PARTITINO? NO PRIMO POLO: AL VIA, A MILANO, LA COSTITUENTE DI FUTURO E LIBERTA’
DA OGGI A DOMENICA, FINI E’ CHIAMATO A DEFINIRE L’IDENTITA’ DEL MOVIMENTO DAVANTI A DIECIMILA PERSONE AFFLUITE DA TUTTA ITALIA
In uno scenario che Carmelo Briguglio definisce «estremo, di tipo egiziano», da «vigilia di emergenza democratica e costituzionale», si apre oggi a Milano – al Padiglione 18 della Fiera di Rho-Pero – l’Assemblea Costituente di Fli.
Tre giorni, da oggi a domenica, quando Fini parlerà come presidente eletto per acclamazione ma autosospeso per rispetto alla carica istituzionale, per comunicare a un mondo politico in cui la parola più spesa è «eversione» quale sia il progetto di Futuro e libertà , quali le scelte strategiche, di alleanze, di linea per l’immediato e per il futuro.
Parole necessarie, che tanti osservatori chiedono a Fini, che gli intellettuali d’area come il critico Campi (che dovrebbe partecipare all’assemblea) e la sferzante Ventura pretendono, per rendere chiaro se Fli sarà solo «un partitino» perso nella galassia dei tanti che non hanno fatto la storia, o in nuce il motore di «un nuovo centrodestra, ancorato al Ppe, alternativo alla sinistra come al vascello familistico e arroccato di Berlusconi», come dice Adolfo Urso, che con la sua relazione aprirà le assise.
E la novità è che su questa posizione, sulla scelta di costruire un partito che «per l’immediato» si presenterà alle elezioni amministrative assieme a Udc e Api, ma che per il futuro si pone l’obiettivo di diventare il «primo polo» del centrodestra, attrattivo per i «sedici milioni di italiani» che hanno scelto la coalizione al governo e per tutti gli altri scontenti e delusi da questa politica, sembrano convergere tutte le anime della creatura finiana.
Certo, nel dibattito che occuperà l’intera giornata di domani, si ascolteranno toni diversi.
Come la posizione fermissima di Andrea Ronchi per un ancoraggio senza tentennamenti a un centrodestra «che si ispira al Ppe», come quella più antiberlusconiana di un Briguglio o di un Fabio Granata che pure annuncia che nascerà una destra «repubblicana, costituzionale, legalitaria, per andare oltre il crepuscolo triste e decadente del berlusconismo».
Ma anche un «falco» come Italo Bocchino, rispetto all’ipotesi che da Milano venga rilanciata la necessità di un’alleanza repubblicana che vada da Fli al Pd per battere Berlusconi, è netto: «Basta con questa propaganda berlusconiana. Noi siamo un partito di destra che ha come ambizione quella di battere la sinistra».
Se poi ci fosse davvero l’«emergenza democratica» che tanti paventano, chiaro che tutto «sarebbe possibile», ammettono in Fli.
Ma non è questo il tema dell’oggi.
Oggi, a Fini preme delineare le sfide di un partito che guarda al 2020 al grido di «la ricreazione è finita, basta con il circo mediatico».
Lo farà davanti a una platea imponente – sono attesi 10.000 partecipanti -, da un palco di 50 metri dietro il quale svetterà una collina ricoperta da un prato vero (che sarà poi donato a una scuola di rugby del Milanese), da un megaschermo ipermoderno che fa da simbolo al «primo partito della terza repubblica», quella di Internet, delle iscrizioni telematiche (oltre centomila), della partecipazione diretta (20 mila i costituenti collegati online) con diritto di voto a portata di pc e un’agorà informatica che ambisce ad essere la «wiki-politics» della politica italiana.
Paola Di Caro
(da “Il Corriere della Sera“)
Leave a Reply