PD, RIVOLTA CONTRO RENZI
FRANCESCHINI: “MATTEO FA IL SIGNORNO’, E’ ORA DI FARE CHIAREZZA”… CUPERLO: “UN PARTITO NON DECIDE LA LINEA NEGLI STUDI TELEVISIVI, QUANDO UN LEADER PERDE SI FA DA PARTE”
La misura è colma ed è grave quanto “accaduto in queste ore grave, nel metodo e nel merito. Così un Partito rischia solo l’estinzione e un distacco sempre più marcato con i cittadini e la società “.
Il segretario reggente del Pd, Maurizio Martina, a poche ore dall’l’intervista di Matteo Renzi a Che tempo che fa, durante la quale l’ex premier ha espresso la definitiva chiusura all’ipotesi di un governo con il M5S, facendo intendere una sostanziale contrarietà all’avvicinamento tentato nelle ultime consultazioni dal suo sostituto, abbandona la sua caratteristica calma e insorge: “In queste ore stiamo vivendo una situazione politica generale di estrema delicatezza. Per il rispetto che ho della comunità del Partito Democratico porterò il mio punto di vista alla Direzione nazionale di giovedì, che evidentemente ha già un altro ordine del giorno rispetto alle ragioni della sua convocazione”.
E aggiunge: “Servirà una discussione franca e senza equivoci perchè è impossibile guidare un partito in queste condizioni e per quanto mi riguarda la collegialità è sempre un valore, non un problema”. Nonostante le tensioni, però, non pensa di lasciare il suo incarico: “Dimissioni? No, assolutamente. Il tema è un altro”
A lui fa eco il ministro per i Beni culturali, Dario Franceschini, che evidentemente irritato scrive su Twitter: “È arrivato nel Pd il tempo di fare chiarezza. Dalle sue dimissioni Renzi si è trasformato in un Signornò, disertando ogni discussione collegiale e smontando quello che il suo partito stava cercando di costruire. Un vero leader rispetta una comunità anche quando non la guida più”.
Sulla stessa linea il ministro della Giustizia Andrea Orlando :”Ha ragione Martina, non si può tenere un partito in queste condizioni se si ha a cuore il suo destino”, scrive su Facebook, ripercorrendo le tappe che hanno portato a questa situazione per arrivare a quanto sta succedendo in queste ore: “L’Assemblea Nazionale che avrebbe potuto fare chiarezza è stata rinviata per decisione della maggioranza.
Conclusione: le urne si avvicinano, non c’è una linea nè condivisa nè maggioritaria, non si capisce chi dirige il partito.
Nessuna discussione è stata fatta sulle cause della sconfitta che, peraltro, viene costantemente evocata. È ragionevole pensare che senza una correzione ci ripresenteremo agli elettori con gli stessi limiti del 4 marzo”.
Critiche dure per aver detto in tv quanto bisognava affrontare in direzione arrivano all’ex capo di Palazzo Chigi anche dal presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti: “Se si vuole bene a un partito un leader ha mille occasioni per far valere un’idea o la sua linea. Se si va in tv, a poche ore dalla direzione, a fare uno show si genera solo caos e confusione. Questo dopo una lunga serie di sconfitte è molto grave. Il 10 giugno si voterà in centinaia di Comuni con sistema maggioritario. Ci sono migliaia di candidati che si stanno battendo per vincere e rischiano sempre di più l’isolamento. Una comunità non può consumarsi in questo modo.”
Gli interventi da più parti del Partito democratico arrivano dopo che l’ex premier, Matteo Renzi, ha definitivamente escluso qualsiasi alleanza con il Movimento 5 stelle: “Dialogo sì – aveva detto ai microfoni di Fabio Fazio -, fiducia al Governo 5 stelle no”.
Una giornata di attacchi ai quali l’ex leader Pd risponde in serata: “Sono stato eletto in un collegio. Ho il dovere, non solo il diritto, di illustrare le mie scelte agli elettori. Rispetto chi nel Pd vuole andare a governare con #M5S, ma credo sarebbe un grave errore”, scrive su Twitter.
E poi su Facebook: “Sono stato letteralmente inondato di messaggi, dopo la trasmissione di Fazio di ieri sera. Grazie ai tantissimi che mi hanno scritto.Ieri ho spiegato perchè non sono d’accordo a un Governo Di Maio o a un Governo Salvini. Tocca a loro governare, se ne sono capaci. L’ho spiegato senza rancore, senza ripicche, senza polemiche: guardate il video che abbiamo caricato qui su Facebook stamattina per verificarlo coi vostri occhi. Qualcuno dei miei compagni di partito vorrebbe invece fare un Governo con il Movimento Cinque Stelle. Hanno una opinione legittima. Li rispetto. Ma non sono d’accordo con loro. L’ho detto. Era mio dovere farlo anche per rispetto a chi ci ha votato. Chi è stato eletto ha un obbligo di trasparenza verso i propri elettori. Rispetto per tutti, censura per nessuno: davvero tutti possono andare in TV tranne uno? Non scherziamo, amici. Continuerò ad ascoltare tutti e a dire la mia ovunque: in direzione, in assemblea, in Parlamento, sui social, in TV”.
Le dichiarazioni di Renzi, oltre che ai colleghi di partito, non sono piaciute a Luigi Di Maio, che ieri aveva immediatamente risposto su Facebook, accusando il Pd di non riuscire a liberarsi dell’ex segretario dall’ego smisurato, e aveva annunciato per oggi delle novità .
E sono puntualmente arrivate: il leader M5s ha rivolto a Matteo Salvini un appello affinchè insieme chiedano al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di tornare alle urne a giugno.
Un’ipotesi, quella del voto anticipato, che crea tensioni profonde all’interno del Pd, tanto che l’esponente della minoranza dem Gianni Cuperlo, la definisce “una cosa da far tremare le vene ai polsi”.
“A questo punto – ha detto nell’intervento a Radio Capital – la direzione di giovedì dovrebbe cambiare l’ordine del giorno, inserendo la preparazione di una nuova campagna elettorale. La verità è che non ci sono i numeri, ma la precondizione per avviare quel confronto sarebbe stato indice di compattezza del partito. Se una parte importante del Pd dice ‘mai’, allora sarebbe un atto di correttezza per il Paese evitare di perdere tempo”.
La proposta di una legislatura costituente, dice Cuperlo, “l’aveva già posta Franceschini, io nel mio piccolo avevo parlato di governo di scopo, non mi pare però che quell’idea abbia raccolto il consenso di altre forze politiche. A questo punto deve essere il presidente della Repubblica a trarre le sue conclusioni. Io penso che bisognerebbe non escludere che da qui a pochi mesi ci ritroveremo in campagna elettorale”.
Resta, per l’esponente dem, un tema di fondo da affrontare: che cos’è il Pd dopo l’uscita di ieri sera di Renzi?
“Ancora una volta, dopo il risultato catastrofico del 4 marzo, noi non abbiamo discusso, abbiamo operato una sostanziale rimozione di quanto è successo”.
Poi attacca: “Un partito non decide la sua linea politica negli studi televisivi, convoca gli organi dirigenti. Ieri sera vedendo l’intervista dell’ex segretario ho provato un senso di dispiacere perchè quella discussione avrei volto farla con lui nel luogo giusto, cioè la direzione del partito. E invece sitamo qui a commentare un’intervista attesa per ore come una finale di calcio. Così a politica si spegne, si spegne la vitalità di un partito”. E non usa mezzi termini verso l’ex segretario: “Io vorrei capire cosa intendiamo per leader: Renzi ha fatto anche cose giuste, ma ha perso le sfide fondamentali che ha affrontato, il referendum e le politiche, portando il Pd al minimo storico. Noi perdiamo per i tuoi errori, non per le nostre critiche. Io posso aver anche sbagliato, ma tu perdi le sfide e quando un leader perde si fa da parte, come ha fatto Veltroni”.
(da “La Repubblica”)
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