I MILITANTI GRILLINI INSORGONO SUL QUESITO PATACCA: “STRAVOLTO PER CONDIZIONARE ILVOTO”
“GIOCHETTO DEGLI EQUIVOCI, ORA STATE ESAGERANDO” … ANCHE GRILLO NE HA LE SCATOLE PIENE
Il post sul blog – che annuncia il voto online sul processo a Salvini – appare alle dieci del mattino. E la polemica, nei commenti degli attivisti, monta immediatamente. Sulla formula usata per il quesito. In qualche caso, sulla linea politica generale.
Perchè c’è chi parla di un appiattimento sulla Lega. E questo già ben prima dell’intervento di Beppe Grillo, che contesta il quesito con ironia: “Se voti Sì vuol dire No. Se voti No vuol dire Sì. Siamo tra il comma 22 e la sindrome di Procuste!”.
Beppe Grillo sceglie la strada dell’ironia per contestare il quesito: “Se voti Si vuol dire No. Se voti No vuol dire Si. Siamo tra il comma 22 e la sindrome di Procuste!”, scrive su Facebook. Grillo cita dal romanzo “Comma 22” dell’americano Joseph Heller il noto paradosso della regola per cui “chi è pazzo può chiedere di essere esentato dalle missioni di volo, ma chi chiede di essere esentato dalle missioni di volo non è pazzo”. E fa riferimento alla sindrome che indica, in una persona, il disprezzo per chi è considerato di maggior successo.
Scrive Sergio Sperotto: “Stiamo diventando come loro. Sì per dire no e si capisce nettamente che la domanda vuole convincere a negare l’autorizzazione a procedere votando sì. Non mi piace la piega che sta prendendo il Movimento. Sto tollerando il contratto di governo con la Lega ma non esageriamo”.
E Francesco Scipione: “Chiedere agli iscritti è solo un mezzuccio indegno gente, che cavolo vi è preso? Neanche dovevate farla sta domanda, mi deludete moltissimo e credetemi sta cosa avrà un’eco più deflagrante di quanto possiate immaginare, ora dateci un taglio e rimettetevi in carreggiata. Non capisco il giochetto degli equivoci con SI ed il NO, a che vi serve?”.
Simone Alecci scrive: “Avete stravolto il quesito in modo da condizionare il voto”. E Antonio Petruzziello: “Chi è l’artefice di questo quesito al contrario”?. Carla Gobbi: “Abbiamo contestato sempre il modo poco trasparente in cui si votava per imbrogliare e adesso anche voi fate lo stesso? Volete proprio fare incazzare la base?”. Linguaggio esplicito, l’insofferenza che monta.
Stavolta forse il Movimento rischia più del previsto.
Tra i militanti che si ribellano per il modo in cui è posto il quesito anche Andrea Severini, marito della sindaca di Roma Virginia Raggi: “La domanda è mal posta. La domanda andava posta sull’immunità e non sull’interesse nazionale. Non si deroga sui nostri principi, i processi si affrontano come hanno fatto Chiara, Filippo e Virginia (ndr, Appendino, Nogarin, Raggi). Sono convinto che non esista reato e Salvini non può nascondersi dietro di noi”, scrive su Facebook.
(da agenzie)
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