotto sequestro preventivo e dispose lo sbarco di tutti.
L’allora ministro, affermano ancora i giudici, avrebbe dovuto rispondere alle richieste “senza ritardo” “per ragioni di ordine e sicurezza pubblica, di igiene e sanità ”.
“La permanenza a bordo sarebbe stata lesiva della salute dei migranti. Dalla tensione sulla nave rischio per la sicurezza”
Il tribunale dei ministri ricostruisce la condizione in cui versavano i naufraghi a bordo. C’era molta tensione in quei caldi giorni d’agosto sulla nave. E, con essa, il rischio che la situazione degenerasse. “Il prolungamento della permanenza a bordo della Open Arms delle persone recuperate nelle tre operazioni di soccorso si poneva come ulteriormente lesivo della salute (individuale e collettiva, fisica e psichica) di tutte le persone a bordo, compresi i membri dell’equipaggio, che si trovavano impegnati a gestire una situazione complicata e segnata da un aggravarsi dei motivi di tensione, che metteva a dura prova la loro salute psicofisica, oltre a rappresentare un concreto pericolo per la sicurezza”, si legge ancora nelle pagine scritte dai giudici.
Molti migranti erano malati, e non potevano essere curati in mare: “Numerosi migranti erano infatti fisicamente afflitti da condizioni patologiche che non potevano trovare adeguate risposte terapeutiche a bordo e che certamente si sarebbero aggravate in caso di ulteriore protrazione della loro permanenza sulla nave, alla luce della situazione di precarietà igienica di cui s’è ampiamente detto. Accanto a tali situazioni, emerge dall’analisi degli atti la sempre più grave condizione di sofferenza psichica dei soggetti rimasti a bordo, nei termini chiaramente esplicitati dai sanitari che salirono sulla nave quali consulenti nominati dal pubblico ministero”, si legge ancora.
I giudici si soffermano lungamente sulle condizioni psicologiche dei migranti. La situazione era, sostengono, di una gravità tale che c’era il rischio di reazioni “incontrollabili”. Nelle carte dei pm si rileva: “I migranti versavano in una situazione di grande disagio, fisico e psichico, di profonda prostrazione psicologica e di altissima tensione emozionale che avrebbe potuto provocare reazioni difficilmente controllabili, delle quali, peraltro, i diversi tentativi di raggiungere a nuoto l’isola costituivano solo un preludio”.
Nelle carte viene riportato anche l’esito delle consulenze: “Il grado di esasperazione in cui versavano i migranti, già stremati dalle durissime prove fisiche e psichiche subite prima del soccorso operato dalla Open Arms e angosciati dal terrore di venire respinti e riportati in Libia, rende intuitivo come non tanto il prolungamento anche di un solo giorno di navigazione (con il conseguente protrarsi della situazione di grave disagio nella quale pure tali migranti avevano sino a quel momento viaggiato), quanto il fatto stesso di allontanarsi dalle coste italiane, ormai tanto vicine da poter essere raggiunte a nuoto, si sarebbe rivelato del tutto insostenibile ed incomprensibile”.
“Tra Conte e Salvini un ricco scambio di corrispondenza in quei giorni. Il premier chiedeva di far sbarcare almeno i minori”
Tra il 14 e il 17 agosto 2019 c’è stato un fitto scambio di corrispondenza via mail tra l’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini e il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Il tribunale dei ministri spiega: “Il 15 agosto il ministro Salvini sottoscriveva una nota di risposta ad una precedente missiva del 14.8.2019 del Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, con cui lo si era invitato ‘ad adottare con urgenza i necessari provvedimenti per assicurare assistenza e tutela ai minori presenti sull’imbarcazione” . L’allora titolare del Viminale con questa nota “respingeva ogni responsabilità al riguardo, evidenziando che i minori a bordo della nave spagnola dovevano ritenersi soggetti alla giurisdizione dello Stato di bandiera anche con riferimento alla tutela dei loro diritti umani”. Per Salvini, dunque, non doveva sbarcare nessuno: nè gli adulti, nè i bambini.
Il leader del Carroccio scriveva ancora che “inoltre, non vi erano evidenze per escludere che gli stessi viaggiassero accompagnati da adulti che ne avevano la responsabilità , comunque ricadente sul comandante della nave che, infine, aveva già dato mandato all’Avvocatura Generale dello Stato per impugnare il decreto di sospensiva del Presidente del Tar del Lazio, che di fatto aveva rimosso ogni ostacolo all’ingresso della nave in acque territoriali”.
A chiedere a Salvini cosa intendesse fare per i minori non accompagnati che erano a bordo anche il tribunale dei minori di Palermo e il procuratore della Repubblica. A questa sollecitazione l’allora titolare del Viminale rispose declinando “ogni competenza ad assumere provvedimenti in ordine alla protezione di detti soggetti”.
Ma torniamo al carteggio Conte-Salvini.
Il premier, rispondendo al suo ministro dell’Interno, sottolineava ancora la necessità di far scendere i minori dalla nave. E rendeva nota al titolare del Viminale la disponibilità di alcuni stati Ue ad accogliere una parte dei migranti, indipendentemente dalla loro età : “Sempre il 16 agosto il Presidente del Consiglio dei Ministri rispondeva alla citata missiva del ministro Salvini – è un altro stralcio della richiesta di autorizzazione a procedere – ribadendo con forza la necessità di autorizzare lo sbarco immediato dei minori presenti a bordo della Open Arms, anche alla luce della presenza della nave al limite delle acque territoriali (in effetti vi aveva già fatto ingresso) e potendo, dunque, configurare l’eventuale rifiuto un’ipotesi di illegittimo respingimento aggiungeva di aver già ricevuto conferma dalla Commissione europea della disponibilità di una pluralità di Stati a condividere gli oneri dell’ospitalità dei migranti della Open Arms, “indipendentemente dalla loro età ”.
Invitava, dunque, il ministro dell’Interno ad attivare le procedure, già attuate in altri casi consimili, finalizzate a rendere operativa la redistribuzione”. Alla seconda richiesta di Conte, Salvini risponde il 17 agosto. E assicura che, suo malgrado, darà disposizioni tali da non frapporre ostacoli allo sbarco dei “presunti” minori a bordo della Open Arms, provvedimento che definiva, comunque, come di “esclusiva determinazione” del Presidente del Consiglio”.
Nello stesso giorno sulla nave veniva fatta un’ispezione. Gli esperti constatavano “il sovraffollamento e le pessime condizioni in cui versavano i migranti a bordo”.
Quella sera fu disposto lo sbarco dei 27 minori. Nei giorni successivi scesero anche altri naufraghi. Gli ultimi 83 rimasti a bordo furono fatti sbarcare il 21 agosto. Anche in questo caso l’ordine fu disposto dall’autorità giudiziaria.
(da “Huffingtonpost”)
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