ORMAI C’E’ UN CASO RAI: MASI BLOCCA ANCHE BENIGNI, FAZIO E SAVIANO
SONO STATE ADDOTTE RAGIONI ECONOMICHE, DETERMINATE DALLA PRESUNTA RICHIESTA DI BENIGNI, SUBITO SMENTITE DAL SUO AGENTE: “DISPOSTO AD ANDARE ANCHE GRATIS”….ANCHE “VIENI VIA CON ME” ORA DIVENTA A RISCHIO SOVVERSIONE: QUESTA CHE GOVERNA NON E’ UNA DESTRA, E’ UNA LOBBIE AFFARISTICA CHE HA PAURA DELLA SUA OMBRA… UNA DESTRA VERA NON HA TIMORE DELLE IDEE
Bufera infinita a viale Mazzini.
La Direzione Generale della Rai smentisce «nella maniera più ferma e decisa quanto contenuto in alcuni articoli apparsi sui quotidiani in merito alla trattativa relativa agli ospiti della trasmissione “Vieni via con me”».
È quanto si legge in una nota.
«Non c`è alcuno stop – spiega il Dg Mauro Masi – ma soltanto un doveroso approfondimento portato avanti dagli uffici competenti, come giusto che sia, in merito a richieste economiche per la Rai molto significative (in un caso 250 mila euro per una sola puntata). Al riguardo c’è più che il sospetto che alcune notizie vengano fatte filtrare accampando inesistenti motivazioni politiche per “forzare” la trattativa economica. Si è comunque fiduciosi nel recupero di ragionevolezza e quindi nel buon esito della trattativa stessa».
L’agente di Benigni, però, smentisce seccamente la direzione Rai.
“Roberto aveva accettato tutte le condizioni economiche per la sua partecipazione come ospite a “Vieni via con me”, e comunque ora andrebbe anche gratis al nuovo programma di e con Fabio Fazio e Roberto Saviano la cui partenza è prevista l’8 novembre in prima serata su Raitre ma che appare fortemente a rischio per il mancato via libera ai contratti”.
Lo spiega il manager del premio Oscar, Lucio Presta, sottolineando che quello pattuito era un cachet «molto al di sotto di quello abituale» per l’attore e regista, di cui all’improvviso ieri l’azienda ha chiesto una ulteriore, forte decurtazione.
Una posizione che Presta legge come «una scusa» per mettere i bastoni fra le ruote al programma.
«Quando sono andato in Rai per aprire la trattativa sulla partecipazione di Benigni a “Vieni via con me” – sottolinea Presta – per la prima volta nella mia vita non ho chiesto una cifra, ma mi sono limitato a chiedere quale fosse l’offerta dell’azienda per la presenza di Roberto. Mi è stata fatta un’offerta e io l’ho accettata subito, senza discutere. Poi ho chiesto se potevano essere conservate le clausole, diritti compresi, che abitualmente vengono inserite nei contratti per Benigni. Mi è stato risposto: ti faremo sapere. Poi mi hanno dato il via libera, fatta eccezione per i diritti su quel passaggio tv che sarebbero rimasti alla Rai. E io ho accettato ancora una volta, dando l’ok alla stipula del contratto».
Ieri pomeriggio la “sorpresa”: «Ho chiamato in Rai per sapere a che punto fosse il contratto – racconta ancora Presta – e ho riscontrato imbarazzo. Poi nel pomeriggio mi ha chiamato un importante responsabile dell’ufficio scritture per comunicarmi un’offerta pari a un decimo di quella pattuita, prendere o lasciare: una decurtazione, mi è stato spiegato, chiesta dalla direzione generale. E naturalmente ho lasciato. È chiaro però che i problemi di natura economica mi sono sembrati una scusa».
A questo punto, comunque, Benigni è disposto a intervenire gratis: «Lo ha detto lui stesso ieri sera a Saviano», conclude Presta.
Il finiano Filippo Rossi, direttore di Ffwebmagazine, ricorda i casi Boffo, sottolinea il “massacro mediatico” di Fini. Poi arriva ad Annozero di Michele Santoro.
“Adesso stanno cercando di togliere l’ossigeno alla trasmissione di Roberto Saviano. Non sopportano chi spariglia le carte, non sopportano chi vuole ragionare senza obbedire. Non sopportano che vuole raccontare il paese che è e non per quello che vorrebbero loro. Non sopportano la complessità ” attacca Rossi.
Il duopolio forzaleghista che governa il Paese non rappresenta ormai nulla di destra: è ridotto a una lobbie affaristica che vive sul ricatto reciproco.
Potere e poltrone in cambio dell’impunità : su queste corde si regge un’alleanza spuria che osa ancora richiamare i prinicipi liberali della tolleranza.
Ma quale libertà , ma quale pluralismo?
Siamo di fronte al peggiore e più maldestro tentativo di censurare il dissenso della seconda Repubblica (la prima in questo è stata maestra).
Una destra vera è orgogliosa delle proprie idee, cerca il confronto e il dibattito, non usa la censura illiberale.
Non fa dossieraggio e killeraggio mediatico costante sul nemico di turno, su chi dissente, sulle voci libere del nostro Paese.
E se questo volesse anche dire dare più spazio alle tesi di sinistra ben vengano: le sfide si accettano sulla qualità del prodotto e sulla validità delle proprie tesi.
Se questi servi censori avessero mai partecipato a qualche assemblea studentesca negli anni di piombo, avrebbero capito cosa vuol dire parlare quando il rapporto è di 1 a 100 e si rischiava la pelle.
Proprio perchè siamo stati tra quegli “uno”, non vogliamo più che accadano situazioni del genere, anche se il rapporto fosse invertito a nostro vantaggio.
Tutti devono avere il diritto di esprimersi, spetta a noi giocare la partita e cercare di portare a casa la vittoria, contando solo sulle nostre qualità .
Non vogliamo vincere, con arbitri comprati, delle partite taroccate.
Vogliamo convincere gli interlocutori, non seppellerli con due palate di terra.
Lo hanno fatto loro in passato? Non ce ne frega un cazzo.
Noi siamo diversi e dobbiamo dimostrarlo coi fatti.
E’ cosi che si cresce tutti.
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