PER DIRE NO VOTA SÌ : IL QUESITO FUORVIANTE DI ROUSSEAU SU SALVINI
UNA PATACCA PER ORIENTARE IN VOTO IN MANIERA INDEGNA… PERSINO GRILLO E IL MARITO DELLA RAGGI INSORGONO
L’assurdo sbarca su Rousseau. Il quesito, per come è posto, potrà portare a fraintendimenti, perchè per dire No all’autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini devi votare Sì, per dire Sì al processo al ministro devi votare No.
E sul blog delle Stelle, nel racconto dei fatti, viene orientato l’iscritto a pronunciarsi per salvare l’alleato leghista.
Anche perchè fonti di governo lato M5S “preoccupate” fanno trapelare all’Ansa che se dovesse passare l’autorizzazione a procedere nei confronti del vicepremier Matteo Salvini è molto probabile una crisi di governo.
Gli iscritti del M5S potranno votare sulla piattaforma Rousseau per il caso Diciotti lunedì 18 febbraio dalle 10 alle 19.
IL QUESITO. “Il ritardo dello sbarco della nave Diciotti, per redistribuire i migranti nei vari paesi europei, è avvenuto per la tutela di un interesse dello Stato?
– Sì, quindi si nega l’autorizzazione a procedere.
– No, quindi si concede l’autorizzazione a procedere.
Sul blog delle Stelle viene brevemente riassunto lo svolgimenti dei fatti del caso Diciotti. Si afferma che “il ministro dell’Interno Salvini, d’accordo con il ministro dei Trasporti Toninelli, il Vice Presidente del Consiglio Di Maio e con il presidente Conte, negò lo sbarco”.
Si parla di una decisione presa “per la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante ovvero per il perseguimento di un preminente interesse pubblico nell’esercizio della funzione di Governo”.
Si chiarisce che “questo non è il solito voto sull’immunità dei parlamentari. Di quei casi si occupa l’articolo 68 della Costituzione, e su quelli il MoVimento 5 Stelle è sempre stato ed è inamovibile: niente immunità , niente insindacabilità . Nessuna protezione per i politici che devono rispondere delle loro azioni individuali. Noi mandammo a processo i nostri portavoce Paola Taverna e Mario Giarrusso e entrambi votarono per farsi processare. Questo è un caso diverso: stiamo parlando infatti dell’articolo 96 della Costituzione. Nello specifico questo è un caso senza precedenti perchè mai in passato si era verificato che la magistratura chiedesse al Parlamento di autorizzare un processo per un ministro che aveva agito nell’esercizio delle sue funzioni e non per azioni fatte per tornaconto privato e personale (tangenti, truffa, appalti, etc): in questo caso non ci porremmo neppure il problema e lo spediremmo in tribunale”.
La formulazione del quesito viene criticata dalla senatrice M5S Paola Nugnes: “Dobbiamo votare NO per sostenere il SI?”. E’ questa la scritta in grande su sfondo rosso accompagnata da un emoticon che imita l’urlo di Munch.
Ma anche molti militanti di base si ribellano al modo in cui il M5S ha impostato il quesito.
Tra questi Andrea Severini, marito della sindaca Virginia Raggi: “Voto No, ma la domanda è mal posta. La domanda andava posta sull’immunità e non sull’interesse nazionale. Non si deroga sui nostri principi, i processi si affrontano come hanno fatto Chiara, Filippo e Virginia. Sono convinto che non esista reato e Salvini non può nascondersi dietro di noi”, scrive Severini su Facebook.
(da “Huffingtonpost”)
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