OPERAIO IRREGOLARE AL LAVORO PER 1 EURO ALL’ORA, IL CASO A MODENA
A QUESTO SIAMO ARRIVATI GRAZIE A (IM)PRENDITORI DA GALERA
Un caso intercettato giusto in tempo. Una brutta storia a lieto fine, che subito fa pensare a un altro potenziale Satnam Singh, il bracciante morto qualche giorno fa a Latina. L’esito è diverso, ma di fondo conferma la realtà di un’economia che in certi settori si regge su sfruttamento e illegalità.
In questa storia, che viene dalla provincia di Modena, il pronto intervento del sindacato – la Fillea Cgil – ha evitato il peggio. E alla fine un operaio edile di una ditta artigiana emiliana, un irregolare pagato 1 euro all’ora, riesce ad ottenere il permesso di soggiorno per grave sfruttamento: un anno con possibilità di rinnovo.
Una storia che inizia dalle confidenze del 30enne marocchino, che da gennaio lamenta il suo trattamento economico al funzionario della Fillea Cgil, Pietro Imperato. Il sindacato accerta che è completamente irregolare, e che per di più ha anche subito un infortunio sul lavoro.
Grazie alla funzionaria locale, Souad Elkaddani, che parla arabo, il caso passa al Centro lavoratori stranieri della Camera del lavoro modenese. Con l’avvocata Elisabetta Vandelli si passa alla querela e grazie al coraggio del giovane scattano sia la denuncia per sfruttamento che quella per omissione di registrazione Inail e Inps, presentate alla Procura e all’Ispettorato lavoro. Si arriva così all’ottenimento del permesso di soggiorno per grave condizione di sfruttamento lavorativo, della durata di un anno rinnovabile.
Il primo caso riconosciuto a Modena che per il segretario generale Fillea, Rodolfo Ferraro, “può fare la differenza nella lotta al caporalato”. Per Ferraro “servono strumenti avanzati come il Durc di Congruità, introdotto da tre anni con decreto 143 dal Ministero del Lavoro, che ha certificato oltre 40,6 miliardi di euro di lavori e oltre 270mila cantieri, individuando 2mila irregolari. Una emersione indotta di 100mila lavoratori prima sconosciuti all’Inps, Inail e Fisco. E allora – si domanda – come chiesto anche dalla Cgil sabato alla manifestazione di Latina non replicarlo nel settore agricolo? Strumenti che possano meglio certificare le irregolarità di imprese e macchinari, che darebbe qualità all’intera filiera con effetto di legalità”.
(da agenzie)
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