ORA IL SEQUESTRATORE DI ESSERI UMANI DICE CHE I PARLAMENTARI NON POTEVANO SALIRE A BORDO, LA GIURISTA LO SMENTISCE: “TUTTO REGOLARE, LO DICE LA LEGGE”
LA DOCENTE DELLA LUISS: “ESERCITANO LE LORO PREROGATIVE, L’IMBARCAZIONE E’ IN ACQUE ITALIANE”…ALTRA FIGURA DI MERDA: IMPEDIRLO SAREBBE STATO UN REATO, TANTO E’ VERO CHE LA GUARDIA COSTIERA SI E’ BEN GUARDATA DAL FARLO
“Parlamentari italiani (fra cui uno di Forza Italia) non rispettano le leggi italiane e favoriscono l’immigrazione clandestina?” si chiede sibillino Matteo Salvini, a proposito del blitz sulla Sea Watch3 che ha visto protagonisti l’azzurra Stefania Prestigiocomo, il Leu Nicola Fratoiann e l’esponete di +Europa Riccardo Magi.
Pronta la replica dei deputati. “Salvini ci denunci” lo sfida Magi. “Noi non abbiamo violato un bel niente”, taglia corto Prestigiacomo.
Entrambi d’accordo nel sostenere l’esercizio delle “prerogative parlamentari costituzionalmente protette, che prevedono di poter svolgere ispezioni in un luogo da giorni nel limbo del diritto e dell’umanità . Sarebbe stato semmai illegale impedirci l’ispezione e le motovedette, se avessero voluto lo avrebbero potuto fare. E questa è già una risposta”.
COSA DICE LA LEGGE
Ma chi ha ragione? Codice alla mano, dalla parte del torto è il vicepremier leghista. “La Sea Watch3 si trova a un miglio dalla costa, è nelle acque territoriali italiane ed è sottoposta al controllo dello Stato Italiano. I parlamentari hanno la possibilità di andare nelle carceri e negli ospedali per verificare situazioni che ritengono pericolose, non vedo perchè fare eccezione per una nave che è nelle acque italiane”, spiega Angela Del Vecchio, professore di Diritto internazionale e Giurisdizione internazionale presso la facoltà di Giurisprudenza della Luiss.
“Sembra che noi navighiamo in un mondo senza norme, sia internazionali sia dell’Unione europea”, insisite. “Le norme internazionali non hanno più valore se chi deve rispettarle non le applica”.
LA COMPETENZA
A gestire il caso della Sea Watch, osserva ancora la giurista, “dovrebbe essere il ministro delle Infrastrutture e del Trasporti, perchè la comptetenza sulle navi in mare è delle Capitanerie di porto controllate dal Mit. Il Viminale ha competenza quando i migranti sono sul territorio italiano. Fino a quel momento la competenza è di Toninelli”.
Che potrebbe tutt’al più condividerla col ministro degli Esteri Enzo Moaveo Milanesi dal momento che “ci sarebbero anche problemi di rapporti internazionali”.
E pure l’interpretazione su cosa debba interndersi per “porto sicuro” non è così scontata. “Il presupposto – aggiunge la professoressa Del Vecchio – è sempre il diritto del mare. Il “porto sicuro” dipende sì dalle condizioni della nave e dalle condizioni meteorologiche, e può essere il porto più vicino, ma deve anche essere un porto dove le persone possano trovare la tutela dei diritti umani”.
Perchè alla fine è sempre una questione di conoscenza delle materie di cui si parla: “I politici si muovono in una rete intessuta di norme dove c’è il diritto del mare, il diritto della navigazione, il diritto commerciale e il diritto internazionale”, conclude la giurista: “Il diritto serve proprio per gestire situazioni difficili come queste”.
(da agenzie)
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