PADRI PART TIME PER FAR POSTO AI FIGLI, MA IL COSTO PER LO STATO E’ ALTISSIMO
COME FUNZIONEREBBE LA STAFFETTA: 1,5 MILIARDI PER 190.000 GIOVANI
Non più i figli che lavorano per pagare le pensioni ai padri. Ma i padri che si mettono in part-time per fare posto ai figli.
La staffetta generazionale in tempo di crisi torna in pista.
A rilanciarla, di nuovo, il ministro del lavoro Giovannini che conferma l’intenzione del governo di riprendere il dossier in autunno.
«È un intervento strutturale che ha dei costi però e non si può fare con i fondi europei», ha scandito il ministro.
Se ne riparlerà dunque in sede di legge di stabilità , la ex finanziaria.
Anche perchè secondo alcune simulazioni, l’ultima elaborata dagli economisti di lavoce.info, per creare 190 mila posti “giovani” serve almeno un miliardo e mezzo di euro, sufficiente a coprire il “delta contributivo” degli adulti che, a tre anni o meno dalla pensione, rinunciano a metà stipendio, ma non ai contributi previdenziali.
Pagati dallo Stato, dunque.
Il modello è quello francese, avviato in questi mesi da Hollande. Il contrat de gènèration punta a 500 mila under 26 assunti da qui a cinque anni, in aziende con meno di 300 dipendenti, assistite dall’aiuto fiscale pubblico: 4 mila euro all’anno, 12 mila nel triennio, per tenere nella struttura il senior (over 57) che farà da tutor a nuovi apprendisti.
Le aziende più grandi (sopra i 300 addetti), prive di bonus, saranno obbligate a negoziare l’integrazione dei giovani e il part-time degli adulti con le parti sociali, sotto minaccia di sanzione.
Funzionerebbe anche in Italia? Gli economisti sono scettici.
Intanto il modello italiano sarebbe diverso: nessun obbligo. Si incentiva il part-time di fine carriera per tutti quei lavoratori che sono a tre anni dalla pensione, circa 288 mila nel settore privato secondo i calcoli di lavoce.info.
Se tutti accettassero una busta paga dimezzata (cosa non scontata), in cambio del versamento dei soli contributi (1,5 miliardi il costo per lo Stato, 3,2 miliardi il risparmio per le aziende), 190 mila giovani sotto i 26 anni potrebbero entrare in azienda (con salario d’ingresso degli apprendisti, circa 17 mila euro lordi annui).
Quali le perplessità ? Non si crea lavoro aggiuntivo, la prima. Ma si redistribuiscono solo le ore lavorate.
È un processo volontario, la seconda. E il 71% delle aziende non si pone il problema generazionale (dati Manageritalia).
Le risorse pubbliche, ingenti, consumate senza creare un solo posto in più, la terza. Anzi usate per introdurre una forma surrettizia di pre-pensionamento a favore della grande impresa.
Senza pensare alle possibili degenerazioni nel sommerso del senior pagato a metà .
E alla inevitabile collisione con la riforma Fornero delle pensioni.
«Si era spiegato agli italiani che avrebbero dovuto lavorare più a lungo per mantenere in equilibrio i conti dell’Inps», sostiene il giuslavorista Michele Tiraboschi.
E poi però si spendono miliardi per coprire i contributi figurativi dei “padri” con la promessa di un posto per i “figli”.
Precario?
Valentina Conte
(da “La Repubblica”)
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