PARAGONE VERSO L’ESPULSIONE DAL M5S
IL TIRARE LA CORDA SEMPRE DI PIU’ RISPONDE ALLE STRATEGIE LEGHISTE… SI E’ ATTESO FIN TROPPO
Gianluigi Paragone tira la corda sempre più. Oggi prendendosi gioco anche del capo politico
in un’intervista a La Repubblica, durante la quale lo definisce “deperito” poichè “ha perso il peso politico”.
Luigi Di Maio non vuole intervenire. Almeno non lui direttamente anche perchè formalmente spetta ai probiviri decidere cosa fare:
Ma ai piani alti del Movimento 5 Stelle non hanno dubbi: si sta andando verso l’espulsione del senatore ribelle. Come chiede buona parte del gruppo parlamentare.
Gruppo parlamentare che martedì sera ha incontrato Beppe Grillo mentre Paragone ha preferito andare a cena con gli attivisti e Alessandro Di Battista, anche quest’ultimo sempre più fuori dalle dinamiche del Movimento e ancor di più del governo, non avendo mai appoggiato l’alleanza con il Pd.
Il responso su Paragone arriverà a gennaio. I probiviri gli contesteranno, tra le altre cose, i voti contrari alle richieste di fiducia da parte del governo e tutte le uscite contro i vertici del Movimento.
Il senatore avrà a disposizione alcuni giorni per essere ascoltato e presentare le sue controdeduzione ma alla fine, con ogni probabilità , si arriverà all’espulsione.
Il caso però alimenta altre tensioni e ipotesi di scissioni che, proprio a gennaio, potrebbero concretizzarsi, indebolendo il gruppo del M5S in vista di una tornata delle Regionali che si preannuncia difficilissima.
Di Maio, proprio nei prossimi giorni, proverà a ricompattare il Movimento su due temi bandiera e a contenere così le perdite di nuovi pezzi.
I temi che cavalcherà sono la battaglia per il taglio dei parlamentari, tornata in auge con il raggiunto quorum per il referendum; e il caso “Gregoretti” su cui il ministro degli Esteri, a differenza della vicenda Diciotti, farà votare a favore dell’autorizzazione a procedere nonostante Matteo Salvini stia continuando a insistere sul fatto che l’allora ex premier così come il resto del governo erano informati e d’accordo sul lasciare a bordo I 131 migranti.
Questa confusione lascia il Movimento parecchio disorientato. Il timore è che Gianluigi Paragone possa fare da tramite tra la Lega e i delusi grillini, che non vedono di buon occhio il governo con il Pd.
Secondo alcuni anche dietro all’abbandono dei tre senatori ci sarebbe Paragone. Difficile dunque, anche per mancanza di numeri, che a Palazzo Madama prenda forma un “gruppo Paragone”, nè tanto meno che questo possa essere a sostegno del Conte II che invece il senatore ha sempre osteggiato.
È la Lega, da queste parti, ad essere un possibile punto di arrivo di altri dissidenti M5S.
Invece alla Camera, secondo rumors insistenti, potrebbe nascere un gruppo autonomo di ex M5s. Un gruppo di responsabili che darà sostegno al premier.
(da “Huffingtonpost”)
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